A fianco del Tea party la Chiesa
cattolica e qualche altra confessione usano ancora l’aborto come arma
elettorale contro Obama, che nella riforma sanitaria ha lasciato
l’aborto a carico dello stato. C’è da temere che nemmeno in
Italia saremo risparmiateEcco un nome che le donne americane non dimenticheranno in prossimità
delle elezioni presidenziali: Todd Akin, candidato repubblicano, ha
pronunciato, durante un comizio, una dichiarazione agghiacciante
contro le donne che intendono abortire dopo aver subito violenza: “Uno
stupro reale … raramente produce gravidanza”, anche perché “il corpo
femminile ha i suoi modi per tentare di interrompere la cosa”. Ammesso
che “qualcosa sia andato storto (sic) … ci deve essere una punizione
sul violentatore, non sul bambino”.

Che lo stesso Romney gli abbia chiesto di farsi da parte non è senza
significato. E anche il fatto che abbia rifiutato di dimettersi.
Resterà dunque in politica un individuo convinto che la donna abbia la
vagina dentata da usare a comando (che rapporti avrà mai costui con
sua moglie?) e che lo stupro sia “la cosa” che, in disgustosa
solidarietà con il violentatore, può al massimo “andare storta”.
Tuttavia la campagna elettorale americana ha qualche scenario
inquietante non solo per gli Usa.

A fianco del Tea party la Chiesa
cattolica e qualche altra confessione usano ancora l’aborto come arma
elettorale contro Obama, che nella riforma sanitaria ha lasciato
l’aborto a carico dello stato. Una delle ragioni delle accuse di
“strategie di dissenso organizzate” e di femminismo rivolte dal
Vaticano contro la Leadership Conference of Women Religious (la
federazione che raccoglie l’80 % delle suore americane) è il sostegno
non celato ad Obama, l’ “abortista”.

C’è da temere che nemmeno in
Italia saremo risparmiate: il caso recente della ragazza di Ozzano che
ha partorito, sembra perfino ignara del suo stato, un bimbo morto in
ospedale, dopo aver abbandonato in un cassonetto il gemello, è stato
occasione per l’ennesima richiesta da parte della Curia di una “vera
legislazione per la famiglia” e di volontariato pro-life nei
consultori.
_ Speriamo che le prossime elezioni non incrocino la bassa
politica delle strumentalizzazioni sui dolori delle donne.