Cuerpos y Territorios sin guerras ni violencia, era il titolo era il titolo del XV incontro internazionale delle Donne in Nero del 2011, a cui hanno partecipato più di 300 donne da Africa, Asia, Europa, Nord America e America latina si è svolto a Bogotà, Colombia dal 15 al 20 agosto.
In effetti tutto l’evento si è svolto attorno a questo titolo e ai suoi soggetti, come i corpi sono segnati, colpiti, feriti, uccisi a causa della guerra e della violenza che ne consegue, una violenza che però fa anche parte della cultura patriarcale che caratterizza questo paese che ci ha ospitate e tutti paesi del mondo nei modi più svariati, più o meno violenti.

Al centro c’è stata la situazione della Colombia, attraversata da un conflitto armato pluridecennale che abbiamo visto in tutte le sue caratteristiche e intrecci con gli interessi delle multinazionali, con la corruzione dei governi e in genere delle classi dirigenti, con una distribuzione della ricchezza profondamente ingiusta in un paese che per le sue risorse potrebbe essere il più ricco del mondo e far vivere la popolazione senza miseria né violenza, con un cinismo e pervicace difesa dei propri privilegi da parte delle classi più ricche in un paese in cui il sistema neoliberista non fa altro che impoverire una percentuale sempre più alta della popolazione con soluzioni economiche che sempre di più diventano modello per tutto l’occidente.

C’erano tante donne, più di 300 da molti paesi, dall’Africa, l’Asia, l’Europa, il Nord America e l’America latina e da diverse regioni della Colombia, abbiamo percorso un lungo cammino di scambi, incontri e relazioni che ci hanno portato a realizzare quello che era stato già un auspicio a Valencia nel 2008, si è aperta una strada che non avevamo mai percorso finora e che ci ha portato fuori dall’Europa per raggiungere l’America Latina, negli incontri precedenti eravamo andate al massimo in Israele e Palestina, dopo molti anni di ex-Yugoslavia durante la guerra e poi in Italia, e Spagna.
_ Un unico grande cruccio, non aver potuto far partecipare all’incontro una donna Afgana, malgrado i nostri sforzi, perché non esiste rappresentanza diplomatica colombiana in Afghanistan e tutte le altre vie tentate si sono rivelate impercorribili.

Per tutto l’incontro ci hanno accompagnato gli atti simbolici delle Mima-Hadas, fate/mime che hanno usato la gestualità, la performance, la danza, il silenzio e leggère come i loro vestiti fatati, hanno dato imput, alleggerito silenzi e momenti dolorosi, introdotto sessioni.

Il quadro della militarizzazione dei territori e della vita, il conflitto armato vissuto direttamente con le sue tragiche ricadute sulla vita delle donne in Colombia ci hanno accompagnato nelle plenarie nei workshop ma hanno assunto un tratto internazionale con l’intervento di donne da India, Serbia, Bosnia, Palestina, Israele, Congo che hanno rafforzato l’analisi sulla violenza sulle donne e il suo esacerbarsi con la guerra e sottolineato l’importante ruolo delle donne per una lotta per la fine della guerra e per la pace basata sulla non violenza.

Da vittime a soggetti attivi, creativi e indispensabili perché la guerra esca finalmente dalla storia, una storia piena di “eroi” e “grandi strateghi della morte” di cui facciamo e faremo volentieri a meno.

Importante l’incontro con Piedad Cordoba, senatrice colombiana che porta avanti con tenacia e grande coraggio l’obiettivo dell’uscita dal conflitto armato attraverso la negoziazione politica, obiettivo condiviso e assunto già da molti anni dalle donne della Ruta Pacifica de Mujeres/Donne in Nero di Colombia.
_ Piedad Cordoba ha condotto anche negoziati trasparenti e chiari sia nelle modalità che negli obiettivi con l’unico scopo di liberare persone rapite dalla guerriglia e che si trovano nelle loro mani anche da 13 anni come è il caso di alcuni militari, è riuscita nel suo intento ma l’accusa di contiguità con la guerriglia che l’ha poi perseguitata ha permesso a una classe politica miope e corrotta di espellerla dal senato con un atto illegale, esponendola a minacce e pericoli da più parti. Si tratta di una straordinaria figura di afrodescendiente orgogliosa delle sue origini e dotata di grande determinazione.

Abbiamo incontrato le attiviste colombiane che oltre all’attivismo contro il conflitto armato, lavorano su vari piani nelle varie regioni, contro la violenza sulle donne, per la protezione delle bambine e delle donne dagli attori armati che usano i loro corpi come bottino di guerra, per il loro empowerment anche in campo economico, per la difesa della terra, delle sementi autoctone, delle biodiversità, per la sovranità alimentare, contro sistemi di apparente lotta alla droga come le fumigazioni che distruggono nei territori la possibilità di colture alternative, avvelenano l’acqua, fanno ammalare le persone, contro il desplazamiento che colpisce molto le donne cacciate dalla violenza dei paramilitari che uccidono membri della famiglia o bruciano le case e i raccolti o dalle incursioni dei guerriglieri e i conseguenti conflitti a fuoco con l’esercito o altri attori armati.

Il tema della memoria/giustizia, verità e riparazione ha attraversato l’incontro con testimonianze e rituali di protezione e sorellanza che aiutano a vivere in un attivismo della memoria che addolcisce il dolore e ne fa un tema di lotta costante.

Abbiamo concluso con un rituale di scambio di doni e testimonianze di affetto e riconoscenza alle internazionali da parte delle donne colombiane delle varie regioni, per essere andate in Colombia rispondendo al loro appello.

L’ultimo giorno è stato caratterizzato da un sit-in/manifestazione nel centro di Bogotà, ci siamo andate truccate come l’immagine della donna che ha dato il proprio volto all’incontro, facce bianche con occhi contornati di viola e nero, femministe/donne in nero contro la guerra con un rituale di protezione delle donne di tutti i paesi, momento che resterà nel nostro cuore di attiviste per sempre.
Abbiamo deciso che il prossimo incontro internazionale delle Donne in Nero sarà in Uruguay.
_ Abbiamo redatto una dichiarazione finale che tocca le sfide che sono di fronte alla nostra rete nel mondo e le azioni che intendiamo portare avanti insieme.

Abbiamo deciso che il prossimo incontro internazionale delle Donne in Nero sarà in Uruguay.