Le chiacchiere sull’integrazione e il boicottaggio dei progetti veri
Si teorizza l’armonia tra i popoli a tavolino mentre nella realtà la
repressione è sempre più violenta e giustificata, e i veri progetti
di integrazione vengono boicottati, rallentati, impediti da un
branco di inutili politici e politicheGiornali e TV ci bombardano con la questione sicurezza, alimentando
odio razziale e paure inconsce dello straniero; le soluzioni
proposte a destra e a manca, a livello nazionale e locale, sono
manganelli, telecamere e braccialetti elettronici per donne sole:
involuzione pura!
_ Eppure ci si riempie la bocca della parola {in-te-gra-zio-ne}.. Si
teorizza l’armonia tra i popoli a tavolino mentre nella realtà la
repressione è sempre più violenta e giustificata, e i veri progetti
di integrazione vengono boicottati, rallentati, impediti da un
branco di inutili politici e politiche.
A {{Monfalcone}} c’è una sede {{pubblica}} in Via Vecellio (ex Centro di
prima accoglienza) che giace chiusa, sbarrata, inutilizzata per
chissà quali arcani motivi (sembra che manchino gli estintori..
oibò..) e che potrebbe invece ospitare un reale ed efficace
progetto di integrazione culturale.
_ {{Ci sono donne che da mesi attendono di far partire una sartoria
multietnica}}, ci sono i mezzi, le attrezzature, la volontà, la
dedizione, il talento per farla, manca solo la sede, che di fatto
c’è ma è come se non ci fosse.
Perché? Perché le associazioni di volontariato, fulcro dello stato
sociale, devono elemosinare mesi e anni uno spazio sacrosanto per
operare per il bene di tutti? Perché devono pagare l’affitto di uno
spazio che è pubblico? Perché si spendono milioni per le telecamere
da Grande Fratello e non si attivano queste sedi pubbliche così
scarse e così preziose?
{{Il progetto di sartoria coinvolge donne italiane, bengalesi,
rumene, croate, brasiliane}}, pronte a condividere un’arte antica dei
saperi femminili universali.
Esse sono il sale dell’integrazione
perché {{creare fianco a fianco porta confidenza}}, perché occupare uno
spazio comune crea unione, perché accanto a loro ci sono i bambini
che possono incontrarsi al di fuori della scuola, perché le donne
che credono in un progetto che possa portar loro anche prospettive
di lavoro, diventano il motore di una vera integrazione dove la
diversità è ricchezza.
Le chiacchiere da salotto sull’integrazione sono e restano
chiacchiere, i progetti reali sono futuro e pace e devono trovare
lo spazio che meritano subito!
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