Per gentile concessione della rivista Leggendaria pubblichiamo questo intervento di Bia Sarasini: “La vita è in bene indisponibile ma attraverso corpi di donna il potere prova ad estendersi sui corpi di tutti”
Che cosa è più violento, la minaccia di stupro per strada o una legge che decide il destino delle vite e dei corpi?
_ Qual è il pericolo maggiore, la violenza maschile o la violenza dello stato legiferante che invade le nostre vite?
_ O forse occorre considerare queste vicende come aspetti diversi di una violenza pervasiva che ci invade?

Le domande potrebbero moltiplicarsi ma rimane il sentimento di confusione e di angoscia, la difficoltà a trovare un punto di equilibrio.

{{Partiamo dagli stupri}}. Nel giorni in cui scrivo, nel mese di febbraio, c’è stato un crescendo di allarme, una denuncia quasi quotidiana di violenze perpetrate da uomini stranieri su donne italiane.
_ A Milano, a Roma, stupri efferati seguiti con la parossistica attenzione che i media dedicano ai “temi caldi”, quelli che focalizzano l’attenzione pubblica.
_ Tra pronunciamenti di leghisti che invocano l’espulsione degli stranieri, “sono bestie” è la considerazione più benevola, e le informazioni diffuse sui reati è scattato un cortocircuito generatore di paura in cui è difficile districarsi.

Circa 13 stupri al giorno nel 2007, dicono i dati più recenti del Ministero degli Interni, anche se le denunce sono in leggero calo. In ogni caso gli stranieri denunciati per stupro sono passati dal 9 al 40 per cento. Se si tiene conto che gli stranieri sono il 6 per cento della popolazione italiana si tratta di una cifra enorme.

Marzio Barbagli, che ha pubblicato la ricerca [Immigrazione e sicurezza in Italia->http://www.ibs.it/code/9788815127266/barbagli-marzio/immigrazione-e-sicurezza-in.html] fornisce alcuni elementi di comprensione.
_ Barbagli ricorda che anche tra gli immigrati le violenze sono perlopiù all’interno della famiglia, fatti a cui i media non prestano nessuna attenzione. In ogni caso nota che a commettere i reati, quelli di violenza sessuale al {{62 per cento, sono soprattutto gli irregolari}}.

{{Ma al contrario dei leghisti e del governo conclude che la strada maestra sarebbe evitare che si creassero enormi sacche di clandestinità}}, per esempio facilitando l’acquisizione del permesso di soggiorno per chi lavora e i ricongiungimenti familiari.
_ E naturalmente punire i delinquenti. Tema difficile, in un paese in cui la criminalità gestisce affari e si spartisce interi territori del paese. Anche con gli immigrati irregolari. Elementi di ragionevolezza – esistenza di un problema, mezzi per contenerlo – che non permeano le considerazioni prevalenti, neppure a sinistra.

Si delinea uno scontro primordiale, tra uomini: giù le mani dalle nostre donne.
_ Ovvero, sulla pelle delle donne.
_ E non è questo un fondamento del potere maschile, del patriarcato, ovvero della violenza come regola, più o meno mascherata, della convivenza?

Ma il quadro non sarebbe completo se non si tenesse conto della {{tensione che all’incirca negli stessi giorni ha accompagnato la morte di Eluana Englaro}}.
_ La {meditatio mortis} a cui ciascuno è stato costretto non ha conosciuto spazi di compassione e raccoglimento.

La morte in pubblico, conseguente alla scelta dal padre Beppino Englaro che ha voluto poter accompagnare la figlia alla morte nella piena luce della legalità e non nell’ombra di uno spazio privato ai margini della legge, è stata l’occasione di un inedito dispiegamento di potenza.
_ Sulla pelle di tutti, con {{al centro un corpo di donna reso muto dallo stato vegetativo}} in cui si trovava.
_ Un corpo evocativo, nelle fantasie di tanti, a cominciare dal Presidente del Consiglio, della più completa passività femminile.

Un corpo di cui proprio perché femminile, cioè recettivo, cioè passivo, cioè stuprabile, si è potuto pensare che avrebbe potuto generare. È un proliferare di fantasie, immaginazioni, allarmi veramente pervasivo.
_ Non stupisce che ci si senta soffocare.

Il potere estende la sua sovranità ai corpi, all’inizio e alla fine della vita, legifera su ciò che non gli è disponibile, proprio come recita il primo articolo del progetto di legge che probabilmente quando si leggeranno queste righe sarà già stata approvato: “La vita è un bene indisponibile”.

{{Appunto, la vita non è disponibile, prima di tutto allo stato}}.
_ Attraverso corpi di donna il nuovo potere italiano, saldamente alleato alle compiaciute gerarchie del Vaticano, si estende –prova a estendersi- sul corpo di tutti.

C’è di che avere paura, non c’è dubbio, soprattutto dopo il disastro delle idee e della politica della sinistra. E mettere in gioco le risorse migliori: attenzione, visione chiara, responsabilità.