In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza
sulle donne, la Sezione Italiana di Amnesty International lancia una
campagna in favore delle donne colpite da Hiv/Aids in Sudafrica.‘Quello del Sudafrica e’ un {{tragico esempio del legame tra poverta’ e
violenza}}. Se e’ vero che la violenza contro le donne colpisce donne di
ogni etnia, eta’ e classe sociale, tuttavia poverta’ e violenza sono
fattori che si influenzano e si rafforzano a vicenda’ – ha dichiarato
Erika Bernacchi, responsabile del Coordinamento Donne della Sezione
Italiana di Amnesty International.

In Sudafrica vivono cinque milioni e mezzo di persone colpite da Hiv/Aids,
il piu’ alto numero al mondo. {{Il 55% dei contagi riguarda le donne}}.
_ La
percentuale di donne tra i poveri e i disoccupati in Sudafrica e’
altissima e la poverta’ svolge una funzione di barriera all’accesso ai
servizi sanitari per le donne contagiate nelle aree rurali del paese, a
causa delle distanze e dei costi di trasporto.

Allo stesso tempo, il Sudafrica presenta elevati livelli di violenza
sessuale e di altre forme di violenza legate al genere. {{Le donne al di
sotto dei 25 anni sono da tre a quattro volte piu’ a rischio}} di essere
infettate dal virus dell’Hiv rispetto agli uomini nella stessa fascia
d’eta’.
_ L'{{impatto discriminatorio dei ruoli di genere}} e degli stereotipi
ostacola a sua volta la capacita’ delle donne di proteggere se stesse e di
prendere le decisioni migliori per la propria salute.

Ad esempio, {{le donne
spesso non sono in grado di insistere sull’uso del preservativo}} per
proteggersi dal rischio di trasmissione del virus da un partner maschile,
poiche’ sono economicamente e socialmente dipendenti da questo partner o
dalla sua famiglia e/o perche’ rischiano di essere sottoposte a violenza o
abbandonate solo per il fatto di aver suggerito di usare il preservativo.
_ Questi {{modelli discriminatori, inoltre, mettono le donne a rischio di
violenze}}, abbandoni o altri abusi quando fanno il test per l’Hiv e
rivelano il loro stato.
_ ‘Queste sono le conseguenze dell’intreccio letale tra violenza, poverta’ e
discriminazione. Se non si dedichera’ maggiore attenzione all’eguaglianza
di genere e non verranno assunte misure concrete per porre fine alla
violenza sulle donne, gli Obiettivi di sviluppo del millennio non potranno
essere mai raggiunti’ – ha commentato Bernacchi.

Nelle ultime settimane le attiviste e gli attivisti della Sezione Italiana
di Amnesty International hanno partecipato alla campagna globale ‘[Say NO
to violence against women->http://www.unifem.org/campaigns/vaw/]’, lanciata nel novembre 2007 dal Fondo delle
Nazioni Unite per le donne (Unifem) con l’obiettivo di raccogliere e
consegnare al Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, un milione di
firme.

‘Vogliamo dimostrare l’esistenza di un movimento globale di persone, in
costante aumento, che chiede ai governi di tutto il mondo di considerare
una priorita’ la fine della violenza contro le donne’ – ha concluso
Bernacchi.

L’[azione in favore delle donne colpite da Hiv/Aids in Sudafrica->http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1536] fa parte
della campagna ‘Mai piu’ violenza sulle donne’, lanciata nel 2004 da
Amnesty International