Sull’emendamento al bilancio del Comune di Modena, presentato dall’Udc e dal Pd e votato da Pdl e Lega, vale a dire lo stanziamento di 30.000 euro per il sostegno delle maternità difficili, vale la pena interrogarsi non solo sulla questione politica, se tale emendamento sia o no lo scambio per ottenere l’astensione dell’Udc.Il mal di pancia nella maggioranza, di cui la consigliera Caporioni si è fatta
portavoce, è certamente dovuto al merito della questione ed è nulla di fronte al
mal di pancia delle donne che anche in questa città e Provincia e Regione e Paese
vedono la legge 194 perennemente a rischio di essere oggetto di scambio.

Le tesi della minoranza e i commenti dell’associazione Papa Giovanni XXIII dietro
gli entusiasmi (ma come? evitare gli aborti dovuti all’indigenza non è un impegno
di tutti? ma è proprio ciò che dice la legge 194, evviva, finalmente ci si pone
questo obiettivo ecc.) nascondono la realtà che sta dietro il disagio di Caporioni
e non solo suo, crediamo.

Ovviamente non siamo contro i sostegni alle maternità
difficili, ci chiediamo anzi, da tempo e in tutti i tavoli istituzionali e luoghi
possibili, quali siano i veri sostegni alla maternità che si intendono mettere in
campo e come UDI abbiamo fatto anche proposte concrete.
_ Però, ci sorge un dubbio,
qual è il tavolo vero del “Piano per la salute e il benessere sociale” dove
tutti insieme discutiamo e portiamo avanti queste scelte?

Il Pd che firma l’emendamento, si dovrà dunque porre l’imperativo di sorvegliare
nei vari protocolli applicativi della legge 194, che attorno alle maternità
difficili non vi siano solo le associazioni che troviamo anche a pregare davanti al
Policlinico per espiare le colpe delle donne che interrompono la gravidanza.

Abbiamo chiesto spiegazioni e protestato anche su questo, abbiamo ottenuto solo che
nascondessero i cartelli in cui davano delle assassine alle donne e ai medici, ma
rimangono lì a dire che “non accettano che una legge come la 194 permetta alle
donne di abortire”.
_ Associazioni che poi sono forse, (chi lo sa, chi riesce a
saperlo con certezza?) in convenzione con i Servizi sociali del Comune proprio
sulla 194.

A Correggio, ma anche a Forlì, e forse anche a Modena, senza che si sappia
chiaramente e chissà da quante altre parti, anche nella nostra regione, gli
equilibri politici hanno partorito alcuni protocolli-mostro o mostriciattoli o
mutanti che individuano, con sempre minori garanzie per le donne, movimenti
integralisti cattolici, per ora, (a quando anche quelli islamici o indù?) come
strumenti da finanziare per sostenere le maternità difficili.

Sarà bene chiedersi se un po’ di pannolini, latte in polvere o prodotti
alimentari “brutti ma buoni” possono essere gli aiuti sufficienti alle
maternità difficili.

Intanto crescono gli obiettori alla legge 194 nelle strutture pubbliche e nessuno
chiede nulla. Intanto noi donne dell’UDI abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere
che gli elenchi dei medici obiettori siano consultabili, perchè riteniamo sia un
dato sensibile per la scelta del medico. Chi ci risponde?