295x172-pratiche-artista«Viva Arte Viva» è  il titolo della Biennale di Venezia 2017  pensata e diretta da donne

La storica dell’arte francese Christine Macel (Parigi 1969),  sta lavorando con una squadra tutta al femminile che  promette un’edizione animata dalla presenza di molte donne che rimarranno protagoniste ai Giardini e all’Arsenale dal13 maggio al26 novembre.

Già dal titolo si legge un  atteggiamento vitale, ottimista verso la creatività e, in particolare, verso le  artiste e gli aristi. Si preannuncia quindi una Biennale che pare invertire la tendenza tutta contemporanea a un pessimismo diffuso e irreversibile.

Saranno loro, infatti, il cuore pulsante della Biennale veneziana, in un’ottica di apertura “del sé e verso l’altro”, come sottolineato dalla curatrice, che coinvolgerà i visitatori in un dialogo fortemente partecipativo.

Durante l’intero arco dell’esposizione, ogni sabato prenderà forma l’iniziativa Tavola Aperta, che porterà gli o le artist* a pranzare con il pubblico in due spazi, ai Giardini e all’Arsenale, con lo scopo di generare un incontro conviviale.

Inoltre saranno in mostra una serie di video commissionati agli e alle artiste per descrivere la propria pratica, così da consentire a tutt* di avvicinarsi a loro in maniera diretta e immediata. Ma non finisce qui. L’iniziativa La mia biblioteca permetterà agli artisti e alle artiste di riunire in una lista i libri preferiti, garantendo al pubblico un accesso ai loro interessi.

Per il Padiglione Italia abbiamo Cecilia Alemani, nominata curatrice del dal Ministro Franceschini, che l’ha scelta tra 10 nomi eccellenti invitati a partecipare alla selezione. Alemani è una quarantenne milanese laureata in filosofia che da tempo vive e lavora a New York, dove attualmente dirige il programma d’arte pubblica sulla High Line, la vecchia ferrovia sopraelevata trasformata in un parco urbano visitato da milioni di persone ogni anno.

La stessa Alemani ha scelto come assistente Marta Papini, una dei curatori dell’ultima edizione della Quadriennale di Roma (2016). Il titolo della mostra del Padiglione Italia – «Il mondo magico» – riprende quello di un omonimo libro di Ernesto de Martino, scritto dal grande antropologo napoletano durante gli anni drammatici del secondo conflitto mondiale e pubblicato nel 1948. In questo libro De Martino sosteneva che attraverso il magico l’uomo si consola del suo stare al mondo. Ma anche l’arte, secondo Alemani, ha questo potere perché è il luogo della magia, del fantastico, dell’utopia, delle passioni. In questo senso il suo progetto risponde perfettamente al tema generale lanciato da Christine Macel