Francesca Peirotti (al centro della foto mentre batte le mani) con altri no border davanti al Palazzo di giustizia di Nizza

Solo una multa simbolica perché aiutare senza fini di lucro alcuni migranti a passare il confine tra Italia e Francia è un’azione «legittima e mossa da spirito umanitario». Si chiude con mille euro di multa il processo intentato a Nizza contro Francesca Peirotti di Cuneo, 29 anni, mediatrice interculturale e operatrice sociale che lavora a Nizza con l’associazione “Habitat et Citoyenneté”.

Il tribunale di Nizza ha comminato l’ammenda, smentendo clamorosamente l’impostazione della polizia francese, che aveva addirittura arrestato la Peirotti lo scorso 9 novembre a Mentone, quando l’aveva trovata con 8 stranieri nascosti nel furgone, che grazie a lei erano riusciti a passare il cosiddetto “muro di Dublino” tra Italia e Francia (gli accordi firmati a Dublino dal governo Berlusconi bloccano gli spostamenti dei migranti dal Paese Ue di primo arrivo ad altri Paesi Ue).

Smentita anche l’impostazione della pubblica accusa, che nel corso della requisitoria aveva chiesto una pena a 8 mesi di reclusione e due anni di interdizione dal territorio francese. Nella deposizione, la giovane imputata aveva spiegato ai giudici di non avere scelto a caso gli stranieri da portare in Francia, ma di conoscerli e che avrebbe continuato a seguirli una volta espatriati.

La sentenza francese, se pure sconfessa l’impostazione accusatoria, è comunque più pesante, visto che prevede un’ammenda, rispetto alla giustizia italiana. Il 27 aprile scorso era stato assolto con formula piena, in tribunale a Imperia, il 28enne Felix Croft, il passeur umanitario francese arrestato a luglio alla barriera autostradale di Ventimiglia, mentre all’interno della sua station wagon tentava di portare in Francia una famiglia di migranti nigeriani composta da marito, moglie, 2 bambini e il fratello del marito. Articolo preso da Il SecoloXIX