Quanto lontane dal sentire comune le dichiarazioni dell’anziano Premier
sulle manifestazioni di domenica 13 febbraio in Italia
Mostrano, in tutta la loro tragicità, l’ incapacità di uomo, modellato sulla
rappresentazione di maschio italiano anni 50, di capire il presente. Un
Premier che vuole rappresentarsi come oggetto di desiderio delle donne,
come icona sessuale, ricco impresario che può far sognare giovani donne.
_ Un
vecchio uomo che ha sogni vecchi! Ha pensato di poter avvolgere l’Italia in
un sogno ipnotico, in un tragico “Ghe pensi mi” che nulla in realtà poteva
e che nulla ha potuto.
_ In una tragica commistione ha elargito laute
ricompense
(per prestazioni private ) con pubblico denaro: avvocati segretarie ,
igieniste truccatrici, ex fidanzate. Tutte ben retribuite attraverso
incarichi, designazioni, nomine, di esclusivo marchio pubblico.

Ha banalmente definito faziose le donne scese in piazza, opponendo loro
“quelle che lo conoscono bene e che sanno quanta considerazione ha per
loro”! Un anziano Leader che pensa ancora di essere il centro di tutto, non
comprendendo quanta novità vi è in questo rinnovato agire collettivo!

Domenica 13 febbraio noi donne non abbiamo chiesto attestati di dignità a
nessuno: abbiamo voluto, invece, segnare il passo verso la delegittimazione
di chiunque si erga ad occupare indegnemente lo spazio pubblico!

Domenica per le strade c’ è stata l’esplosione di un DESIDERIO comune, che è
cresciuto in tutte noi, che rappresentava la distanza tra ciò che stava
accadendo (la realtà) e quello che sentivamo dentro di noi. Una distanza
che all’inizio si è manifestata superficialmente con un disagio, una sorta
di malessere.
_ Ma al contrario di altre volte in cui abbiamo tentato di
eliminarlo, ognuna a modo suo, l’abbiamo coltivato, ed è esploso!

Domenica 13 febbraio si è svelata la sua vecchiaia ideologica, ha reso
impossibile la devastante rappresentazione della realtà che continua a
passare dai media nazionali. Domenica 13 un’altra Italia ha chiesto parole
nuove per nuovi ideali, per una nuova dignità.

Il 13 febbraio le donne, ma anche i tanti uomini presenti, hanno chiesto di
trasformare il paese, hanno chiesto una legge elettorale che rappresenti
meglio i cittadini e le cittadine.
_ Un paese moderno che partendo
dall’istituzione di un’autorità indipendente sulle questioni di genere,
sappia tutelare davvero i diritti delle lavoratrici, si approcci in modo
pragmatico al tema della conciliazione, una legge sul congedo paternità e
una legge sulla fecondazione assistita più moderna.

Il 13 febbraio abbiamo voluto riappropriarci del nostro futuro