13906815_971010743021883_2313667357997102331_nIl movimento delle donne contro la violenza degli uomini sarà in piazza a Roma il 26 Novembre: contro la perpetrazione del femminicidio.

Una manifestazione nazionale destinata a contenere i tanti motivi delle donne, ma soprattutto destinata ad essere luogo di denuncia della moltiplicazione delle pressioni esercitate sulla libertà femminile, allo scopo di fiaccarla, condizionandone l’espressione attraverso le vie mediatiche e inducendo un generale senso d’impotenza nei rapporti coi luoghi deputati alla soddisfazione dei bisogni primari: salute, mobilità, abitare, lavoro e istruzione.

Noi diciamo che

  • La moltiplicazione di proposte per la normalizzazione della prostituzione, anche in forme di ambigua ufficialità
  • La diffusione indisciplinata e incontrollata di messaggi, pubblicitari e non, che rappresentano vere e proprie istigazioni alla sottomissione violenta delle donne,
  • L’occupazione degli spazi antiviolenza, finanziati con denaro pubblico, da parte di soggetti impropri se non addirittura misogini
  • L’occultamento dei dati riguardanti uccisioni e stupri
  • L’indisturbato traffico in cui le donne, le bambine, i bambini scompaiono all’approdo nel nostro paese, per andare a rimpinguare il commercio schiavistico nelle reti della prostituzione e delle adozioni illegali, quando non offrire “contenitori” per gravidanze su commissione.
  • L’occultamento, sotto l’arcaico modello del matrimonio riparatore, di vere e proprie forme di matrimonio coatto, in particolare nelle regioni dove la religione si adegua a modelli di comando tribale, non di rado criminale.
  • La legittimazione dell’utilizzo a pagamento, intermediato da vere e proprie agenzie, del corpo delle donne più povere come contenitore di gravidanze in conto terzi
  • L’impoverimento, l’inoccupazione e la disoccupazione femminili, sempre più radicate in quella che è la riproposizione ossessiva di modelli familiari che prevedono la casalinghità come destino.
  • La delegittimazione culturale e istituzionale delle madri con pretesti pseudoscientifici, come la PAS, priva spesso donne e bambini delle difese legali faticosamente conquistate

sono fatti che rendono, più che importante, decisiva la presenza del femminismo alla manifestazione. L’efficacia politica dello sforzo che tutte compiremo è legata alla condizione che la rivolta delle donne non possa essere confusa con quella generica “da società civile”, che spesso si presenta con consolatorie retoriche paritarie. Non deve avvenire che i contenuti della lotta al femminicidio si stemperino in un libertarismo che, come si vede, spesso stravolge l’essenza della libertà femminile per tollerare e fomentare forme di sottomissione al piacere maschile, lesive quanto quelle esercitate con la costrizione fisica.

 

Noi ci saremo anche per questo. Udi di Napoli, Salute  Donna, Arcidonna ONLUS Napoli

Napoli, 24 ott. 16