Pubblichiamo il testo di una lettera aperta scritta da Maria Grazia Betti , docente di Fisica alla Sapienza, indirizzata a Bindi e Bersani sui fatti di Rosarno: a loro perché
rappresentano il maggior partito di opposizione, dice Maria Grazia. A loro perché il
partito che hanno costruito parrebbe avere la vocazione di ristabilire il senso
della politica anche come capacità di valutazione del peso storico di alcuni eventi
nella massa disordinata e indifferenziata delle notizie. Se è vero che la ‘ndrangheta ha iniziato la sua campagna elettorale a Rosarno interpretando i sentimenti di profondo razzismo che albergano nelle pance degli italiani, in passato sommersi e ora legittimati da tanto razzismo che trasuda da questo governo; se è vero che lo schiavismo del lavoro nero delle braccia di tanti lavoratori africani si è scontrato con la dignità e l’orgoglio di questi uomini che hanno alzato la testa contro questa ‘ndrangheta macellaia, se tutto questo è vero, perché il PD non è a Rosarno?

Perché Rosy Bindi non ha dichiarato «Quello che è accaduto in Calabria nei giorni scorsi è la prova che la politica ha fallito perché ha consentito per anni che mille persone, mille lavoratori, vivessero in condizioni sub-umane» nella piazza di Rosarno chiedendo chi sono in colpevoli?

Perché sul sito del Partito Democratico si parla di Pierluigi Bersani a Malpensa e della festa del partito democratico sulla neve e non della Soweto diffusa in tutte le campagne del Sud Italia?

Come pensa questo partito democratico di rappresentare oggi la sinistra in Italia ? Forse teme che i sentimenti razzisti siano così diffusi e permeino così tanto le coscienze degli italiani, che non valga la pena in campagna elettorale di difendere la vita degli immigrati di colore?

Forse perché pensa che la scritta “égalitè” sulle baracche di Rosarno sia una reminiscenza del diritto di ogni essere umano di essere riconosciuto come cittadino, indipendentemente dal colore della pelle, dalla razza e dalla religione, e che tutto questo non sia più patrimonio di questo partito?

Perche’il PD non ha tappezzato tutte le città di Italia di manifesti con la scritta “Libertè, egalitè et fraternitè”, ma ha solo sussurrato qualche sommessa dichiarazione?
_ Forse perché ha paura di ergere la testa di fronte a mafiosi e prepotenti e di difendere i principi di solidarietà, forse non ha lo stesso coraggio di questi uomini africani?

Forse perché pensa di ottenere più voti da tutti coloro che si sentono un po’ democratici ma che non ne possono più degli immigrati e non da chi, come me, considera la nera pagina di storia di Rosarno, la caccia all’uomo nero, una insostenibile vergogna. Io vorrei solo gente con il coraggio di Mimma in questa Italia (di cui vi riporto la storia tratta dal sito [www.terrelibere.org->http://www.terrelibere.org]), ma di voi politici cosa dobbiamo farne?
_ Con voi, in quale futuro possiamo sperare senza “libertè , egalitè et fraternité”?

Già alle due del pomeriggio un ragazzo africano giace disteso con le braccia aperte a croce sulla via nazionale, nel cuore urbano e commerciale di Rosarno. Per alcuni lunghi minuti nessuno lo aiuta.
_ Intorno è un via vai di bande di ragazzini in scooter senza casco che danno la caccia `al nero`. La loro vittima non ha perso conoscenza, rialza la testa, cerca di sollevarsi, barcolla.

Nel delirio collettivo, si fa avanti, tremante e atterrita, solo una signora di mezza età con una bottiglia di acqua fresca. Mimma M. abita lì vicino ed è stata colpita in prima persona dalla rivolta degli africani della notte precedente. La sua auto, una Punto, è andata distrutta.
_ Ma lei pensa non sia giusto massacrare di botte per questo ogni africano che si incontra per la strada. Mentre presta soccorso, si avvicinano dei ragazzi e le intimano: «Fatevi i fatti vostri».
_ Dal balcone il marito, i parenti e i vicini di casa le urlano: «Ma non hai paura?».

Un commerciante di abiti da sposa esce dal negozio infuriato e inveisce contro l`africano aggredito. «Vattene via di qua, mi avete distrutto un insegna da duemila euro!». Mimma accompagna il ragazzo su altri gradini, più lontano. La bottiglia d`acqua cade di mano, il ragazzo è in stato confusionale. Non parla italiano.
_ Le altre donne hanno paura di stare in strada, mentre dai balconi la gente urla: «Ammazzateli tutti». Mimma rimane.
_ Nonostante il terrore negli occhi e il tremore delle gambe. Resta con l`africano fin quando non arriva una pattuglia dei vigili urbani a prenderlo in consegna. «Se li uccidono ce li abbiamo sulla coscienza, è carità cristiana», balbetta prima di rientrare in casa.
_ Rosarno ha perso la testa.

– {L’immagine è tratta dal sito tendenzeonline.info}