Le donne della Fiom aderiscono alla manifestazione nazionale Contro la violenza maschile sulle donne, per la libertà di scelta sessuale e di identità di genere che si svolgerà a Roma il 28 Novembre 2009.{{La violenza maschile}}, spesso all’interno della famiglia o di legami affettivi ed amicali,
è la prima causa di morte delle donne in Italia e nel mondo.

{{Gli stereotipi di genere, i pregiudizi sessisti e omofobi}} sono ancora un potente
ostacolo alla dignità delle donne nell’accesso al lavoro e nei rapporti di lavoro, le molestie sessuali sono la forma di mobbing e intimidazione più diffusa nei luoghi di lavoro, in particolare nei confronti delle donne migranti.

{{Nella crisi quando il posto di lavoro è minacciato}}, sono spesso le donne le prima ad essere espulse da processo produttivo. Questo in un paese, dove l’occupazione femminile è già di per sé sotto la media europea. Inoltre, in questo contesto, il ricatto sessuale diventa uno strumento subdolo usato contro dignità delle lavoratrici con l’obiettivo di sottrarre loro i diritti di lavoratrici e di persone.

{{La svalorizzazione del corpo e della sessualità femminile}} nella ribalta mediatica e della politica alimenta comportamenti e culture misogine, in palese contrasto con i valori dell’autoderteminazione e della libertà di scelta per cui i movimenti delle donne si sono battuti .

{{Riafforano oggi posizioni antiabortiste}} e il Ministro della salute prova a contrastare la diffusione della pillola Ru486, contro le opinioni scientifiche e la validazione dell’AIFA e dello stesso consiglio superiore della sanità. Tali posizioni sono inoltre subdolamente diffuse tramite “La Carta dei Valori”, cui viene chiesto a donne e uomini migranti di aderire per ottenere la possibilità di soggiornare in Italia.

[Il libro Bianco di Sacconi->http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/376B2AF8-45BF-40C7-BBF0-F9032F1459D0/0/librobianco.pdf] delinea uno stato sociale in cui il welfare viene privatizzato e la famiglia, vero ammortizzatore sociale, ridiventa il perno della solidarietà in una logica regressiva in cui gli interventi sociali vengono scaricati pesantemente sulla fatica quotidiana e gratuita delle donne, così come sulle tante donne migranti che con il loro lavoro suppliscono alle carenze dello stato sociale, penalizzate due volte: come donne e nella condizione di migranti,

{{Le politiche dei tagli nei servizi all’infanzia e alla non autosufficienza}}, nella scuola, nella ricerca, nelle università, nella sanità hanno colpito in primo luogo posti di lavoro femminili e distrutto aspettative di lavoro e di condizioni di vita per tutte e tutti.

Le metalmeccaniche e i metalmeccanici si sono mobilitate/i in questi mesi per difendere il lavoro e il diritto a decidere sulle proprie condizioni e a votare i propri contratti contro gli accordi separati e la negazione della democrazia sui posti di lavoro,contro l’impoverimento dei salari,gli accordi che permettono di andare sotto i minimi salariali e consentono le deroghe in peggio dei diritti contrattuali.

Il modello contrattule che è alla base degli accordi separati propone una strategia di divisione, esalta risposte egoistiche e di chiusura corporativa rispetto alla crisi.

La libertà femminile contro ogni forma di violenza promuove un cambiamento profondo verso l’affermazione di una socialità ricca di differenze e espansiva della democrazia..

Come metalmeccaniche siamo parte di questo movimento e saremo in piazza il 28 novembre per denunciare,contrastare, rimuovere, tutte le forme di violenza sulle e contro le donne.