A funerali già effettuati il suo compagno ha comunicato che Ermenegilda
Uccelli Gravone, che tutte chiamavamo Emi, è morta.Si è uccisa, la nostra amica nervosa e tagliente, oppressa da quello che
definiamo male di vivere, una depressione infida che nemmeno la calma del
lago dove da molti anni viveva ha potuto sconfiggere.

Emi, tra le tante
attività preziose e intelligenti alle quali ha dato vita nel movimento
delle donne (come ad esempio una delle prime riviste femministe, {{Madreperla}})
è stata l’artefice della nascita di {{Marea}}, quando nel lontano 1993 chiamò
tutte le riviste femministe sul lago, e da lì per me fu l’inizio
dell’avventura editoriale. Grazie a lei.

E’ stata a Genova l’anno scorso, per questioni di vela, arrabbiata come
sempre per come anche nello sport velistico le donne fossero sottostimate;
aveva in progetto molte cose, tra le quali anche un compleanno tra
femministe da trascorrere ad Altradimora. Portò del pepe profumatissimo, che
stasera macinerò pensando a lei.

Non è mai stata pietosa con nulla, nè con se stessa nè con chi la
circondava, e questa sua ruvidezza non le era perdonata in molti ambienti,
nè nel femminismo nè nella sinistra.

Il suo solitario e dignitoso gesto ci ricorda che ci vuole una forza enorme
per vivere in questi tempi spesso oscuri, così come grande è la forza di
chi, come lei, sceglie di togliersi la vita per il troppo dolore che sente.

A Genova la ricorderemo, dedicandole{{ la pieces su Franca Viola, il 25
giugno.}} Che la terra ti sia lieva, amica.