Il giorno 5 marzo 2010 a Milano presso la sede ISPESL di via Mangiagalli 3, si svolgerà il 1° convegno sulla medicina di genere organizzato dal Comitato per le Pari opportunità della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano intitolato “Tutta cuore e cervello”. Il titolo è stato scelto non solo perché si parlerà di patologie cardiovascolari e di cefalee in un’ottica di genere ma soprattutto come tributo alla donna che è “Mente e Ragione”.
_ Con il termine “genere” (gender) si intende definire le categorie “uomo” e “donna”, non solo fondate su differenze biologiche, ma anche condizionate da fattori ambientali, sociali e culturali.
_ Con il termine “sesso” (sex), invece, s’intende più semplicemente la caratterizzazione biologica dell’individuo.

La medicina di genere è quindi la scienza che studia l’influenza del sesso (accezione biologica) e del genere (accezione sociale) sulla fisiologia, fisiopatologia e clinica di tutte le malattie per giungere a decisioni terapeutiche basate sull’evidenza sia nell’uomo che nella donna. Negli ultimi anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto un’attenzione particolare sulle diversità con cui numerose patologie, un tempo ritenute tipicamente maschili, si manifestano nella popolazione femminile.

Secondo i dati dell’ultima indagine Istat del 2006, l’8,3% delle donne italiane denuncia un cattivo stato di salute rispetto al 5,3% degli uomini nonostante le donne siano più attente alla loro salute e si sottopongano con più frequenza a controlli di prevenzione rispetto agli uomini.
_ Le donne sono al primo posto nel consumo di farmaci, ma sono poco rappresentate negli studi clinici o farmacologici Di conseguenza le donne sono maggiormente esposte a possibili reazioni avverse al momento dell’assunzione di farmaci dopo l’immissione in commercio e si riscontra una minore efficacia nel loro uso, con effetti collaterali e indesiderati più frequenti e più gravi rispetto agli uomini.

Sempre secondo l’ISTAT, le malattie per le quali le donne presentano una maggiore prevalenza rispetto agli uomini sono: le allergie, il diabete, la cataratta, l’ipertensione arteriosa, le malattie cardiovascolari, le patologie tiroidee, artrosi e artrite, osteoporosi, calcolosi, cefalea ed emicrania, depressione e ansietà, Alzheimer.

Anche le patologie psichiche sono prevalenti e in crescita tra le donne; la depressione è la principale causa di disabilità nelle donne tra i 15 e i 44 anni.

Un altro fenomeno rilevante a livello sanitario è la violenza contro le donne a causa delle conseguenze immediate legate alle lesioni fisiche e a causa degli effetti secondari: depressione, ansia e attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione, dipendenze, disturbi sessuali e ginecologici, malattie sessualmente trasmissibili, disturbi gastrointestinali e cardiovascolari.

I dati 2006 dell’Istat dimostrano che in Italia le donne tra 16 e 70 anni vittime di violenza sono stimate in quasi 7 milioni. Non ultimo le malattie professionali.

Rispetto alle condizioni di lavoro, sono state considerate sino ad oggi quasi esclusivamente le caratteristiche del lavoratore maschio. Delle donne si parla soltanto nel periodo della gravidanza, in rapporto esclusivamente ai rischi del nascituro. Gli infortuni e le malattie professionali che riguardano le donne (come le dermatosi e i disturbi muscolo-scheletrici) non sono sufficientemente prese in considerazione. Ancora minore è l’attenzione data agli eventi patologici connessi con il lavoro domestico, in particolare gli infortuni. Scarsa è ancora l’attenzione alla diversa risposta biologica delle donne ai comuni rischi lavorativi come il lavoro pesante ed il lavoro a turno. Lo stress patologico è associato esclusivamente al lavoro produttivo, senza considerare il maggior rischio psico-sociale che colpisce le donne e che è dato dal doppio carico di lavoro.

Il convegno del 5 marzo, proprio a pochi giorni prima della celebrazione della Festa della Donna, vuole affrontare questi argomenti. Per farlo saranno presenti i maggiori esperti italiani sulla medicina di genere.

Interverranno la Prof.ssa Maria Grazia Modena, la prima donna a guidare la Società Italiana di Cardiologia (SIC) e a diventare ordinaria di cardiologia presso l’Università di Modena. la Dott.ssa Alessandra Protti responsabile del Gruppo Studio Donna e Malattie Neurologiche della Società Italiana di Neurologia, la Prof.ssa Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza e la Dott.ssa Paola Conti, sociologa della salute e consulente del Dipartimento per le Pari Opportunità del Governo Italiano.