In prossimità del convegno dedicato ad Alma Sabatini pubblichiamo un’intervista con la sua amica di infanzia.{{In che occasione ha conosciuto e ha fatto amicizia con Alma Sabatini? }}

Ho conosciuto Alma, nel 1928, quando avevo sette anni e frequentavo la seconda elementare all’Umberto I.
_ Quando entrò nella nostra classe, lei aveva un anno meno di me, essendo nata nel settembre del 1922. Era un periodo tragico per lei. Aveva perso il padre, tre mesi prima, ed era stata, con la madre, un mese in Egitto, presso uno zio materno che, mi sembra di ricordare, fosse un giudice.
_ La signora Sabatini era molto attenta alla bambina, e si preoccupò di trovarle una compagna di studi che la potesse, come si diceva, ‘mettere in paro’. La maestra indicò me; ero ‘bravina’ e abitavo molto vicino a lei. Così cominciai ad andare tutti i pomeriggi a studiare a casa sua. La mia famiglia era numerosa e la mia casa più movimentata e rumorosa.
_ Siamo state compagne di classe, non di banco, fino alla licenza liceale, che abbiamo preso al Mamiani nel 1940.
_ La nostra bella amicizia è iniziata una domenica mattina.
_ Mia madre ci aveva portati a giocare ai giardinetti di piazza Mazzini e vide la signora Sabatini andare a messa, vestita a lutto, con guanti e veli neri bordati di bianco, trascinandosi appresso quella povera creatura che non voleva entrare in chiesa.
_ Le nostre madri si conoscevano, pur non frequentandosi. “Signora, lasci Alma a giocare con Luisa e le altre bambine!” “No, no, no! Deve venire a messa!”. Mia madre riuscì a convincerla e Alma rimase a giocare con noi. Siamo cresciute insieme, tra la scuola, i pomeriggi di studio e il gioco. Eravamo serene, tranquille; Alma più vivace di me, ma sempre molto posata.

{{Un ricordo di quei pomeriggi di studio? }}

Siamo sempre andate bene a scuola e Alma, fino al liceo, è sempre stata tra le prime, se non la prima della classe. Mi ricordo, nei primi tempi, di un pomeriggio intero passato a studiare le noccioline americane…

{{Non conoscevate le noccioline americane?}}
Sì, le conoscevamo ma evidentemente non avevamo voglia di andare avanti!

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Qualche birichinata insieme l’avete fatta?}}
No! Soltanto una volta, al liceo, abbiamo marinato la scuola; era quasi d’obbligo farlo almeno una volta! Ci siamo dette “Bisogna che lo facciamo!”, ma lo sapevano tutti.

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Avete fatto delle vacanze insieme?}}

Sì, alle medie, Alma è venuta due volte con me al mare, a Castiglioncello, le estati del 1933 e del 1934. All’epoca le famiglie facevano fare ai bambini vacanze di tre mesi.
_ In quelle due estati non accadde niente di particolare. Non facemmo altre amicizie, tranne con un nostra compagna di scuola che abbiamo seguito fino all’Università. Lei aveva la stessa età di Alma ma era molto più spigliata di noi e al mare aveva la sua piccola corte di giovanissimi ammiratori. Noi due eravamo più bambine; giocavamo sulla spiaggia, nuotavamo. Alma nuotava benissimo. Invece non sapeva sciare, è rimasta ai rudimenti, perché è venuta con me una volta sola a Ovindoli, in inverno, ospite della famiglia di mio zio, che spesso m’invitava. Ho conosciuto tutti i parenti di Alma. C’era un legame stretto tra Alma e sua madre e stavano sempre insieme.

{{Al Liceo, è un’altra età, si cresce, si allarga lo sguardo sul mondo. Come avete trascorso quegli anni?}}

Niente di particolare. Continuavamo a studiare insieme, a casa sua. Non andavamo a feste da ballo. A quei tempi si facevano feste da ballo anche in famiglia ma noi non ci andavamo. Andavamo invece sovente al cinema e al teatro.
Alma aveva un’anziana nonna, Biondi di cognome, cui la signora Sabatini era attaccatissima e tutte le domeniche andavano a mangiare e a passare il pomeriggio da lei. Per Alma credo che sia stato una specie di tormento! Spesso m’invitavano e noi due passavamo il pomeriggio a chiacchierare.

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Qualche ricordo dell’Università?}}

Abbiamo preso la licenza liceale nel 1940 e ci siamo laureate all’Università “La Sapienza” nel 1945, Alma in Letteratura francese, con il massimo dei voti, e io in Storia del Risorgimento.
Mentre frequentava l’Università, Alma lavorava alla Biblioteca (n.d.r. non meglio identificata) ed era lì quando ci fu il bombardamento che colpì anche La Sapienza. Noi non eravamo sfollate, avevamo continuato la nostra vita piatta…

{{Mi chiedo come sia stato avere una vita “piatta” sotto la dittatura e poi sotto la guerra, con le deportazioni e con tutto quello di atroce che ha comportato il nazi-fascismo… non penetrava nessun dramma nel vostro mondo? }}

Durante la prima liceo avemmo una compagna di classe ebrea che fu costretta a non venire più a scuola ed emigrò in Brasile. Fu un colpo abbastanza notevole per noi.

