Si è tenuto sabato 3 novembre nella Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma il Forum della Cooperazione Internazionale. L’impegno dell’Italia per le politiche di partenariato e la collaborazione tra governi e comunità. A questo Forum, il primo dopo vent’anni, hanno partecipato la viceministra agli Affari Esteri Patrizia Sentinelli, numerosi ospiti internazionali attivi nelle politiche di pace e solidarietà e moltissimi esponenti del vastissimo mondo della cooperazione, in particolare le ong, le reti di associazioni, le Università, e le istituzioni della Cooperazione decentrata, enti locali, Province e Regioni. Last but not least, gli esponenti degli Stati generali della società civile che stanno animando in questi giorni diverse iniziative e mobilitazioni.
_ Questo appuntamento ha costituito un’importante occasione di sensibilizzazione e di dibattito per il rilancio della Cooperazione italiana. Il ministro Massino D’Alema non potendo partecipare al Forum a causa di un impegno, ha inviato i suoi saluti a tutti i partecipanti.

Dopo vent’anni dall’entrata in vigore della {{legge 49/87}}, che disciplina ancora oggi gli interventi di cooperazione, si sta discutendo oggi in commissione esteri al Senato del {{disegno di legge delega per la riforma della cooperazione}} approvato in CdM nell’aprile scorso. Durante il Forum si è discusso delle nuove linee guida della cooperazione italiana e della definizione degli strumenti necessari per una nuova e maggiore efficacia dei programmi di intervento.

Le {{nuove linee guida}} della cooperazione italiana:

{{Rimettere in moto la cooperazione italiana nel contesto interna}}zionale. L’Italia deve rilanciare e ridefinire la propria cooperazione internazionale rafforzando la presenza politica in modo attivo e propositivo, colmando le mancanze e i ritardi che in passato hanno condizionato i rapporti con le organizzazioni internazionali.

{{Stabilire un nuovo rapporto con i soggetti della società civile}} in modo tale da creare un rapporto coordinato e partecipativo con gli attori della cooperazione sin dalla costruzione stessa delle politiche e degli interventi.

{{Intensificare e aggiornare costantemente il coordinamento della Cooperazione decentrata}} di Regioni, Province e Comuni, massimizzando i loro contributi alla Cooperazione internazionale e inserendone gli interventi nel quadro di riferimento delle più ampie strategie perseguite dal Governo.

{{Valorizzare la collaborazione e le sinergie tra le istituzioni pubbliche}} statali, degli enti esistenti, compreso il mondo universitario e della ricerca.

{{Riconoscere agli attori locali dei Paesi partner un ruolo fondamentale nella lotta alla povertà}}.

È stata espressa la volontà politica di mettere in atto {{strategie di partenariato con la società civile dei paesi partner,}} con le reti già attive sul loro territorio per far sì che i progetti avviati crescano grazie al {{coinvolgimento attivo delle popolazioni interessate anziché continuare a dare un contributo di stampo assistenzialistico o neo colonialista}}. “Solo grazie al supplemento economico alle risorse fornito dall’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo) i paesi in via di sviluppo possono migliorare la quantità e qualità dei loro servizi pubblici. Tuttavia nel passato si è ripetuto un grave errore che ha inficiato questo meccanismo. I paesi donatori hanno infatti troppo spesso considerato le comunità e i paesi poveri solo come clienti nei processi di sviluppo. Al contrario, i donatori devono cominciare a realizzare che i paesi poveri stessi devono essere i primi attori del proprio sviluppo” ha dichiarato {{Eveline Herfkens}}, Coordinatrice Esecutiva della Campagna per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

Per perseguire strategie e programmi di sviluppo bisogna però stanziare costantemente le risorse necessarie nel corso degli anni. Nel 2002 l’Italia si era impegnata a raggiungere entro il 2006 una percentuale di APS in rapporto al PIL pari allo 0,33%, entro il 2010 pari allo 0,51% e entro il 2015 pari allo 0,7%. {{Nel maggio 2006 l’Italia, attestandosi sullo 0,20% nel rapporto APS/PIL, era in notevole ritardo rispetto agli impegni presi}}, era scivolata al terz’ultimo posto nella classifica dei contributi alla cooperazione internazionale.

Nel 2007 gli stanziamenti sono passati dal {{392 milioni di euro del 2006 a 600 milioni.}} Per rispettare gli impegni presi in sede ONU e Unione europea e far crescere rapidamente la percentuale di APS sul PIL, {{è necessario l’impegno di tutti i soggetti della cooperazione, primo fra tutti il Ministero dell’Economia}}. A questo proposito, è importante lavorare subito sulla programmazione condivisa di un calendario per il recupero e il progressivo raggiungimento degli impegni sull’APS/PIL.

La {{legge Finanziaria per il 2007 ha dato un segnale di una inversione di tendenza}}, almeno per quanto riguarda le risorse del bilancio del Ministero degli Affari Esteri. “Tra i risultati ottenuti – ha affermato {{Patrizia Sentinelli}} – credo sia importante citare l’aumento dei contributi complessivamente destinati alle organizzazioni della società civile per il 2007, arrivati a {{100 milioni di euro. Un aumento, questo, che testimonia il valore che attribuiamo all’azione della società civile}}, e che – vi annuncio – abbiamo deciso di raddoppiare per il prossimo anno, passando da 100 a 200 milioni di euro. Ma anche un esempio dell’iter burocratico, se consideriamo che ad un anno non ancora finito circa l’85% dei fondi è stato impegnato e le erogazioni arrivano al 57%”.

Riuscire a stanziare sempre più fondi per la cooperazione è la parola chiave. In moltissimi hanno rinnovato la loro {personale} e {pacifista} idea su come recuperarli.

{{Gli interventi da realizzare per il 2007-2009}} saranno rivolti {{all’Africa subsahariana}}, continente nel quale si concentra la maggior parte dei Paesi meno sviluppati; alle zone in cui sono in corso conflitti o è in atto la ricostruzione e la pacificazione post-conflitto, come l’{{Iraq}}, l’{{Afghanistan,}} il {{Libano}}, il {{Sudan}} e la {{Somalia}}. Altri interventi della Cooperazione italiana riguarderanno i cosiddetti “Paesi meno sviluppati” delle {{regioni del Mediterraneo}}, dei{{ Balcani}}, del {{Medio Oriente}} e dell’{{America Latina}}. Attenzione particolare sarà riservata alla {{Palestina}}. Tra le altre cose sarà raddoppiato il contributo italiano all’Unrwa (agenzia delle NU responsabile dell’assistenza ai rifugiati palestinesi) come annunciato dalla viceministra Sentinelli durante il suo recente viaggio a Gerusalemme (23-25 ottobre).

{{Le priorità tematiche della Cooperazione italiana}} per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio riguardano la {{tutela dell’ambiente, delle risorse e dei beni comuni, primo fra tutti l’acqua}}. Le altre priorità sulla quale indirizzare le azioni e i progetti della cooperazione per il prossimo triennio sono l{{’empowerment delle donne, la formazione e l’educazione, e la salute}}.
Saranno sostenuti programmi che promuovano l’autonomia e la capacità delle donne anche come soggetti economici per migliorare la loro condizione sociale e la vita della comunità.