C’è sempre un secondo round quando ci si impegna a ritagliare e fare collages dei “peccati” altrui:
ecco quindi che il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo è stato copiato (per il 98% delle citazioni, afferma Mediaset) dal noto programma Striscia la notizia, per mostrare come sulla stampa del gruppo editoriale L’Espresso, definita in questo Corpo2 “stampa progressista”, si faccia uso a larghe mani di pubblicità, articoli, video (esempi tratti da Repubblica TV) di corpi femminili porno-sexy-fetish in tutte le salse e per ogni occasione. Ovviamente in pole position la famosa{{ copertina de L’Espresso}} con la donnina crocifissa… .

Che dire? Lo sapevamo che sarebbe successo, che cioè un prodotto utile come quello della {{Zanardo}} ma limitato (molta Mediaset, poca Rai, niente del resto) avrebbe suscitato una controffensiva. Se da un lato però Mediaset si limita a proporre col {Corpo2 } immagini di pubblicità e spot pubblicitari, mentre {{Zanardo}} faceva una critica anche dei modi di presentare e interloquire con le donne durante delle trasmissioni… c’è da dire che a questa mancanza il documentario di Striscia rimedia offrendoci interessanti passaggi: {{il discorso sulla bellezza femminile, }} sull’obbligo a piacere delle donne, è fatto forse meglio che nel documentario originale (la comparazione tra la foto a tutta pagina dell’uomo intellettuale Eugenio Scalfari, con le sue macchie d’età… e quella della modella a fianco che cura col laser una invisibile macchiolina).

Scandalo da tutte le parti per questo {Ilcorpo2}, articoli critici anche su Femminismo a sud, un punto di riferimento per il femminismo giovane e non istituzionalizzato… ma a me pare più che altro {{un utile invito alla riflessione }} sulla diffusione generale del modello della donna oggetto, seppure travestito da “contraerea” berlusconiana.

Vi segnalo, in questa (necessaria) pausa critica, anche il testo che sta uscendo a puntate sulla [“rivista di varia donnità” XXdonne.net->http://www.xxdonne.net/], nella cui rubrica “Ci girano le ovaie”, ho scelto di non censurarmi dicendo ciò che penso della scelta di {{Lorella Zanardo}} di fare del titolo del suo documentario {“Il corpo delle donne”} un marchio, attraverso il quale gestire l’ampio (e in parte acritico) mercato soprattutto di gran parte di circoli femminili del Pd e affini, la grande richiesta di pop star della cultura, in questo caso “femminista”, ad uso di conferenze, incontri, serate dell’otto marzo, insomma ad uso di tutti quei momenti nei quali ora va di gran moda proporre qualcosa di chiara fama e che possibilmente punti il dito altrove rimandando al dopo-Silvio l’analisi di quanto il maschilismo viva radicato nella sinistra italiana.

C’è una parola che definisce la convinzione, o la strategia, del fare apparire tutti uguali nei meriti e nei demeriti,{{ “qualunquismo”}}: noi femministe però, nel momento in cui analizziamo la realtà, non dobbiamo avere paura di vedere dove sta il maschilismo e la strumentalizzazione delle nostre politiche. Non volendo {Ilcorpo2,} nella sua strumentale operazione difensiva, può fornirci degli imput.

Alle donne di Mediaset che hanno forse (perché nel video non sono riportati i nomi di chi ha prodotto il pezzo) hanno contribuito al Corpo2 diciamo: e voi venite in piazza a palesarvi e protestare per un cambiamento o producete critica solo su comando di Ricci?

Francesca Palazzi Arduini

Da http://femminismi.wordpress.com