Nonostante la giornata di pioggia in molte/i sono scese/i in piazza a Roma il 10 febbraio per la manifestazione nazionale “No Vat – più autodeterminazione meno Vaticano” 2007. Nei giorni precedenti il corteo le polemiche non erano naturalmente mancate. Dopo la conferenza stampa del coordinamento {{Facciamo Breccia}} – che ha indetto la manifestazione – , tenutasi presso la Provincia di Roma, il presidente {{Gasbarra}} (Margherita) aveva denunciato lo “sfruttamento di una sede istituzionale per propagandare le proprie posizioni, con dichiarazioni e travestimenti gravemente offensivi verso uno Stato sovrano” (il “rischio di offendere uno stato sovrano” era, d’altra parte, già stato corso nella passata edizione di No Vat, quando i {{Cobas}} avevano esposto uno striscione contro Ratzinger e Ruini: la Digos aveva, in quell’occasione, “fortunatamente sventato” il tentativo di vilipendere un capo di stato straniero sequestrando lo striscione…).

A seguire il presidente del Consiglio provinciale {{Labucci}} (Ds) ed il presidente della federazione romana del PRC avevano condannato l’esecrabile “carnevalata”: alla conferenza stampa erano infatti comparse maschere del solito duo cardinal Ruini – papa Ratzinger.
_ Ma tant’è, nonostante le avverse condizioni – climatiche e non – tante/i sono scese/i nelle strade per denunciare le ingerenze del Vaticano nella vita politica italiana – nonché la sudditanza della politica sia di destra sia di sinistra – ma anche le connivenze tra gerarchie vaticane e destra fascista, lo sdoganamento dello squadrismo neo-fascista, che è tornato a colpire con forza e frequenza nelle città italiane, nonché l’istigazione all’odio nei confronti delle soggettività non conformi rispetto al modello dominante (oserei dire patriarcale..) e in lotta per l’autodeterminazione.

È infatti {{l’antifascismo la rilevante novità del NoVat 2007}}: “autodeterminazione, laicità, antifascismo sono le nostre pratiche di r/esistenza” si legge nella piattaforma di indizione del corteo. Tra le rivendicazioni proposte dal coordinamento Facciamo Breccia anche {{l’abolizione della legge 40}} – che sembra scomparsa dal panorama politico anche della cosiddetta sinistra radicale -, l’{{eliminazione dei privilegi del Vaticano}} (esenzione ICI, otto per mille, etc..), una {{gestione laica della sanità pubblica}}, la {{laicità dell’istruzione}} (eliminazione dell’ora di religione e cancellazione del sostegno pubblico alla scuola confessionale), ma anche e soprattutto l’{{autodeterminazione delle donne}}, la lotta contro ogni fondamentalismo, la libertà di scelta in ogni fase della vita nonché i diritti e la piena cittadinanza per lesbiche, gay e trans. Interessante – perché non appiattita esclusivamente sulla richiesta di legalizzazione di nuove forme familiari – la posizione sulle unioni civili: “contro la criminalizzazione dei Pacs- si legge nella piattaforma – e l’imposizione di un modello unico e patriarcale di famiglia” .

Sul palco, allestito a piazza Campo de’ fiori, che ha ospitato nel 1600 il rogo di Giordano Bruno, sono intervenute/i in molte/e: i/le rappresentanti del coordinamento Facciamo Breccia, l’associazione Agnostici Razionalisti, i Cobas,il collettivo femminista milanese Mai state zitte, l’Affi etc.

E’ stata fortemente ribadita la volontà di {{dare battaglia sulla decisione della Regione Lombardia di offrirere sepoltura “d’ufficio” ai feti abortiti,}} ma anche quella di {{opporsi all’ipocrisia della “difesa della vita” portata avanti da quanti avallano l’ampliamento delle basi militari a Vicenza}} (il 17 Febbraio è prevista la manifestazione nazionale no Dal Molin) ed il finanziamento dei missili JSF.

Dal palco è stato anche lanciato l’{{appello per una manifestazione a Roma l’8 marzo contro la violenza sessista sulle donne}}.