In un comunicato, Amnesty international denuncia la presenza di una milizia nota per usare metodi brutali e che agisce sotto il controllo dei Corpi delle guardie rivoluzionarie islamiche.A seguito delle notizie relative all’uso di forza eccessiva da parte della milizia Basij contro i dimostranti e alla luce della storia di violazioni impunite commesse da questo settore dei servizi di sicurezza, Amnesty International ha chiesto al governo iraniano di sospendere immediatamente il loro impiego come forze di polizia nel corso delle manifestazioni.

La {{milizia Basij}} è una forza paramilitare composta da uomini e donne, che agisce sotto il controllo dei Corpi delle guardie rivoluzionarie islamiche. I suoi membri vengono reclutati nelle scuole, nelle università, nelle istituzioni private e statali, nelle fabbriche e nelle tribù e sono spesso impiegati per mantenere la legge e l’ordine pubblico, nonché per reprimere il dissenso. Queste milizie sono {{note per usare metodi estremamente brutali.}}

Molte persone che hanno preso parte alle manifestazioni degli ultimi giorni hanno denunciato la presenza di persone armate e prive di uniforme, sospettate di essere Basij, che hanno fatto ricorso alla forza eccessiva, sparato ed eseguito pestaggi contro i dimostranti. Le immagini di un membro della milizia che apre il fuoco sulla folla da un edificio, nel corso delle manifestazioni di lunedì 15 in cui sono state uccise almeno otto persone, avrebbero dovuto sollecitare le autorità ad aprire un’immediata indagine e a dare precise istruzioni al fine di prevenire ulteriori perdite di vite umane. Un altro video, quello della morte della giovane Neda, chiamerebbe in causa le responsabilità della milizia Basij.

Anziché aprire un’indagine sulle uccisioni dei manifestanti, il governo ha minacciato che ulteriori proteste sarebbero state represse “con metodi rivoluzionari” dai Corpi delle guardie rivoluzionarie islamiche, dalla milizia Basij, dalla polizia e dalle forze di sicurezza.

“Gli iraniani e le iraniane che vogliono esprimere pacificamente la propria opposizione ai risultati elettorali non hanno modo di farlo, dato che a contrastarli c’è una violenza legittimata dalla più alta autorità del paese” – ha dichiarato {{Hassiba Haji Sahraoui}}, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “{{Il governo deve consentire lo svolgimento delle proteste pacifiche e togliere dalle strade la milizia Basij.}} Le operazioni di polizia nel corso delle manifestazioni devono essere lasciate alle forze regolari, adeguatamente addestrate ed equipaggiate”.

Dopo che venerdì scorso la Guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, aveva chiesto la fine delle proteste, nei giorni successivi vi sono state altre manifestazioni a Teheran e in altre città del paese. Sabato 20, secondo le autorità, 13 persone sono state uccise e molti di più sono stati i feriti. Ieri, lunedì 22, un’ulteriore manifestazione nella capitale è stata interrotta da gas lacrimogeni e arresti.

“Le recenti dichiarazioni della polizia, che ha negato di aver aperto il fuoco contro i manifestanti, e quelle del procuratore generale di Teheran, secondo il quale le uccisioni sono state opera di ‘terroristi armati’, appaiono come {{il tentativo dello stato di dissociarsi dalla violenza}}” – ha proseguito Hassiba Haji Sahraoui. “È più che mai necessario fermare l’azione della milizia Basij, i cui membri non possono essere identificati dai manifestanti e non sono obbligati a rispondere delle violazioni dei diritti umani.{{ Se le autorità non riescono a controllare queste milizie, le sciolgano}}. È irresponsabile fornire loro le armi e poi sottrarsi alle accuse quando con quelle armi vengono commesse violazioni dei diritti umani”.

{{Amnesty International}} chiede al governo iraniano di indagare a fondo su tutte le uccisioni, comprese possibili esecuzioni extragiudiziali, e di portare i responsabili di fronte alla giustizia.

[appello contro la repressione->http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2306]