Nel segno delle bambine e dei bambini di TerezinIl campo di concentramento (i tedeschi lo chiamavano ghetto) di Terezin, la città fortezza a una cinquantina di chilometri da Praga, era una vera e propria ‘stazione di scambio’ nel viaggio verso la soluzione finale: dal campo si partiva per Auschwitz.

Delle 140.000 persone, quasi tutte ebree cecoslovacche, che sono passate di lì, poche si sono salvate. Stessa sorte è toccata a circa 15.000 bambine/i, ragazze/i di età inferiore ai 16 anni che hanno ‘abitato’ quel campo.

Restano solo gli struggenti disegni, gli acquarelli, i collages e le poesie prodotte nelle loro cosiddette “case”, dove gli stessi detenuti avevano per loro organizzato attività culturali (artistiche e letterarie) e anche un giornale diretto da un giovane di 16 anni. In queste espressioni, non c’era soltanto il segno della sofferenza, spesso c’era il segno della speranza nelle forme più semplici, quelle della quotidianità di una vita inumana.

Il Museo ebraico di Praga le custodisce e ne fa memoria: le illustrazioni che seguono sono tratte da pubblicazioni del Museo stesso, ‘ricordo prezioso’ di una tappa della memoria che a distanza di anni lascia un segno forte.

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