Da “il Corriere della Sera” di sabato 1 novembre 2008: Somalia, l’adultera lapidata era una bambina di 13 anni rapita e stuprata da tre uomini.

La notizia del linciaggio era rimbalzata in tutto il mondo ma si era detto che aveva 23 anni perché sembrava più grande della sua età. “…i tre uomini che l’anno rapita e violentata quasi di certo appartengono allo stesso gruppo di 50 fanatici che lunedì l’ha lapidata come ‘adultera’ sulla piazza di Chisimaio, Somalia del Sud. Con la complicità del ‘giudice islamico’ a cui lei si era rivolta…chiedendo giustizia per quello stupro e finendo ammazzata sotto gli occhi di centinaia di spettatori……Il padre di Aisha, Abraham ne ha parlato ad un giornalista di radio Somaliweyn… questo quello che ha detto: ‘mia figlia viveva con me in Etiopia nel campo profughi di Dhagahbur. Non era sposata, era solo una bambina che ha chiesto di andare a trovare la nonna nella capitale somala. Ma un giorno mi ha chiamato e mi ha detto che all’indomani l’avrebbero uccisa, mi ha detto che era stata rapita dalle milizie, che tre uomini l’avevano stuprata e che quando era andata dal giudice questo invece di aiutarla l’aveva condannata alla lapidazione. I tre volontari lasciati liberi: non è Islam questo. Chi l’ha uccisa deve pagare il prezzo di quel sangue’…”.

Questa la {{dichiarazione di Amnesty}} :”Quella bambina ha sofferto una morte atroce, l’ennesimo abuso dei combattenti in Somalia su cui è cruciale lanciare una indagine internazionale”

cfr. in {articoli}, da “combonifem.it” [Le pietre della morte che colpiscono una donna->http://www.combonifem.it/articolo.aspx?a=819&t=N]