Due donne uccise a distanza di poche ore per mano dei loro compagni. Il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna chiede che venga tenuta alta l’attenzione sulla gravissima situazione del femidicio e della violenza domestica.Nel 2010 in Italia sono state 127 le donne uccise nell’ambito della violenza di genere (dati sottostimati raccolti dalla Casa delle donne di Bologna sui quotidiani nazionali); dall’inizio di quest’anno, solo in Emilia-Romagna sono state già 12 le donne uccise, un altro femicidio è stato sventato per poco, in una lavanderia di Via Andrea Costa a Bologna qualche settimana fa.

Con i due omicidi di sabato 19 novembre il numero di donne uccise in ambito di violenza domestica dall’inizio dell’anno nella nostra regione sale a 14.

Nel pomeriggio di sabato i due femicidi sono stati compiuti a distanza ravvicinata a Bologna e a Sorbolo. Augusta, bolognese di origini dominicane, ha perso la vita per le coltellate che il compagno le ha inferto durante un litigio, prima di tentare a sua volta di togliersi la vita. La donna, 50enne, era nel proprio appartamento, dove ha fatto entrare l’uomo senza poi potersi opporre alla sua violenza.

Stessa sorte per la donna di origine marocchine uccisa a Sorbolo, frazione di Brescello. All’ora di pranzo ha perso la vita uccisa a martellate dal proprio marito. La figlia piccola, di 4 anni, era in casa al momento della tragedia. La donna, 39enne, era madre di due figli e già in passato sembra avesse segnalato alle forze dell’ordine gli episodi di violenza familiare di cui era stata vittima.

Storie familiari dal copione già visto, che i Centri antiviolenza da anni sottopongono all’attenzione pubblica chiedendo adeguate misure di prevenzione e di protezione. Non è infatti corretto parlare di raptus o follia: il femicidio non è frutto di un “delitto passionale” ma viene spesso commesso dal partner dopo anni di violenza o di stalking, per l’incapacità di alcuni uomini di accettare le scelte di autonomia della propria compagna o la fine di una storia.

Questi ultimi due femicidi accadono a distanza di pochi giorni dal 25 novembre-Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e a distanza di due giorni dall’apertura della mostra Testimoni silenziose presso l’Urban center a Bologna, che ricorda tutti i nomi delle 127 donne uccise nel 2010, a conferma di un problema emergenziale su cui occorre investire risorse e prevenzione culturale.

Un problema che non può esser rimandato o ignorato e che va sostenuto con le prioritarie azioni di sensibilizzazione, di aiuto e di protezione delle vittime che i Centri antiviolenza da anni svolgono sul territorio.

Coordinamento dei Centri antiviolenza
dell’Emilia-Romagna, della Casa delle donne di Bologna e di Nondasola di
Reggio Emilia