occhipinti[1]Quasi per caso ho incontrato, alla libreria Feltrinelli di Roma, Marilena Lecitra, figlia di Maria Occhipinti. Quando Angela Lanza me l’ha presentata, si sono affastellati un mucchio di ricordi. Avevo incontrato Maria molte volte per la preparazione di manifestazioni contro la guerra, Marilena, invece l’avevo sentita solo al telefono, dopo la morte di Maria, per una trasmissione in Rai. In quella occasione parlammo di Maria, del suo impegno politico e sociale, della sua abilità di scrittrice ma anche di lei come inedita poeta. Mi raccontò che sua mamma le aveva consegnato dei pensieri poetici mai pubblicati e, che lei sperava un giorno di raccogliereli in un libro. Così, nel gennaio del 2016 le edizioni Sicilia Punto L fanno uscire l’opuscolo. La raccolta di poesie Anni di incessante logorio con la prefazione di Adriana Chemello, docente di studi linguistici e letterari all’Università di Padova.
Questa raffinata italianista riprende un pensiero di Marguerite Yourcenar per meglio presentare Maria Occhipinti ….”Anche la poesia è una traduzione; noi traduciamo le nostre emozioni intime in un linguaggio che il lettore può comprendere. Si tratta dunque di essere fedeli (trasmettere esattamente): voglio dire di impiegare le parole e i suoni che rendono meglio le nostre impressioni, per quanto indicibili possano essere” e poi prosegue scrivendo… un modo di intendere la poesia che ben s’attaglia alla ricerca espressiva di Maria Occhipinti, una donna del popolo, autodidatta, che con esemplare coraggio ha saputo tener fronte ai disagi, ai dolori, alle delusioni e agli scacchi della vita e di intraprendere da sola un cammino di ricerca per capire il senso di quanto le accadeva attorno nel piccolo ed arcaico mondo siciliano prima, nel mondo della più avvanzata civiltà industriale poi, durante le lunghe peregrinazioni di esule di emigrata in cerca di un “pane amaro” per sé e la figlia….In questo percorso iniziatico Maria Occhipinti ha trovato “le parole per dirsi” sfidando con coraggio il rischio di confondersi con la banalità del quotidiano e con il linguaggio a volte scontato o i tanti luoghi comuni che lo delimitano….la sua scrittura si sforza di astrarre per attingere ad una riflessione più profonda dove è visibile in filigrana la sua “filosofia della vita”…
Cerco la verità fra questo verde,
cerco la verità fra queste rocce,
potenza maestosa
di migliaia di secoli trascorsi.
Chiedo agli uccelli dell’aria:
ne sapete qualcosa dell’eterno segreto?
(….)
…..I versi, le strofe obbediscono ad una ragione ritmico-sintattica che ha la propria cifra distintiva nel parallelismo, nell’allitterazione, nella ripetizione frequente di interi sintagmi. L’elementare essenzialità dell’ordito sintattico corrisponde, anche visivamente, alla semplicità di un pensiero che vede nella ripetizione il più efficace strumento per persuadere se stessa della veridicità della propria scoperta. Insomma tanti sentimenti semplici e profondi, uniti a sprazzi di utopie svanite, a anni di riscossa, a speranze di rivincita.

Ma chi era Maria Occhipinti?

Nasce a Ragusa nel 1921. Nel gennaio del 1945 è protagonista della rivolta popolare contro il richiamo alle armi, nota come moti dei non si parte. Catturata è inviata al confine politico di Ustica poi trasferita a Palermo nel carcere delle benedettine fino al dicembre del 1947. Dopo la sua scarcerazione, l’incontro a Ragusa, con l’anarchico Franco Leggio è decisivo per la sua formazione politica e per la sucessiva spinta a conoscere nuovi orizzonti. Lascia la Sicilia, vive e lavora in diverse città italiane, poi emigra a Losanna, Parigi e in altri Paesi e infine a New York e a Losangeles.  Rientra a Roma nel 1973. Nel 1957 esce presso Luciano Landi la sua autobiografia Una donna di Ragusa con la prefazione di Carlo Levi.  Nel 1976 è ristampata dalla Feltrinelli con una presentazione storica di Enzo Forcella. Sellerio nel 1993 ripubblica Una donna di Ragusa e i racconti Il carrubo, nel 2004 Una donna libera (continuazione dell’autobiografia). Dopo la rivolta del gennaio 1945 per tutta la sua vita è stata fedele agli ideali di rivola e di giustizia sociale mostrando la coerenza e il coraggio di una libera pensatrice. Questi pensieri poetici sono stati scritti nell’ambito di tre anni  sempre alla ricerca di una spiritualità interiore, laica e combattiva. Muore a roma nel 1996.     Queste note biografiche sono state tratte dalla quarta di copertina del libro. In copertina una riproduzione della dea d’amore di Giovanni Segantini.     Il libro può essere comprato su internet