Si è svolta ieri pomeriggio  la prova generale della performance dell’artista russo Vadim Zakharov Tunguska Event, History Marches on a Table, progetto speciale di ART CITY Bologna 2018.

Lo spettacolo, andato in scena recentemente alla Whitechapel Gallery di Londra, viene presentato a Bologna dal 2 al 4 febbraio 2018 , in prima unica per l’Italia, con una versione appositamente rivisitata per gli spazi dell’ex GAM, in Piazza Costituzione 3.

Il meteorite sul tavolo da pranzodi

Lorenzo Balbi  scive: Un’esplosione cosmica deflagrerà nella sala centrale dell’ex-GAM di Bologna. Si tratta della performance Tunguska Event, History Marches on a Table dell’artista russo Vadim Zakharov, che per tre giorni sarà messa in scena come progetto speciale dell’edizione 2018 di ART CITY Bologna.In occasione del centenario della Rivoluzione Russa, delle mostre al MAMbo (Revolutija sulle avanguardie russe primonovecentesche) e a Villa delle Rose (It’s OK to change your mind! sull’ultima generazione di artisti russi contemporanei) e di tutti gli eventi relativi, la performance di Zakharov è un punto di congiunzione ideale per il programma culturale della città. Con un procedimento simile e partendo dall’irriverente testo tipicamente britannico dello scrittore Stephen Fry Incomplete & Utter History of Classical Music, l’opera di Bologna racconta i fatti accaduti tra il 1904 e il 1917 coinvolgendo storia, politica, musica, teatro e arte.

Il pubblico siede attorno ad un lungo palco allestito come un tavolo da pranzo imbandito sul quale gli attori marciano, danzando e recitando in questo viaggio 3D indietro nel tempo. “Sedersi al tavolo con gli amici è una delle più grandi conquiste dell’umanità – afferma Zakharov -. Tuttavia, in questo caso, la storia piomba sul tavolo con stivali militari sporchi, a piedi nudi e persino con scarpette da danza. La cosa assurda è che alcune delle opere più iconiche dell’umanità sono state create come reazione ad eventi violenti. Nel libro di Fry e nella mia performance, eventi storici e culturali insoliti e imprevedibili si scontrano assurdamente, provocando un’esplosione culturale nelle nostre menti. Avevo bisogno di un’immagine forte ma assurda per descrivere questo fenomeno. Il meteorite di Tunguska, esploso 100 anni fa sulla Siberia, divenne questa immagine. Il cratere lasciato dall’esplosione aveva all’incirca le dimensioni di Londra”.

L’evento Tunguska, citato nel titolo dell’opera, si riferisce alle conseguenze dell’impatto, non ancora del tutto comprovato, di un grande meteorite in una località della Siberia la mattina del 30 giugno 1908. L’esplosione, di una forza stimata circa mille volte maggiore di quella della bomba atomica di Hiroshima, abbatté milioni di alberi e generò un bagliore visibile a 700 km di distanza; il più importante evento esplosivo naturale registrato nella storia recente. La località prende il nome dal fiume Tunguska, che scorre nella parte settentrionale del Territorio di Krasnojarsk, nella Siberia centrale, e a causa della posizione estremamente remota non si hanno notizie di vittime.

Zakharov riprende questo evento per sottolinearne la diversa percezione da parte dei russi e del resto del mondo: “In russo lo chiamano «meteorite Tunguska» ma nella versione inglese di wikipedia invece è «evento Tunguska». Quando mi è stato chiesto di fare un «evento» alla Whitechapel Gallery di Londra (la prima sede in cui la performance è stata realizzata), ho pensato: perfetto! Volevo creare un’esplosione culturale legata a un evento della vita reale: Tunguska è il simbolo dei cambiamenti irreversibili globali nella coscienza dell’umanità”.Il racconto della performance prende l’avvio dal 1904 con l’annuncio che la Russia e il Giappone sono entrate in guerra, Rolls-Royce produce la sua prima auto, la prima trasmissione radio di musica va in onda in Austria e Anton Cechov muore dopo aver scritto Il giardino dei ciliegi. Una ballerina attraversa il palcoscenico sulle punte,  al guinzaglio un uomo con una maschera da cane fa riferimento al racconto di Cechov, La signora con il cagnolino. L’anno seguente si annuncia la Rivoluzione Russa del 1905, La Mer di Debussy in anteprima a Parigi, la fondazione di Las Vegas e l’ammutinamento della corazzata Potemkin.

