In occasione della Giornata Internazionale contro le MGF a Firenze un convegno e una campagna per sostenere progetti di micro-credito a sostegno di ex mutilatrici. In Toscana sono 27mila gli immigrati provenienti dai 28 paesi a rischio.Non semplicissimo da fotografare, ma in realtà meno complicato di quanto potrebbe apparire. E’ possibile avere un quadro piuttosto dettagliato del rischio Mutilazioni genitali femminili (Mgf) anche in Toscana, incrociando diverse “banche dati”, avendo come punto di partenza i cittadini che provengono dai 28 Paesi dove questa pratica è maggiormente in uso.
Tutti in Africa, dal Niger alla Guinea (dove Nosotras ha già lavorato nel campo della cooperazione e dove indirizzerà gli interventi della campagna ExEx), passando per Camerun, Senegal, Egitto, Somalia e Kenya, solo per citarne alcuni.

Secondo l’Agenzia regionale per la Sanità (i numeri risalgono al 2012) {{in Toscana sono oltre 27mila}} (il 7,8% del totale degli immigrati in Toscana cioè 350.761), 8.481 le donne (2,41%): si va dalle 2.761 dell’Asl 10 Firenze alle 207 dell’Azienda sanitaria di Viareggio.

Il passo successivo è la suddivisione per classi di età, per monitorare i soggetti a rischio e poter intervenire: il 20% è nella fascia da zero a cinque anni, il 35% in quella da zero a diciotto.
Un’analisi più particolareggiata è stata effettuata dal dottor Alberto Silva del Dipartimento della prevenzione dell’Asl 11 di Empoli, utilizzando l’Anagrafe degli iscritti al Servizio sanitario nazionale.

I residenti stranieri sono 31.333 e quelli provenienti da Stati a rischio sono 2.447 (l’8.6%, dato superiore alla media regionale) di cui 757 donne. Anche qua, entrando nel dettaglio delle classi di età si può notare come la maggior parte siano soggetti giovani: 260 da zero a 18 anni, 180 bambine fino a sei anni.
Ulteriori specifiche, ancora, si possono trovare entrando nell’archivio dei Cap (Certificato di assistenza al parto), per rilevare i dati dei genitori: nel 2012 sono 59 i bambini nati da madre e padre (entrambi o almeno uno) provenienti da Paesi a rischio Mgf, di cui 33 femmine, o dalle schede di dismissione ospedaliera. Si tratta di “fonti” utili se non fondamentali per pianificare interventi di sensibilizzazione e prevenzione.
Interventi di cui si è parlato nella Sala Quadri della Provincia di Firenze (via Ginori 14, ore 16) nell’ambito del convegno MGF – Obiettivo tolleranza zero entro il 2015: azione globale e azione locale.

“Il 6 febbraio è la Giornata Internazionale Contro le Mutilazioni Genitali Femminili e il nostro impegno non si è fermato- ha detto Laila Abi Ahmed, presidente di Nosotras- A livello internazionale ci si era dati l’impegno di arrivare all’azzeramento del fenomeno entro il 2010. Ci siamo dovuti fermare e rilanciare al 2015 ma l’obiettivo è ancora lontano. Abbiamo pensato che si deve osare di più. Per questo una campagna che vada a insistere non solo sulla formazione e sensibilizzazione ma anche sull’abbattimento della povertà è fondamentale. Si deve poter dare una chance di reddito alternativo per rendere concrete le parole.”

In occasione del convegno del 5 febbraio l’Associazione Nosotras ha lanciato infatti la campagna “ExEx mutilatrici” una campagna a sostegno delle donne che hanno abbandonato la pratica di mutilatrici.
Nosotras ha sviluppato progetti di cooperazione internazionale in questi anni che hanno permesso di mettere in pratica azioni concrete per la riduzione delle MGF in Africa. Importante è offrire alle donne che hanno praticato le mutilazioni come lavoro una alternativa efficace, un progetto per il futuro.

E’ quello che vuole fare la campagna “{ExEx mutilatrici}” per sostenere un gruppo di donne in Niger e Guinea, due dei paesi maggiormente afflitti da questa violenza. Un’adozione in piena regola: una donna, una storia e un progetto di microcredito. Niger e Guinea due paesi dell’Africa centrale su cui abbiamo deciso di aprire questa nostra campagna.
Sono infatti due paesi in cui abbiamo già lavorato con l’Inter African Commitee, associazione di associazioni che opera in 27 paesi del continente e 17 non africani, attivo dagli anni ’90 con l’obiettivo di eliminare le pratiche tradizionali lesive della salute e dignità degli esseri umani.

Un euro al giorno per tutto il 2014 e aiutare queste donne che un tempo erano exciseuses a proseguire il loro percorso di riconversione lavorativa che sta già dando buoni risultati. Le informazioni sulla campagna le trovate sul nostro sito web, appena rinnovato nella grafica: a chi effettuerà il pagamento di un anno di adozione riceverà una mail con informazioni dettagliate sulle donne su con cui verranno aperti i progetti lavorativi.
Molte sono già avviate verso alcuni settori dell’economia locale, come l’artigianato o l’allevamento, altre hanno ancora bisogno di formazione.
In Guinea uno dei progetti di riconversione riguarda un gruppo di ex exciseuses formate per essere delle cameraman: i loro filmati vengono utilizzati per la sensibilizzazione contro le Mgf e sono richieste come operatrici a matrimoni e altre feste collettive. La Guinea ha una percentuale ancora elevata di Mgf ma negli ultimi 30 anni sono stati fatti enormi passi avanti: una legge contro le Mgf è stata varata nel 2000 e implementata nel 2010.

E’ stato nel 2003 da Addis Abeba che le associazioni che in Africa, e non solo, lottavano contro le Mgf decisero di promuovere la giornata internazionale Tolleranza Zero contro le Mgf (Zero Tollerance to FGM, 6 febbraio) data che è stata assunta dalle Nazioni Unite in modo ufficiale l’anno successivo. Ecco che oggi, dopo undici anni da questa data, ci sembra ancora più importante sostenere con forza uno dei settori in cui il cambiamento è stato possibile vederlo con gli occhi e toccarlo con mano.

Per ulteriori informazioni
Isabella Mancini, ufficio stampa Nosotras 339-1156877