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E cosa pensaste di quell’allontanamento? }}

Chi lo sa, io ho l’impressione che pensavamo poco. Per noi il fascismo era la norma. Eravamo state educate così ed eravamo talmente imbottite di quelle idee… facevamo tutto quello che facevano tutti, andavamo anche ai raduni. La famiglia di Alma era convintamente fascista. Suo padre aveva steso la Carta del Lavoro con Bottai che, dopo la morte del signor Sabatini (1930), ha continuato a proteggere la vedova e l’orfana dell’amico. Questo va onore dei sentimenti di Bottai.

{{Le vostre famiglie non mettevano in discussione il regime ma forme d’opposizione, antifascista, esistevano anche prima della Resistenza, fin da quando voi eravate delle bambine e sono cresciute nel tempo; negli anni della scuola, non le avete mai conosciute o non v’interessavano?}}

Non c’interessavano. Non pensavamo neppure lontanamente che si potesse vivere in modo diverso e quando venivamo a sapere di qualcuno che l’avversava…ne eravamo infastidite, lo tenevamo lontano.”

{{ Siete rimaste amiche anche dopo l’Università?}}

Ci siamo frequentate molto anche quando abbiamo cominciato a lavorare, lei come impiegata nell’ambiente militare anglo-americano, ma non ricordo esattamente in che ufficio, e io al Ministero della Guerra che oggi si chiama della Difesa.
Alma m’invitava alle feste da ballo che davano nel suo ambiente. Io ci andai una sola volta e la trovai tristissima: quando aprirono il buffet dovemmo avvicinarci al tavolo in fila, tra due transenne, con una tazza in mano che ci fu riempita di caffè e latte e ci fu dato un panino. Ballai poco perché non sapevo che, se si ballava con qualcuno due volte, si doveva continuare a ballare con lui per tutta la festa. Non avevo interesse per il mio cavaliere. Declinai altri inviti di Alma. Lei si trovava bene nel suo ambiente. Esprimeva una grande vitalità che, evidentemente, era fino ad allora rimasta soffocata; poi si è buttata nel femminismo.

Su Alma Sabatini, appassionata e antesignana protagonista della lotta alle discriminazioni e delle politiche delle donne, c’è molto materiale. Le s’intitola un’associazione formata da femministe che ne hanno condiviso l’amicizia e le battaglie e un Fondo (testamentario) con materiale inerente la sua ricerca sull’uso non sessista del linguaggio, presso Archivia, nella Casa internazionale delle donne, di cui ha partecipato all’esordio dell’iter costitutivo. Nel primo lungo e gelido inverno d’occupazione dell’ex Buon Pastore, portava alle riunioni delle castagne da cuocere nel caminetto (che oggi non c’è più).
Alma ha saputo guardare al mondo e cercare di modificarlo, ha vissuto lo “scarto” che l’ha portata a “buttarsi nel femminismo”: lo stesso sperimentato dalle donne della sua “generazione politica”: una generazione non biologica poiché partecipata da età diverse e da donne le più diverse, molte delle quali provenienti da ambienti tradizionalisti.
_ Quel materiale e altro in formulazione (convegni, mostre, video), può renderci l’Alma “politica”, nel senso più alto che si dava a quel termine negli anni Sessanta/Settanta, ma non racconta come giunse a un cambiamento che fu una scelta, non un destino.

{{Lei ricorda qualche episodio legato ad Alma negli anni Cinquanta/Sessanta? }}

No. Ci siamo frequentate poco negli anni Cinquanta. Mi sono sposata nel 1949 e sono stata assorbita dalla famiglia, lei dall’insegnamento. Non saprei datare, ma mi ricordo che quando ha cominciato a interessarsi del linguaggio, telefonava a mio marito, che era un ufficiale, perché voleva fare “il femminile” dei graduati dell’esercito: ‘tenente’, ‘maggiore’.

{{Lei ha partecipato alle prime riunioni femministe in casa di Alma? }}

No. Ci sono andata una sola volta. Non riconoscevo più Alma né la casa che avevo frequentato tutti i giorni della mia vita.
Mi scusi, ma non potevo pensare a com’era stata quella casa con la signora Sabatini.

{{Il valore di una testimonianza è riportare ciò che si è vissuto al momento, senza aggiustamenti successivi. È noto che il cambio radicale di registro, effettuato dal femminismo, scandalizzava. Uno scarto, una scelta pagata spesso con la perdita di amicizie e di amori. Un aspetto poco visitato. Lei ed Alma vi siete perse così? }}

Non ci siamo più viste. Ho saputo che l’hanno picchiata a piazza Farnese; è andata su tutti i giornali, ma non ci siamo più frequentate. Lei mi parla di un convegno in preparazione su Alma Sabatini*, della sua fama internazionale della sua ricerca sul linguaggio ma non posso aggiungere altro.

*{ Intervista realizzata a giugno 2011, presente Liliana Barca, amica di Luisa Maimone. Si ringraziano entrambe.}