Protagonisti, eventi, anni e pietre miliari si intrecciano quindi in una sfilata di ricordi, accompagnati da musica e proiezioni: Oscar Wilde, Ibsen, Wagner, Stravinsky, Delius, Proust, Vaughan Williams, l’affondamento del Titanic, lo scoppio della prima guerra mondiale, il violino di Picasso. Due dei momenti più significativi sono l’evocazione del balletto Daphnis et Chloé di Maurice Ravel, eseguito nel 1912 dai Ballets Russes di Sergei  Diaghilev, riproposto con una sequenza danzata, e la nascita del movimento artistico Dada. Per quest’ultimo, due uomini in soprabito grigio scrivono la parola DADA sui propri volti recitando parole apparentemente senza senso, tratte da Karawane di Hugo Ball, e invitando alcuni spettatori sul palco, dove un attore, che interpreta Marcel Duchamp, viene incoronato con una replica del suo Scolabottiglie, adornato con rotoli di carta igienica in una citazione del celebre Orinatoio.

Alla fine dello spettacolo ci si potrebbe chiedere che cosa hanno in comune il racconto di alcuni accadimenti storici e un’esplosione cosmica: beh, quasi niente, a parte il fatto che, come dice Zakharov: “Esplosioni su una scala molto più grande spesso hanno luogo nelle menti delle persone e le conseguenze si riverberano nella storia dell’umanità. Dopo aver assistito alla performance le persone dovrebbero avere una percezione differente della storia e guardare il mondo in modo diverso”.

Vadim Zakharov

Vadim Zakharov è nato a Dushanbe, Tagikistan, nel 1959. Vive e lavora a Berlino. Si è laureato presso l’Istituto di formazione per insegnanti di Stato di Mosca. È un artista, editore, archivista della scena artistica di Mosca, collezionista. Dal 1978 partecipa a mostre di arte non ufficiale e collabora con Igor Lutz, Victor Skersis (gruppo SZ), Sergey Anufriev e altri. Ha fatto parte del cosiddetto Concettualismo Moscovita e del movimento anarchico Apt-Art, che metteva in scena “anti-mostre” in appartamenti privati e spazi aperti a Mosca nei primi anni ’80. Le attività di questi praticanti clandestini furono seguite dal KGB e Zakharov ebbe numerosi autoritratti nudi confiscati per presunta pornografia e omosessualità. Dal 1992 è editore della rivista Pastor e fondatore di Pastor Zond Edition. Editor il libro di “Moscow Conceptual school”. Dal 2010 collabora con Niklas Nitschke nel gruppo “OBAMAinBERLIN”. In Occidente è conosciuto principalmente per la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 2013, con l’opera Danaë, una rivisitazione del mito greco di Danaë che, nella visione dell’artista allestita nel Padiglione della Russia, diventa una meditazione su capitalismo ed etica contemporanea. Il suo lavoro è stato descritto come: “un labirinto che si dirama in una moltitudine di dettagli, così che alla fine lo spettatore non sente di trovarsi in un parco o in un archivio, ma in una giungla di idee. Allo stesso tempo, la qualità effimera e irrazionale di molti dei pezzi e dei progetti di Zakharov è radicata nell’archivio che ha raccolto. Comprende documentazioni fotografiche e video di mostre, incontri, apparizioni di artisti e poeti contemporanei in Occidente e documenti delle attività sfaccettate di Zakharov come editore”.