Un gruppo di associazioni, reti e riviste impegnati sui fronti della pace, del rispetto dell’ambiente, dei diritti umano e dell’informazione indipendente (gran parte delle organizzazioni promotrici svolgono da anni campagne di pressione verso aziende, banche ed istituzioni per la difesa dei beni comuni e delle comunità locali) hanno deciso di aprire un faro sui comportamenti di dieci banche invitando a farsi parte attiva in questo campo. A tale scopo è stato aperto il sito vizicapitali.org che si presenta come segue.Le banche hanno assunto oggi un potere senza precedenti. Da loro passa la maggior parte della ricchezza del paese, che viene investita in attività produttive, infrastrutture, titoli di borsa e prestiti alle famiglie e ai singoli. Non esiste azienda, ente pubblico o privato che non dipenda, direttamente o indirettamente, dai servizi finanziari di un istituto di credito. Dalle loro scelte dunque dipende la direzione che prenderà l’intera economia e l’impatto che essa avrà sulle nostre vite. Non parliamo solo di tassi di interesse e di condizioni, più o meno agevolate, per accendere un mutuo o aprire un conto corrente. La banca incide sulla nostra vita soprattutto attraverso le aziende o i progetti che decide di finanziare o di sostenere.

Dal commercio di armi ai grandi progetti infrastrutturali, talvolta destinati a compromettere per sempre l’ecosistema, dal nucleare ai processi di privatizzazione del servizio idrico, il comportamento delle banche ha ricadute sociali pesantissime, ma spesso volutamente ignorate.

In questo sito troverete un’analisi aggiornata delle prime dieci banche italiane sulla base di sette indicatori (i “vizi capitali”): armamenti, impatto sociale, impatto ambientale, paradisi fiscali, tutela del risparmiatore, nucleare civile e privatizzazione dei servizi idrici. Per fare cosa? Anzitutto per cambiare. Per quanto potenti infatti, gli istituti hanno un punto debole: dipendono da noi, ovvero dai nostri soldi. Siamo noi a decidere se e come alimentare questo sistema. Il nostro sostegno silenzioso, in qualità correntisti, mutuatari o clienti a vario titolo, finisce per dare ossigeno al comportamento scorretto della banca stessa e, dunque, a quei progetti che alla fine paghiamo tutti in termini di devastazioni ambientali, guerre, povertà, sottrazione di risorse pubbliche e di beni comuni.

Su tali comportamenti abbiamo deciso di accendere un faro, invitando ciascuno a fare pressione sulla propria banca. In che modo? Anzitutto scrivendo alla direzione, chiedendo spiegazioni delle notizie apprese e comunicando la decisione, se lo riterrete opportuno, di chiudere ogni rapporto con l’istituto. Nel sito troverete un fac-simile di lettera, da completare inserendo le informazioni che riterrete più significative, con i diversi recapiti a cui indirizzarla. Vi chiediamo anche di informarci della vostra azione, mettendoci in copia o inviando un messaggio alla nostra casella di posta elettronica. Le informazioni sono a disposizione di tutti, comprese istituzioni, enti, associazioni, comunità religiose e chiunque voglia utilizzarle per fare pressione o decidere come impiegare utilmente i propri soldi, per dare forza al cambiamento.