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Tavola rotonda su “la libertà delle donne è la libertà di tutti: un promettente inizio!

“C’è una grande novità: si può cambiare in meglio! Noi siamo una prova e siamo in un luogo in cui non vigono regole patriarcali” così ha esordito Sara Morace che insieme a Sara Andreotti e Martina Caselli ha aperto la giornatasu “Umanità al femminile”, mercoledì 19 Luglio nel corso della settimana del Convegno Internazionale “per cercare in comune un nuovo sguardo sull’umanità” tenutosi a Casa al Dono- Vallombrosa (Fi)- dal 17 luglio al 23. Promosso dalla Corrente Umanista Socialista con La Comune (Italia), Socialismo Libertario (Spagna), Comuna Socialista (Argentina), in collaborazione con Centro Studi Utopia e Prospettiva Edizioni. Una giornata non solo per le donnesi diceva ma con uno sguardo femminile su tutta l’umanità, uomini e donne.“Una giornata specialeperché dedicata a tutta la specie!”.

All’interno di questa giornata la tavola rotonda, tenutasi dopo cena, su “la libertà delle donne è la libertà di tutti”, voleva essere un momento importante in cui iniziare a confrontarsi con chi diversamente impegnata con e per le donne, dai centri antiviolenza, alla difesa legale, contro la tratta e la prostituzione. E tale è stato: un primo e promettente momento, corale ed affluente in cui ogni relatrice ha restituito quanto attraverso il diverso impegno in comune si sta cercando di difendere ed affermare la libertà e la vita delle donne.

Silvia Ghidotti ha coordinato la tavolae a partire dal suo titolo ha chiesto a tutte le relatrici su come interpretarlo e proseguire nell’impegno.

JimenaHernandez (del Circulo de AmigasFeministas di Buenos Aires -Argentina-) ci ha parlato dell’impegnooltre oceano che già da alcuni annile nostre amiche delCaf stanno vivendo, e di come hanno saputo incontrarsi con la novità delle tante nelle mobilitazioni di Ni una menos. Interpretare i tanti “Si” che ci sono dietro ai “No” è parte della ricerca della libertà.

Alcune del Collettivo Resistenza Femminista hanno denunciato la trappola patriarcale della prostituzione e chi dall’Argentina all’Italia al grido di “siamo tutte puttane” difende una pericolosa libertà di scelta. Una libertà di esercitare violenza e morte di cui tante donne vittime soprattutto della tratta!

Enza Bellantuono (La Comune –Italia) si è soffermata sull’impegno delle donne de La Comune intorno al Progetto di costruzione di collettivi o gruppi di Dipende da Noi Donne. Si può continuare! Prova ne sono chi ha iniziato ad essere protagonista di questo Progetto,cercando insieme ad altre donnecome interpretare questa libertà e una vita migliore.

Floriana Lunardelli (Centro di Accoglienza per non subire violenza da Udi –Genova-) ha restituito l’importanza di una rete di solidarietà, e non solo,intorno alle donne che reagiscono alle violenze ma anche per aiutare molte a riconoscerla, nonché rompere con l’omertà di chi non reagisce di fronte alle tante forme di violenza.

AnikaLardies (Socialismo Libertario –Spagna) di quanto anche le mobilitazioni del 26/11 stanno incoraggiando lei, altre compagne ed amiche a prendere l’iniziativa in Spagna, facendosi forza delle idee della Corrente Umanista Socialista, e dei diversi progetti di costruzione d’impegno fra le donne in Italia ed Argentina. Si stanno preparando, i gruppi di lettura sul libro di Sara Morace “l’origine femminile dell’umanità” e altro vanno in questo senso.

Ed infine Martina Caselli (Corrente Umanista Socialista) che ha spiegato quanto la ferocia patriarcale è anche conseguenza di un emergere femminile importante in questo contesto, e purtroppo proporzionata alla forza vitale delle donne. E che il titolo della tavola rotonda è stato anche uno slogan il 26/11 ma di più, un motivo per ripensare a spazi di donne, in cui poter interpretare la libertà su ogni aspetto della vita.

Pochi interventi dalla platea, per l’ora tarda,anch’essi tentando di rispondere alla domanda inziale di Silvia, fra cui Ana del Caf e della Comuna Socialista di Argentina che suggeriva quanto tante donne nel mondo si stanno chiedendo “come possiamo continuare?”.

Nelle conclusioni  Silvia ha ribadito il valore del sentire e del riconoscere di essere parte del  genere femminile, così speciale per l’umanità, da cui poter far discendere anche aggregazioni di donne per imparare a riconoscere questo e conoscersi, in cui l’amore per la specie, per la vita, diventi libertà agita e interpretata, e nel ringraziare e salutare le tante donne presenti e quelle che non hanno potuto partecipare ha ribadito l’impegno a continuare, a cercare l’incontro, il dialogo e il confronto anche dopo il convegno.

Enza Bellantuono e Silvia Ghidotti