In discussione alla Commissione giustizia del Senato due disegni di legge che rendono obbligatorio il ricorso alla mediazione
familiare anche in casi di padri/mariti o partner violenti, a discapito
delle madri e dei figli minorenni, subordinando ogni decisione che riguarda
i figli ad una condivisione con l’ex partner violentoIl 12 giugno alla Commissione Giustizia del Senato è prevista la discussione sui
[DDL n. 957->http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/32138.htm] (PDL-UDC) {Modifiche al codice civile e al codice di procedura civile in materia di affidamento condiviso}, [DDL n. 2800->http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/37062.htm] (IDV) {Modifiche alla disciplina dell’affidamento condiviso}.
_ Queste proposte contengono
gravissime violazioni dei diritti fondamentali delle donne vittime di
violenza e dei figli minorenni vittime di violenza diretta o assistita, in
contrasto con quanto raccomandato dall’ONU in materia alle Istituzioni
italiane rispetto alla [legge sull’affido condiviso n.54/2006->http://www.camera.it/parlam/leggi/06054l.htm].

Tali disegni di legge rendono obbligatorio il ricorso alla mediazione
familiare anche in casi di padri/mariti o partner violenti, a discapito
delle madri e dei figli minorenni, subordinando ogni decisione che riguarda
i figli ad una condivisione con l’ex partner violento.

Inoltre si introduce la Sindrome di Alienazione Parentale quale motivazione
“scientifica” a sostegno di queste norme.

Il minore che ha subito direttamente atti di violenza dal padre o ha
assistito a forme di violenza fisica, sessuale, psicologica e verbale contro
la madre o su altre figure affettive di riferimento, subisce conseguenze
devastanti sotto ogni punto di vista, nel breve e lungo termine, e potrebbe
riprodurre quei comportamenti.

Denunciare la violenza domestica per una donna non è un espediente per
avere condizioni migliori di separazione, ma una decisone dolorosa per
uscire da un trauma profondo dopo molta sofferenza, anche assieme ai propri
figli, rispetto ad una persona che si è amata.

La violenza domestica è una realtà in Italia ed in Europa ancora oggi molto
diffusa e poco denunciata, è secondo l’ONU la causa del 70% dei femmicidi: “{Femmicidio e femminicidio in Europa. Gli omicidi basati sul genere quale
esito della violenza nelle relazioni di intimità}”.

In Italia da gennaio a giugno sono 63 le donne ammazzate dal partner.

Avere vicino un marito responsabile e rispettoso, e un padre capace di
crescere i figli in maniera condivisa è la premessa per una relazione
familiare positiva, è il desiderio di una madre.

La PAS, o sindrome di alienazione parentale è considerata un disturbo
relazionale nel contesto delle controversie per la custodia dei figli, in
cui un genitore manipola il figlio contro l’altro genitore per rivalersi.
Malgrado non esista nessun riconoscimento diagnostico scientifico (DSM)
della PAS al mondo, tale “sindrome” viene spesso erroneamente utilizzata
nei tribunali e dai servizi sociali in Italia per decretare il diritto
dell’abusante, in casi di separazione per violenza agita dal partner sulla
madre e sui figli, ad ottenere una mediazione forzata e poi l’affido
condiviso dei figli.
_ È bene sottolineare che i bambini e le bambine che
hanno un padre violento si giovano della sua assenza: solo così possono
ricostruire un reale futuro sereno assieme alla madre.

Si ritiene di dubbia costituzionalità e lesiva dell’ordinamento giuridico
italiano la volontà di introdurre della PAS (Sindrome di Alienazione
Parentale); vista la sua assoluta e conclamata mancanza di validità
scientifica a livello internazionale.

Le realtà che lavorano per il rispetto dei diritti umani e a contrasto
della violenza maschile sulle donne e sui figli minorenni, chiedono che :

– Che la legge vieti espressamente l’affido condiviso nei casi di
acclarata violenza agita nei confronti di partner e/o sui figli

– Che sia definitivamente proibito l’utilizzo della sindrome di
alienazione parentale in ambito processuale e da assistenti sociali come motivo di mediazione familiare e affido congiunto.

*Casa Internazionale delle Donne – Roma; UDI nazionale; Piattaforma CEDAW; Associazione Differenza Donna; Associazione Donne, Diritti e Giustizia; Associazione Giuristi Democratici; Associazione Il cortile; Associazione Maschile Plurale; A.R.PA, Ass. Raggiungimento Parità donna uomo; Bambini Coraggiosi; Cooperativa Be Free; Fondazione Pangea; Lorella Zanardo- Il
corpo delle donne; Movimento per l’Infanzia; Zeroviolenzadonne.*

Per adesioni e per informazioni: [30yearscedaw@gmail.com->mailto:30yearscedaw@gmail.com]