“Costituzione alla mano, voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle. La libertà di scelta è un diritto costituzionale”.

Fa male, ma non stupisce, assistere ad una così impietosa {{strumentalizzazione della Costituzione}}, da chi ne sta facendo anacronistico orpello.

Sul Corriere della Sera {{il ministro meno amato }} del governo Berlusconi ha esternato senza freni, rivelandoci che{{ i dati Ocse}}, che fotografano la miseria attuale del nostro sistema di istruzione, non sarebbero altro che un “dossier che finalmente supporta la posizione del governo sulle riforme: reclutamento degli insegnanti, necessità di introdurre la meritocrazia, ringiovanire il corpo insegnante, incentivi. Tutte cose che vado dicendo da più di un anno”. E noi, comunisti ideologizzati, continuiamo a non apprezzare! Il successo della scuola finlandese, che come sempre si posiziona ai vertici delle classifiche Ocse, dimostrerebbe che “non è vero che bisogna puntare sulla quantità, bensì sulla qualità. Intendo: quantità di soldi, di ore di insegnamento”.

Inutile commentare: nel Paese dei dilettanti allo sbaraglio un ministro della Repubblica non ha remore nel dimostrare la propria impreparazione. Dovrebbe ricordare, Gelmini, che la stessa Costituzione di cui parla, contiene una raccomandazione tassativa: “Senza oneri per lo Stato”. {{Sono 100 i milioni trovati in una notte, nella legge di stabilità, per ripristinare il taglio alle private stabilito precedentemente da Tremonti}}: poco più di 15mila scuole, frequentate da 1milione di studenti, contro i 42mila istituti pubblici (7,8 milioni di ragazzi) beneficeranno di 245milioni di euro a fronte dei quasi 8 miliardi di tagli previsti nel triennio 2009-11 per la scuola pubblica.

In un momento di forte crisi economica, con la scuola in continua mobilitazione, con un problema del precariato amplificato e irrisolto, con un malfunzionamento ormai fisiologico dei singoli istituti, determinato dalle conseguenze della “cura da cavallo” annunciata da Gelmini all’inizio del suo mandato, con le conseguenze – non dimentichiamolo – di tutto ciò, che ricadono pesantemente sulle spalle di bambini e ragazzi in termini di sicurezza e di diritto allo studio, questo stanziamento, tanto più significativo se messo in relazione con i vincoli di bilancio determinati dalla crisi e con i tagli alla scuola pubblica, configura un asservimento spudorato al logiche clientelari da parte di un governo con l’acqua alla gola, praticato in modo sfacciato e impudico.

Intanto alla Camera, giovedì 11 novembre, nella seduta sulla legge di stabilità in commissione Bilancio,{{ i deputati del Pd}} non hanno avuto nulla da eccepire in merito alla stanziamento. Ma{{ questo è un altro problema. }}