Fiorella Mannoia

La casa delle donne di Viareggio è ufficialemente in vendita. Nonostante la consegna di 10mila firme, le varie proteste, manifestazioni e appelli da parte di 8 cantanti famose come Elisa, Emma Marrone, Fiorella Mannoia, Noemi e Loredana Bertè, il sindaco della cittadina toscana ha chiuso la porta in faccia alle volontarie del centro antiviolenza.

La Casa delle Donne di Viareggio aperta nel 1996 ospita al suo interno l’unico Centro antiviolenza di tutta la Versilia. Dal 2001 ha accolto e sostenuto nel percorso di fuoriuscita dalla violenza oltre 1700 donne, grazie al lavoro delle operatrici volontarie. Solo nel 2017 ha sostenuto 170 donne. Nei primi due mesi del 2018, a conferma della fiducia che le donne ripongono in questa associazione, sono aumentati del 50% gli accessi al Centro da parte di donne in difficoltà!

La Casa si trova in Pineta, a Viareggio, ed è il punto di riferimento da quasi 22 anni per quelle centinaia di donne che ogni anno bussano alla porta del Centro per avere un sostegno gratuito e costante, un luogo protetto in cui iniziare un lavoro su loro stesse. Non solo, la Casa organizza corsi e laboratori per tutte le donne del territorio, dove anche le donne fuoriuscite dalla violenza possono far convergere le loro competenze, il loro tempo e i loro sogni.

La Casa organizza iniziative culturali, artistiche e di sensibilizzazione, va nelle scuole per incontrare le ragazze e i ragazzi ed educarli al rispetto e alle differenze, offre volontariamente corsi di formazione agli/le operatori/trici di Rete. Il Comune di Viareggio, senza un confronto con l’associazione, ha deciso di mettere in vendita l’immobile. Non ha proposto ad oggi nessuna alternativa, non dialoga con l’associazione, lasciando centinaia di donne nell’incertezza.

Chiediamo che la Casa delle Donne di Viareggio ed il Centro antiviolenza L’una per l’altra rimangano nella sede storica, conosciuta e riconosciuta da tutte le donne della Versilia, per continuare ad operare a fianco delle donne ogni giorno. In alternativa, tolga la Casa dalla lista dei beni vendibili e riapra la trattativa con le donne della Casa per un eventuale altro immobile.

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Comunicato Associazione Nazionale Maschile Plurale

Quando si verifica un atto di violenza contro una donna siamo tutti pronti a condannare l’accaduto. Quando si tratta di dare risposte concrete le istituzioni appaiono troppo spesso distratte o assenti.
Chi governa una città deve avere a cuore non soltanto la corretta amministrazione ma anche la qualità della vita delle persone che la abitano. E la casa delle donne ha arricchito e arricchisce la vita culturale di Viareggio, offre occasioni di crescita a ragazze e ragazzi, offre a molte donne la possibilità di uscire dalla solitudine e dalla paura per riacquisire piena cittadinanza, offre a molti uomini l’opportunità per affrontare in cambiamento con più libertà e consapevolezza.
Troppo spesso i nostri territori vedono la chiusura di servizi essenziali, la riduzione di prestazioni sociosanitarie, la contrazione di iniziative pubbliche a supporto della salute, del diritto alla formazione, alla mobilità, all’accesso al lavoro di cittadini e cittadine. Sempre di più il privato sociale, il volontariato, l’associazionismo, l’autoorganizzazione delle persone a partire da bisogni e diritti, creano reti di solidarietà, risposte concrete a problemi che le Amministrazioni locali non riuscirebbero ad affrontare da sole a fronte del taglio di risorse pubbliche. Il centro Antiviolenza non solo supplisce a una carenza di servizi a supporto delle donne che hanno subito violenza e che vogliono uscire da una situazione di abusi, soggezione e maltrattamenti: offre a tutti e tutte noi strumenti per comprendere le radici di un fenomeno che ha dimensioni e diffusione allarmanti nella nostra società.
Alla violenza maschile non si può rispondere solo con l’intervento repressivo delle forze dell’ordine (peraltro ancora oggi spesso impreparate a comprendere ed affrontare in modo adeguato le denunce delle donne): serve prevenzione, servono attività di supporto e accompagnamento alle donne nel loro percorso di uscita dalla violenza, serve un’attività nelle scuole per il cambiamento culturale nelle relazioni tra i sessi. Serve un cambiamento nella cultura degli uomini. A tutto questo contribuiscono il centro antiviolenza e la casa delle donne.
Le nostre città appaiono sempre più dei deserti di servizi, spazi comuni, luoghi di socialità, reti di ascolto e solidarietà: questo aggrava sensibilmente le condizioni di solitudine, di povertà e fragilità che le stesse amministrazioni locali non sono più in grado di affrontare. Crescono invece centri commerciali che tolgono ossigeno ai piccoli esercizi commerciali di prossimità ma pagano oneri di urbanizzazione ai comuni. Si riducono servizi e spazi culturali ma crescono opere pubbliche spesso inutili e costose. Alienare uno spazio di grande rilevanza sociale e culturale per destinarlo a finalità private, per un rientro economico a breve, è una scelta miope anche dal punto di vista amministrativo. La stessa contabilità economica, inadeguata per valutare il contributo culturale e sociale di queste esperienze alla vita della città, non può ignorare i costi sociali della violenza e della violenza vissuta dalle donne in solitudine senza supporti e senza indicazioni nel loro percorso, non può ignorare il valore del lavoro di sensibilizzazione svolto nelle scuole, non può rimuovere il contributo gratuito e volontario che molte donne, da anni, danno alla vita sociale, culturale e civile della città.
Chiediamo al Comune di Viareggio di riconoscere l’utilità sociale dell’attività svolta dalla casa delle donne e dal centro antiviolenza e di ritirare la proposta di chiusura e alienazione della casa delle donne. L’esperienza della casa delle donne di Viareggio, forse chi vive nella città fatica ad accorgersene, ha una valenza nazionale: la sua riflessione, le sue iniziative di dialogo tra donne e uomini, il suo contributo al dibattito nazionale sulle politiche di contrasto alla violenza sono riconosciuti e apprezzati.
Sarebbe davvero grave che non lo facesse chi governa questa città in nome e per il bene di tutti e tutte le cittadine e i cittadini di Viareggio.