Si parla, con il cuore in mano, di rischio idrogeologico solo dopo i disastri delle alluvioni e delle tragedie conseguenti, anche di perdita di vite umane. A Reggio Calabria sono caduti 139 mml di pioggia, dato impressionante: mai aveva piovuto così tanto, in così poche ore, da 150 anni a questa parte.Questa mezz’ora ha lasciato gravi problemi di allagamento ancora non risolti ed ha riportato alla memoria la tragedia delle alluvioni.
Giampilieri (Me) è di nuovo invasa dal fango. A Reggio non ci sono stati morti ed è andata bene.
La “protezione civile” se l’è cavata offrendo soccorsi ai più disastrati.

Rimane ancora aperto il capitolo del {{prevenire}}, capitolo prioritario che significa lavorare prima che la forza indomabile della natura procuri i disastri peraltro annunciati.

Gli studi fin qui fatti, dicono che il territorio calabrese è geologicamente “giovane” e pertanto soggetto a modifiche naturali che conducono ad una{{ vulnerabilità}} già nota, aggravata dall’abbandono dei paesi e da uno sviluppo urbanistico caratterizzato dall’abusivismo dissennato e fuori da ogni legalità.

Si è costruito a Reggio ed in Calabria e si continua a farlo in zone franose esposte al rischio idrogeologico e basta una sola passeggiata lungo le fiumare per vedere in quei letti coltivazioni e costruzioni impunite e prevedibili tragedie.

Reggio è città universitaria ed ha, dunque, molto sapere. Nel nostro passato chi ci ha preceduto stava lontano dai corsi d’acqua o dalle zone franose, così come u{{n’arzilla novantenne}} mi riferì in una delle tragiche alluvioni. Mi raccontò del dire degli antenati che pur non sapendo leggere e scrivere erano saggi e così mi disse: “Figlia, ciò che è della fiumara, la fiumara se lo prende”.

Possiamo dire che s{{enza la cultura della legalità e le tecnologie }} che abbiamo, che ci consentono di mettere in campo la prevenzione, rischiamo di essere soccombenti agli eventi atmosferici.. Sicuramente {{manca la saggia cultura della responsabilità}} che viaggia ancora sul filo della memoria. I nostri antenati spesso analfabeti, ma di buon senso, sapevano quello che potevano o non potevano fare ed avevano profondo rispetto per la natura.
Oggi, con i servizi di allertamento e gli avvisi meteo ed i potenti mezzi che abbiamo, veniamo piegati da trenta minuti di pioggia.

Ci sono responsabilità gravi di chi è preposto alla sicurezza ed al controllo dei territori. Ci sono leggi che regolano la materia ed intelligenze a cui attingere che siedono nelle Università.
Voglio ricordare a tal proposito gli interventi nel merito fatti più volte dall’on.le Principe, oggi Presidente del Gruppo Pd al Consiglio regionale.

Allora, a proposito della politica calabrese, i Partiti dovranno scommettere sul rinnovamento delle proprie classi dirigenti e della politica, che, sganciata dall’utilizzo incontrollato del pubblico denaro, pensa di affrontare il dissesto con l‘ordinaria manutenzione, spesso figlia di politiche clientelari e di ricaduta di voti poco puliti.

E’possibile, qui ed ora, proporre in tutte le sedi competenti {{progetti per le infrastrutture,}} sperimentando anche nuove fonti di finanziamento che vedano coinvolgimenti di denaro pubblico e privato.
Obama sta scommettendo sulle infrastrutture, in quanto ritenute indispensabili per un nuovo sviluppo economico e fonte di nuova occupazione giovanile qualificata, oltre che di occupazione tradizionale. Dunque, il lavoro è fonte di cambiamento ed il suo valore è inestimabile per la dignità umana.

La Calabria si potrà munire di un progetto bipartisan che, intervenendo sulle infrastrutture, può essere fonte di rinnovata e saggia economia.

Poniamoci, dunque, {{il problema della legalità}}, del corretto funzionamento della Magistratura e della lotta alla ‘ndrangheta, ma facciamo rientrare in questo concetto di legalità ciò che è prioritario per la vita del nostro territorio.
A mio parere i fondi che ci sono per la costruzione del {{“ponte”}}, oggi si dovranno stornare con un buonsenso che sicuramente non mancherà a chi governa, per investirli per la sicurezza e la difesa dei nostri territori: questo è una concreta esplicitazione della legalità.

Il popolo calabrese deve ancora conquistare i diritti civili e solo con {{operazioni innovative e strategiche}} potrà mettere al centro e festeggiarli i 150 anni dell’unità d’Italia.
I trenta minuti di pioggia siano monito per chi vuol fare politica nuova e pulita.
Il Pd e la sinistra, che sono preposti al cambiamento, ce la possono fare solo mettendo al centro i problemi della vita delle persone e dei loro territori.
I giorni migliori verranno sicuramente se si sconfiggeranno gli interessi degli attuali feudatari.

Reggio Calabria, 7 settembre 2010