Le associazioni di donne “ Arcidonna Napoli”e “ Salute Donna Napoli”, propongono all’attenzione delle altre associazioni femminili e delle altre donne un ricorso politico contro Berlusconi. Esse individuano nei comportamenti, nei gesti e nelle parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un sistematico e lesivo atteggiamento mirante alla svalorizzazione della personalità femminile, alla lesione del suo patrimonio etico e morale, alla svalutazione della sua immagine e dignità come persona. La donna è rappresentata in numerose dichiarazioni pubbliche rese da Silvio Berlusconi, come subordinata all’uomo, come oggetto d’uso dello sguardo, del piacere e della sessualità maschile. .
_ Silvio Berlusconi, ovunque si rechi in veste ufficiale in Italia e all’estero nei discorsi di economia, di politica, di lavoro cita le donne sempre e solo come complemento gradevole della vita del paese, e nello stesso tempo come contorno, periferia, e non come struttura della vita economica, sociale e politica al pari degli uomini.
_ Le donne sono, nella rappresentazione che ne fa Silvio Berlusconi, discriminate, inferiorizzate, ridotte a sollazzo per gli uomini

Le sue esternazioni riguardanti le donne sono plurioffensive in quanto ledono, al tempo stesso, una pluralità di beni giuridici, quali l’uguaglianza di genere, la dignità personale, la libertà individuale, la libertà sessuale, il diritto al lavoro e non ultime l’integrità psicofisica e la salute delle donne.

{{Questi comportamenti lesivi dei diritti inviolabili della donna sono aggravati dal ruolo specifico di Silvio Berlusconi}} che dovrebbe, non solo, non arrecare offesa pubblica alle donne, come qualsiasi altro uomo, ma in quanto leader politico e uomo di governo, dovrebbe rispondere al compito di rimuovere, e non certo di aggravare con il suo atteggiamento, tutti quegli ostacoli che impediscono alle donne di accedere a pari opportunità lavorative, sociali, culturali e politiche

Il parlamento europeo ha ultimamente invitato gli stati membri a sorvegliare i messaggi pubblicitari che sovraespongono il corpo delle donne a detrimento di altre competenze e qualità: ebbene i messaggi di un presidente del consiglio hanno più forza ed impatto sulla popolazione, e soprattutto sui giovani, di qualsiasi messaggio pubblicitario, in quanto, proprio per la funzione di guida rivestita da chi li espone, si ammantano di una supposta autorevolezza dagli effetti perniciosi e difficilmente contrastabili.
_ Inoltre la reiterata, massiccia diffusione di una immagine sociale femminile, legata principalmente all’estetica ed all’avvenenza danneggia le donne nello sviluppo della stima e dell’identità personale, focalizzando la loro attenzione su aspetti parziali ed effimeri della loro identità.

L’elogio della bellezza, fatto dal premier in modo esclusivo, reiterato, ossessivo, monocorde diviene una grave molestia morale per tutte le donne e un insidioso messaggio per le giovani che traggono dalle sue parole un invito a investire sull’ aspetto estetico come strumento principale per raggiungere, attraverso un uomo, l’ obiettivo della propria realizzazione personale e sociale.

Il messaggio del dott. Berlusconi è chiaro: essere belle non è solo una qualità aggiuntiva che al limite può servire in maniera prevalente nelle così dette professioni di “immagine”, ma essa è una qualità sostanziale e strutturale perchè le donne riescano a realizzarsi in tutte le professioni: dalle segretarie, alle operaie, alle politiche..
_ Silvio Berlusconi arreca gravi danni alle donne nel coltivare pubblicamente una immagine femminile deleteria e regressiva, incoraggiando e stimolando con ciò le giovani a considerare se stesse come corpo e questo come merce di scambio di transazioni lavorative, economiche e politiche, orientandole verso una concezione del lavoro e della vita assolutamente irrealistica. Egli con le sue frasi, i suoi messaggi reiterati pubblicamente le invita a puntare su valori estetici, legati al corpo, di breve durata che portano con sé un aumento dell’incidenza di disagi sociali e personali.

L’elogio della bellezza muliebre diviene addirittura attraverso le parole del premier, apparentemente innocue, esimente anche per i violenti e gli stupratori: la bellezza richiama la violenza e non è possibile mettere un soldato a guardia di ogni bella donna. Il messaggio che passa, in questo caso, dato che chi pronuncia tali frasi è il capo del governo che dovrebbe avere la responsabilità politica di mettere in campo soluzioni per il problema gravissimo dello stupro, è che la violenza maschile è un fatto naturale che esplode alla vista della donna bella, nel desiderio di “entrarne in possesso attraverso l’appropriazione indebita del suo corpo”.

Questo messaggio, oltre che contraddire quelle che sono le acquisizioni internazionali sulle cause della violenza e sui metodi di lotta contro la violenza e sugli impegni presi dall’Italia in tal senso, sviluppa e/o aumenta il senso di inermità ed insicurezza delle donne di fronte alla violenza maschile inducendole a ritenere che le istituzioni stesse non siano in grado di difenderle.

Le nostre associazioni che hanno come finalità la difesa e la promozione dei diritti delle donne in famiglia, nella vita pubblica , lavorativa e politica, affermano con forza che la reputazione, l’onore e l’immagine di tutte le donne è stato leso dalle frasi pronunciate da Silvio Berlusconi come singolo uomo, che tale lesione è ancor più grave perché Silvio Berlusconi, nell’identificare la vita privata con la vita pubblica ha pronunciato queste frasi nelle occasioni ufficiali in cui era presente nei suoi molteplici ruoli pubblici ed istituzionali, dando in questo modo alla sue frasi, diversamente da un anonimo uomo di strada una capacità lesiva massima dell’immagine femminile.

Le nostre associazioni ricordano che le frasi di Berlusconi sono lesive dell’immagine della donna a maggior ragione se paragonate all’ampio sforzo che le istituzioni internazionali fanno per combattere i contenuti di quelle frasi e cioè: sessismo, disparità, emarginazione e violenza contro le donne.

Tale costante, reiterata e proterva denigrazione dell’immagine femminile, è stata conseguita attraverso un comportamento che ha ignorato le proteste di singole o di gruppi di donne sia italiane che straniere.
_ Ogni volta che questi comportamenti sono stati giustamente criticati non sono conseguite scuse, pentimenti, o ravvedimenti da parte del presidente del Consiglio che ha reiterato le sue offese, rivolgendosi in più agli uomini italiani per condividere con loro, contro le donne italiane, tali apprezzamenti e modi di pensare sulle donne, avallando in toto il maschilismo del nostro paese, che anni di battaglie delle donne e delle stesse istituzioni avevano cercato di spezzare.

Le nostre associazioni in rappresentanza delle donne italiane chiedono che Silvio Berlusconi sia condannato politicamente per tutti i comportamenti fin qui addebitategli, che costituiscono in sintesi una violazione dei diritti inviolabili della persona ed in particolar di quel diritto fondamentale che è l’uguaglianza tra i sessi.