Articolo di  Roberto De Giorgi pubblicato su Agorà magazine -riprendi i tuoi spazi

 

Centinaia di persone, striscioni, qualcuno con solo due persone: “ci avevano detto che venivano”, a dare testimonianza della presenza di una associazione, molti visi noti, musica, balli africani, insomma è questa voglia di opposizione che il 19 gennaio 2019 ha attraversato le strade del Borgo di Taranto in opposizione al decreto Salvini contro i migranti.

Ma i fischi contro il vice premier ministro degli Interni erano rivolti anche all’altro condomine Luigi Di Maio, che onora una firma sul contratto di governo.Quando sarà costata al Movimento 5 stelle questa alleanza lo dirà, fra qualche mese, il voto alle europee. I sondaggi dicono che la Lega di Salvini è già oltre il 30% e stacca di 10 punti il M5s. Se cosi fosse – e il Di Maio risponde che non crede ai sondaggi – vorrà dire che la donazione di sangue sarà stata davvero eccessiva, e forse sarà naturale la crisi di governo.

Questa la riflessione, se volete anche innaturale, per parlare della manifestazione di ieri pomeriggio a Taranto, partita con lo slogan: “Restiamo umani”. In tutt’Italia manifestazioni contro il decreto, dagli inizi di dicembre e per tutto il mese di Gennaio e oltre. Nel titolo parlavo di voglia di opposizione, perché ancora non c’è una reale alternativa politica nella società, tranne un’arcipelago di sigle che deve unirsi e tale processo richiede il suo tempo. C’erano i sindaci al corteo, abbiamo riconosciuto il sindaco di Carosino, Dr Sapio Arcangelo che ha realizzato il centro di accoglienza come documentiamo in quest’articolo (superstite) del 2015 dell’archivio distrutto.

Se notate in quell’articolo si partiva da Salvini che era già presente con le sue bordate; quella volta da semplice esponente della Lega si pronunciava per l’abolizioni dell’ANCI: l’associazione degli enti locali.  Ora li chiameremmo “i sindaci di Riace”, per la comunanza col sindaco premiato nel mondo per la sua lungimiranza nel welfare comunale e…arrestato in Italia. i sindaci che in tutto il paese hanno gestito quel sistema di protezione che ha consentito ai migranti di avere un casa (fra quelle sfitte), formazione e inserimento sociale.

Con piccoli numeri e certamente sostenibile: oggi gli Sprar ospitano 23mila rifugiati e richiedenti asilo in 400 comuni. Smantellare questo significa calpestare un gioiello di famiglia. E comunque siamo nella confusione più totale. Un esempio? Fa scalpore che il prete tarantino antimigranti amico di Salvini, Gigi Larizza, vinca il bando di 1,3 milioni per la realizzazione dello Sprar. E dove andranno i migranti che escono dalla protezione umanitaria? Per strada e dovranno farsene carico i servizi sociali dei comuni. E questo aumenta la sicurezza?.

Queste le riflessioni a margine di una manifestazione. Lasciamo la piazza, dedicata alla madonna, dove il corteo si ferma, mentre lo speaker parla di far crescere la cultura, la politica e la voglia di opposizione che in democrazia è come la vitamina B12. E per fortuna si fanno ancora le manifestazioni.