Rispondendo ai tanti cittadini e cittadine che da tempo chiedono la soppressione della parata militare del 2 giugno – richiesta tanto più forte oggi che il nostro paese è devastato dal terremoto – Ella ne ha ribadito l’opportunità e la valenza simbolica irrinunciabili. La sua dichiarazione ci ha deluso e amareggiato perché, quando celebriamo la Festa della Repubblica, festeggiamo le origini della nostra Costituzione repubblicana che {{all’articolo 11}} {{ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.}}

Perché allora dovremmo celebrare il 2 giugno con le parate militari, la sfilata delle armi, la mostra degli ordigni bellici? I militari celebrano già la loro festa il 4 novembre. La parata militare in occasione della Festa della Repubblica non è che una vacua esibizione di forza, imprime un marchio militarista e nazionalista su una Repubblica che ripudia la guerra e svuota di senso i valori fondativi della Costituzione.

Siamo sempre state/i contro le parate militari e, soprattutto contro la militarizzazione dei territori, delle nostre vite, delle nostre menti, contro la guerra e la violenza.

Oggi lo siamo più che mai, non solo per lo spreco di denaro in tempo di crisi, ma anche per rispetto del dolore e della sofferenza di chi è colpito dal terremoto.

{{La festa della Repubblica dovrebbe essere anche la festa della solidarietà attiva tra tutte le cittadine e i cittadini}}. Mantenendo la parata militare si è persa un’occasione per ridare a tutte e a tutti – e in particolare a chi oggi è stato duramente colpito – il senso di una comunità e di istituzioni responsabili, sensibili e vicine.

{{Donne in Nero di Padova}}
_ {1 giugno 2012}