Azione gay e lesbica di Firenze esprime indignazione per il messaggio scelto per la campagna di comunicazione contro l’omofobia della Regione Toscana: “L’orientamento sessuale non è una scelta”, con l’immagine di un neonato che indossa un braccialetto con la scritta “homosexual”Questo slogan è la {{riproposizione delle teorie sulla differenza genetica}} che condanna lesbiche, gay e trans alle stigmate della minorità e quindi della discriminazione, invita inoltre ad una {{tolleranza pietistica}} verso le persone ad orientamento omosessuale, mostrando {{lesbiche e gay come soggetti deboli che non scelgono le proprie vite}}.

Esprimiamo, d’altro canto, pari indignazione per gli {{attacchi
vergognosamente omofobi provenienti dal centro-destra}}, come sempre pronto ad attaccare, con toni beceri e violenti, tutto ciò che concerne lesbiche, gay e trans.

{{Riguardo alla campagna}} vogliamo sottolineare che il dibattito tra
un’ipotesi culturalista ed una biologista dell’omosessualità ha una lunga
storia, ma è ormai un dato acquisito, da anni, nel dibattito scientifico
serio, che sono tanti, diversi e complessi i percorsi che portano una
persona a definirsi gay, lesbica o trans e che essi chiamano in causa
l’intreccio delle dimensioni affettive, culturali, relazionali che
strutturano le nostre vite.

{{L’impostazione di questa campagna tradisce completamente il concetto di pride}}, di orgoglio per la propria dignità, e il percorso di lotta di
soggettività che vogliono autodeterminarsi, che dal 1969 (anno della
rivolta di Stonewall e data fondativa del movimento lgbt) porta in piazza
milioni di lesbiche, gay e transessuali in tutto il mondo e che ha
prodotto quella entusiasmante manifestazione di popolo che ha riempito
piazza San Giovanni lo scorso 16 giugno.

{{Sosteniamo con forza il concetto di autodeterminazione di tutte e tutti}},
riteniamo che il rispetto sia dovuto a tutte le persone a prescindere
dalle loro scelte e dai loro stili di vita.

Esprimiamo il nostro sconcerto davanti al fatto che la Regione Toscana,
nel produrre questa campagna, non abbia fatto tesoro dell’elaborazione
politica e culturale dei movimenti LGBT e femminista che si riconoscono
nel concetto di autodeterminazione e che, al termine “omosessuale”, di
ambito medico e neutro rispetto al genere, preferiscono {{nominare le
singole soggettività parlando di lesbiche e gay}}.

Riteniamo che gli {{enti pubblici che vogliano realmente costruire percorsi
contro l’omofobia}}, la violenza e la discriminazione ai danni di lesbiche,
gay e trans debbano fornire strumenti alle associazioni LGBT e mettere al
servizio della comunità la ricchezza culturale da queste prodotta e non
proporre azioni che riportano il dibattito sul tema dell’omosessualità
indietro di almeno trent’anni, quando scienza, chiesa e politica
disquisivano e decidevano sui corpi e sulle vite di lesbiche, gay e trans,
quando cioè il movimento non era ancora nato.

{{Chiediamo l’immediato ritiro della campagna}} di comunicazione della Regione
Toscana e l’apertura di un dibattito serio tra istituzioni e movimento
senza intermediazioni.

Chiediamo a tutte e a tutti coloro che lo condividono, singoli/e e realtà
organizzate, di sottoscrivere questo appello scrivendo a
info@azionegayelesbica.it.