La nostra genealogia non conosce zone d’ombra: noi rappresentiamo questa tradizione femminista internazionalista e antifascista che si è battuta storicamente contro la strumentalizzazione colonialista e nazionalista dei diritti delle donne e che ha sempre rivendicato l’uguaglianza di tutte e tutti, quali che siano le nostre condizioni, i nostri documenti di identità, la nostra sessualità, la nostra religione.Noi, femministe
Noi cittadine e indigene, immigrate e autoctone, borghesi e proletarie, lavoratrici e disoccupate, cittadine di nascita e naturalizzate, europee e straniere, militanti e universitarie: figlie, madri, in menopausa, che hanno abortito o che prendono ormoni, nere, bianche, zingare, arabe, musulmane, ebree o cristiane, credenti, miscredenti, velate, svelate, velate di nuovo, sexy, grasse, anoressiche, valide o invalide, eterosessuali, trans, lesbiche, morali, immorali, amorali, vittime, puttane, risparmiate o arrabbiate…

Noi, femministe, figlie di Olympe de Gouges, ghigliottinata per aver affermato i nostri diritti, di Solitudine, mulatta ghigliottinata a Pointe à Pitre per essersi sollevata contro la restaurazione della schiavitù, di Mary Wollstonecraft e della sua filosofia autenticamente universalista, di Flora Tristan che difendeva la “necessità di fare una buna accoglienza alle donne straniere”, di Fatma N’Soumer combattente algerina che prese le armi contro l’esercito coloniale, di Louise Michel che si schierò senza esitare dal lato dei Kanaks contro i colonizzatori del suo paese, di Olga Bancik la combattente invisibile della banda di Manouchian decapitata dai nazisti, delle 230 militanti della resistenza, del convoglio del 24 gennaio 1943, che intonarono la Marsigliese attraversando il cancello di Birkenau…

Noi, figlie, nipoti del MLF (mouvement de liberation des femmes) e del FHAR (Front homosexuel d’action ré volutionnaire); figlie di Audre Lorde, poetessa, lesbica, caraibica, che ha combattuto (o combatte) il razzismo, il sessismo, e l’omofobia fin dentro le fila dei movimenti femministi e delle mobilitazioni antirazziste…

Figlie di Virginia Woolf, denunciamo insieme a lei la propaganda nazionalista che prende le donne in ostaggio e pretende di difenderle, mentre se la ride dei loro diritti fondamentali: “Come donna, non ho un Paese, come donna, non desidero un Paese, il mio Paese è il mondo intero…”

La nostra genealogia non conosce zone d’ombra: noi rappresentiamo questa tradizione femminista internazionalista e antifascista che si è battuta storicamente contro la strumentalizzazione colonialista e nazionalista dei diritti delle donne e che ha sempre rivendicato l’uguaglianza di tutte e tutti, quali che siano le nostre condizioni, i nostri documenti di identità, la nostra sessualità, la nostra religione.

Noi dichiariamo che faremo il possibile per sbarazzare il Paese dal Presidente uscente e chiamiamo tutte e tutti a fare altrettanto per sbarrare la strada al fascismo che si espande in Francia e in Europa.

E’ l’ora che ci uniamo per combattere queste politiche che distruggono sistematicamente la nostra comunità politica, i nostri diritti, le nostre libertà democratiche, il legame sociale e la solidarietà e che osano farlo in nostro nome. E’ tempo che un altro femminismo prenda la parola: noi, femministe, rifiutiamo con la più viva determinazione che i “diritti delle donne” e degli/delle “omosessuali” o, “l’uguaglianza dei sessi” siano al servizio di ideologie e pratiche neocolonialiste e liberticide.

Noi rifiutiamo di essere complici dei dispositivi che creano le condizioni dello strapotere del capitalismo neo-liberista, della promozione di una morale paternalista della “tolleranza”, della riduzione della politica al mantenimento dell’ordine poliziesco e doganiero, della schedatura, della sorveglianza e della criminalizzazione degli/delle stranieri/e, delle popolazioni impoverite come dei sindacalisti e del movimento sociale.

