Dal sito Tempi e Spazi riprendiamo questo articolo pubblicato a cura di Fanny Di Cara e Silvia Macchi, che dà conto delle ragioni di un percorso di confronto e discussione in vista di una nuova legge urbanistica.La consapevolezza della necessità di aprire un laboratorio di discussione e confronto sulla qualità dei tempi e degli spazi di vita è emersa nell’incontro nazionale “Donne tempi e spazi. Confronto fra le amministratrici, tecniche, ricercatrici e donne che riflettono sulla città”, organizzato dall’Ufficio Tempi e Spazi del Comune di Prato nell’ottobre scorso.

“Di fatto l’incontro – sottolineano Fanny Di Cara e Silvia Macchi – è stato anche l’occasione per far emergere dall’ombra un pezzetto di storia delle donne sulla qualità del vivere urbano.
_ Ci riferiamo in particolare al contributo di{{ Marisa Rodano}} che ha tracciato la storia del percorso intrapreso dal movimento organizzato delle donne, in particolare dall’Unione Donne Italiane, fra la fine degli anni ’50 e inizio anni ’60, per dotare le città di un minimo obbligatorio di servizi e per renderle rispondenti alle esigenze reali della popolazione.
_ Il {{D.M. 1444 del 1968 sugli standard urbanistici}} è il risultato di questo percorso e, come dimostrano i numerosi richiami che ad esso hanno fatto le diverse relatrici a Prato, ancora oggi viene riconosciuto come una pietra miliare nel riconoscimento del ruolo fondamentale che i servizi pubblici svolgono per la vivibilità delle nostre città. Sui limiti degli standard, intesi ed applicati generalmente come quantità minima da realizzare in zone omogenee del territorio comunale, si è molto discusso negli ultimi anni fino ad arrivare, con il precedente Governo, alla proposta della loro abolizione avanzata attraverso il disegno di legge Lupi (“Principi in materia di governo del territorio”).

{{Il nuovo Governo si prepara a definire una nuova legge nazionale urbanistica}} che vorremmo prendesse decisamente le distanze dalla proposta Lupi e arginasse la pericolosa tendenza, ormai in atto nella pratica urbanistica corrente, a dimenticare che nel degrado di Scampia (Napoli), de Le Piagge (Firenze), di San Basilio (Roma), ecc. concorre fortemente l’assenza di tutti quei servizi che garantiscono ad ogni persona di abitare pienamente la città e il territorio a partire dal suo quartiere.

Il nostro abitare, infatti, non si esaurisce soltanto nello stare sotto a “un tetto”, ma nel vivere pienamente i diversi tempi della vita in spazi pensati per accoglierla ed esprimerla in tutte le sue peculiarità ed esigenze relazionali e che possono, quindi, contribuire a ricostruire reti interpersonali e sociali tra persone che appartengono a diverse culture e generazioni”.

A fronte della {{caduta d’attenzione sui temi della qualità della città e del territorio}}, Fanny Di Cara e Silvia Macchi così proseguono. “{{Il territorio del nostro Paese è governato da una legge urbanistica del 1942}} che deve essere necessariamente riscritta per adeguarla ai profondi cambiamenti che sono maturati in questo lungo arco di anni.
_ {{Oggi sono all’esame del Parlamento [diversi disegni di legge urbanistica->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/10.htm]}}, compreso quello messo a punto dal Governo Berlusconi (legge Lupi), ma mentre sulla Legge Finanziaria 2007 il dibattito e lo scontro politico hanno attraversato i diversi settori della società, sulla riforma urbanistica non si accende l’attenzione delle donne e degli uomini che abitano il Paese.
_ {{Anche gli organi d’informazione tacciono}}, come se le scelte che regolano il governo del territorio non lasciassero segni (positivi o negativi), sui nostri corpi, sulle nostre scelte e progetti di vita, sulla qualità complessiva dei nostri tempi e spazi di vita.

Si deve constatare la totale disinformazione rispetto a qualsiasi proposta di legge che riguardi il governo del territorio e l’urbanistica.”

Da tutto ciò si ricava l’importanza dell’azione del sito Tempi e spazi nel riaprire un laboratorio di confronto che, in vista della definizione della nuova legge urbanistica, contribuisca a mettere a fuoco “parametri e requisiti per vivere bene e pienamente ogni tempo della vita”.
Come avvio, quattro domande poste a cinque donne di diversa generazione ed esperienza professionale e politica: sulle ragioni del silenzio che accompagna l’iter parlamentare delle proposte relative al governo del territorio; sul tema della responsabilità pubblica in materia di dotazioni territoriali minime; sulle ragioni per cui le tematiche legate alla qualità dei tempi e degli spazi di vita e alla sicurezza urbana, rimangono un ambito di riflessione, ricerca ed azione di alcune reti di donne; sul che fare perché questo tipo di politiche, già oggetto di alcune buone leggi regionali, siano assunte da donne e uomini come politiche centrali da inserire anche nelle scelte e nell’azione del nuovo Governo nazionale.

Sul [sito tempi e spazi->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/] vengono pubblicate 4 domande a donne di diversa generazione ed esperienza impegnate su questi temi e le relative risposte a:

– [Patrizia Colletta->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/01.htm], responsabile nazionale DS per Sostenibilità e Politiche del Territorio;
– [Marvi Maggio->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/02.htm], urbanista della International Network for Urban Research and Action;
– [Rossella Marchini->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/03.htm], architetta, politicamente impegnata a Roma nella Agenzia Comunitaria per i Diritti (Action);
– [Anna Marson->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/04.htm], docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso lo IUAV di Venezia;
– [Angela Scarparo->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/htm/05.htm], scrittrice e autrice di sceneggiature per il cinema. Insieme a S. Haydin gestisce “Il posto dei libri” rivista di consigli letterari on-line.

oltre al [testo integrale (in formato PDF, 260k) dell’intervento di Marisa Rodano->http://www.tempiespazi.toscana.it/spazi/07mar/pdf/rodano.pdf].