Nude, coperte o invisibili, matrone, streghe o angeli, le donne devono
ancora oggi soddisfare le esigenze imposte dalla cultura maschile dominante. La prostituzione, la violenza domestica, la disoccupazione femminile, il
lavoro sottopagato, il maltrattamento, le molestie, gli stupri, l’abuso del
corpo femminile nella pubblicità e in tv, l’assenza delle donne dai ruoli
decisionali, l’abuso dell’obiezione di coscienza nelle strutture sanitarie
pubbliche, i continui attacchi al diritto di abortire, la mancata
introduzione della pillola abortiva in Italia, sono tutti fenomeni che noi
donne viviamo quotidianamente, sulla nostra pelle, aspetti diversi di una società sessista, che vuole la donna ancora subordinata al potere maschile.

Non ci scandalizza il caso Berlusconi, almeno non ci scandalizza più del
femminicidio che continua ad essere tollerato, non più dei medici che ci
negano la pillola del giorno dopo, delle maternità non retribuite, della
differenza di salario tra un uomo e una donna per svolgere la stessa
mansione, delle guardie che rimandano a casa una donna maltrattata perché in
fondo “sono cose che possono capitare”, degli abusi che avvengono dentro ai
C.I.E..

L’indifferenza che la maggior parte della gente prova nei confronti
di queste gocce quotidiane di violenza che noi tutte subiamo, questa ci
sembra indecente.

Le donne sembrano essere ancora oggetti di cui abusare, spesso libere
apparentemente, ma di fatto condizionate dalle fila di una cultura che ci
forgia fin dalla nascita, non lasciandoci spesso lo spazio necessario per
sentire ciò che siamo, ciò che vogliamo, mentre il mercato crea sempre nuovi bisogni per soddisfare le proprie esigenze, dalle borse costose, alla
chirurgia estetica.

Nude, coperte o invisibili, matrone, streghe o angeli, le donne devono
ancora oggi soddisfare le esigenze imposte dalla cultura maschile dominante.
_ Veniamo correntemente rappresentate come carnalità, spogliate dell’io,
dell’individualità. Il corpo delle donne, erotico, denudato, devastato dalla
chirurgia plastica, simbolo inequivocabile di bella e scema è un’immagine
martellante, condiziona mode e comportamenti, popola l’immaginario di tutte
e tutti.

Lo spazio di libertà che ha disegnato per noi il femminismo degli anni
Settanta, non trova applicazione, poiché laddove le leggi ottenute con anni
di lotte, garantiscono un diritto, è il senso comune, la cultura dominante a
ricordarti che sei corpo, a disposizione.

Tutti i giorni le donne sono nelle strade e il loro corpo viene usato in
maniera analoga a quanto è avvenuto nelle lussuose stanze dei potenti. Corpi
come oggetti, in un sistema economico che si regge sul clientelismo e sulla
corruzione, dove contano soldi e potere, dove si conta per quello che si
possiede.

Ciò su cui pensiamo ci si debba interrogare non è la moralità degli
individui coinvolti in questa singola vicenda, bensì il rapporto uomo-donna,
fondato su uno squilibrio di potere di cui la prostituzione è solo un
esempio, forse il più esplicito poiché vede il corpo diventare merce da
possedere in cambio di denaro, per dimostrare il proprio potere sopra un
altro essere umano.

Come facciamo da anni, prendiamo parola per denunciare lo squilibrio che
permane nel rapporto tra uomini e donne; per denunciare la quotidiana
violenza che le donne subiscono e da cui nessuna di noi è esente, per
denunciare la cultura sessista che ci educa fin dalla nascita ad
interiorizzare ruoli contrapposti e subordinati l’uno all’altro, per dire
che la sopraffazione della cultura maschile non ha confini geografici né di
classe, ma ci colpisce tutte, in quanto donne.

È per questo, che con tenacia, rivendichiamo il lavoro di prevenzione, di
discussione, di confronto, di scambio che da anni proviamo a fare come
gruppo di donne nel nostro territorio, a partire dalle nostre vite, dentro i
consultori, nelle strade, nelle scuole.

È per questo che rivendichiamo di fronte alle istituzioni sorde, a
dimensione e composizione spesso prevalentemente maschile, le nostre istanze
di richiesta di spazi, per accogliere e sviluppare le nostre idee, per far
crescere la nostra consapevolezza e per coltivare un pensiero libero dal
sistema dominante.