Noi ci rivoltiamo contro questa società che lascia crepare i suoi cittadini e le sue cittadine di freddo e di fame per strada, mentre pretende di non poter accogliere “tutta la miseria del mondo”; noi condanniamo la rovina dei servizi pubblici, in particolare nel campo della salute, dell’educazione, della ricerca e della vicinanza, che sono la condizione materiale necessaria dell’uguaglianza reale.

Oscuro oggetto del desiderio, l’adesione di 6 milioni di elettori e di elettrici francesi a una cultura fascista è l’oggetto di un adescamento attivo.

Il risultato del Fronte nazionale è come un bianco sigillo per mantenerci in uno stato di minorità, per farci abbeverare di rappresentazioni populiste, deboli, di ragionamenti semplicistici che non producono che odio; la società civile non è più che una società di consumo frammentata e impaurita (!?). Questa avanzamento deve cessare…
_ Da parte nostra non permetteremo più a questo fronte nazionalista di recuperare le donne per farne lo stendardo delle frontiere dell’”Occidente”. Non lasceremo mai un partito, qualunque sia il sesso del suo capo, dividerci impunemente.

Noi lottiamo contro la grande chiusura dentro un’Europa fortezza che trasforma il combattimento storico per i propri diritti e le nostre libertà sui nostri corpi e le nostre vite in un valore della “civiltà occidentale” e un criterio di integrazione islamofobo.
_ Che ne è di noi?
_Che ne è dei nostri diritti?
_ Che ne è di questi milioni di donne che vivono qui sotto la soglia di povertà o destinate al lavoro domestico?
_ Che ne è dell’uguaglianza reale dei sessi e degli orientamenti sessuali?

Quale posto occupa la lotta contro l’eterosessismo nella nostra società: una società che mantiene le discriminazioni salariali, come la liceità degli insulti e l’impunità delle violenze?
_ Quali mezzi sono destinati a una educazione sessuale capace di emancipare e all’accesso reale ai diritti sessuali riproduttivi e non riproduttivi per tutti e tutte (sostegno ai centri per l’IVG, valorizzazione e diffusione della ginecologia medica, contraccezione libera e gratuita, accesso alla PMA senza discriminazioni)?

Da femministe, come non esigere l’abrogazione delle leggi che criminalizzano le donne per la loro religione, la moltiplicazione di mezzi di controllo collettivo femminista, la riforma dei testi scolastici lo sviluppo del posto assegnato in essi alla storia delle donne, agli studi post-coloniali e alla nozione di “genere” in tutte le materie, l’eliminazione delle pubblicità e dei giocattoli che spingono all’eterosessualità obbligatoria, il riconoscimento pieno e intero dei diritti delle persone prostituite?…

Che lezioni pretendiamo di dare al mondo e di quale storia vogliamo essere ereditieri/e?
_ Vi chiamiamo oggi a votare per il candidato che si trova in posizione di sbarrare la strada al progetto neoconservatore di un’Europa priva di memoria, per far muro di fronte alle politiche avvilenti delle destre estreme così come delle derive destrorse dei partiti di governo sia qui che altrove.

Questo appello non concede carta bianca a M. Hollande, né significa un’adesione al suo programma economico e sociale: i nostri voti sono una promessa che esalta il tumulto dei combattimenti passati, una promessa a viso aperto di questa memoria delle lotte, un impegno per l’avvenire.

Se vinciamo questa volta, non dimentichiamo che i fascisti stanno ritornando in Europa: un Europa distrutta e desolata da decenni di un neo-liberismo aggressivo. Fedeli a Virginia Woolf e al suo pamphlet femminista, Le tre ghinee (espunto dalle sue opere “complete” recentemente edite dalla Pléiade), affermiamo che, ormai, chiunque tenti di strumentalizzarci pretendendo di difendere i diritti delle donne sotto l’egida del progresso, dell’identità nazionale o della difesa delle frontiere europee – incontrerà sul suo cammino una internazionale femminista che auspichiamo con i nostri voti.

Seguono firme…

La raccolta è ancora in corso su
[http://www.change.org->http://www.change.org/fr/p%C3%A9titions/internationale-f%C3%A9ministe-nous-f%C3%A9ministes]
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Traduzione di Anna Picciolini}