Invitiamo a firmare la lettera al tribunale di Roma e al CSM(Consiglio Superiore della Magistrstura, per denunciare l’ennesimo gravissimo tentativo di aggirare la Convenzione di Istanbul.

Al presidente del Tribunale di Roma

al CSM

A proposito del nuovo quesito nelle CTU sull’affidamento della prima sezione  del tribunale Civile di Roma”.

Le associazioni e i singoli professionisti denunciano, nel convegno che si terrà a  Roma il 4 dicembre (di cui sotto riportiamo gli specifici argomenti pubblicizzati) , l’ennesimo tentativo di imporre (ai procedimenti dell’affido) regole esterne,   non controllabili se non da pochi addetti ai lavori; tentativo che punta ancora una volta (come la proposta Pillon) a escludere  le donne vittime di violenza dall’esercizio dei loro diritti a non essere giudicate, in quanto genitori, sullo stesso piano  dei loro carnefici.

 Il 4 dicembre a Roma al Palazzo di Giustizia presso la Corte Suprema di Cassazione (sala avvocati) si terrà un convegno che tiene a battesimo “il nuovo quesito nelle CTU (Consulenze Tecniche d’Ufficio) sull’affidamento della prima sezione  del tribunale Civile di Roma”.

Quanto appreso nella locandina di invito al convegno suscita gravi perplessità e domande circa la legittimità di alcune proposte che esamineremo in breve, riservandoci ogni altra iniziativa all’esito del convegno.

Punto 1. Possono insieme, giudici, avvocati e psicologi, riuniti  pare in  un gruppo sottoscrivere regole  che impattano con l’ordinamento giudiziario,  i diritti delle persone, dei minori  e delle donne vittime di violenza? I giudici possono, al di fuori di sedi riconosciute ed  istituzionali , stabilire ‘omogenee regole’ che riguardano situazioni diverse tra loro , e se lo fanno lo possono fare con soggetti non rappresentativi della cittadinanza a cui il loro operato dovrà riferirsi?  E Chi sono i soggetti firmatari di questo nuovo ordine giudiziario?

“c’è stato un lavoro condiviso tra prima sezione civile del tribunale di Roma, il consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma e l’ordine degli psicologi del Lazio , all’esito del quale  è stato sottoscritto un quesito standard da utilizzare per le consulenze tecniche psicologiche nei procedimenti di separazione e divorzio con affidamento di figli nati sia all’interno che al di fuori del matrimonio (ed eventuali, relative modifiche), con l’obiettivo di sottoporre ai CTU richieste omogenee per le valutazione da compiere, pur nella diversità delle specifiche situazioni familiari”.

 Punto 2. L’ascolto del minore è garantito da Convenzioni internazionali e leggi, cosa si vuole definire con una prassi psicologica extra -legem, più di quello che le leggi e le convenzioni hanno garantito? Quale altro potere il CTU vuole assicurare a se stesso in tema di decisioni sull’affido del minore nelle separazioni? Noi  abbiamo sullo  sfondo un decreto Pillon che vuole ridurre il potere del giudice creando automatismi in mano  ai tecnici , dando  più potere ai tecnici ed a scienze non sempre  approvate dalla comunità internazionale come l’alienazione genitoriale ed abbiamo visto i danni espliciti che quella proposta può arrecare alle persone,  donne vittime di violenza ed ai bambini  : “Nell’elaborazione del quesito, particolare attenzione è stata assicurata all’ascolto del minore, quando delegato al consulente, momento delicatissimo e di particolare rilevanza e ai rapporti con i Servizi Sociali per la redazione di eventuali progetti di sostegno ed intervento da sottoporre al Giudice”.

 Punto 3. Questo punto  chiarisce il progetto del gruppo di lavoro quando introduce il concetto di violenza domestica  in contrasto con la Convenzione di Istanbul (cercando di annullarne il significato di tutela delle donne vittime di violenza)  che dice chiaramente che la  violenza domestica non è ‘violenza (generica) tra partner’  ma è la violenza del partner maschile sulla donna!.

Questo punto chiarisce anche il progetto psicocratico  che si vuole perseguire in tema di affidamento dei minori quando si fa riferimento a costrutti più o meno inventati  come i ‘tratti di personalità pervasivi’ o comunque quando si gioca  con non precisate ‘caratteristiche di personalità pregiudizievoli per i minori’, azzerando in questo modo l’oggettività del processo civile che deve misurare i comportamenti  dei genitori sulla base di prove e fatti reali e non certo basarsi su effimere costruzioni sulle caratteristiche di personalità che la comunità scientifica internazionale mette fuori campo quando si parla di competenze genitoriali.

“Una specifica sezione del quesito è stata elaborata per i casi nei quali vi siano sospetti di violenza domestica tra partner o di violenza assistita da parte dei minori; in questo caso, il CTU, oltre agli ordinari accertamenti ed indagini, dovrà valutare la presenza di tratti di personalità pervasivi o l’esistenza di caratteristiche psicologiche pregiudizievoli per i minori”

 Punto 4 .Si sottolineano due elementi che hanno carattere eversivo per l’ordinamento e le prassi giudiziarie:  a. Come si può pensare  di  garantire una prevedibilità d trattamento giudiziario, al di fuori di quello che la legge prevede ed indica? ; b.  può un gruppo di singoli e privati cittadini,  al di fuori delle istituzioni, solo pensare di poter  dettare regole di condotta agli altri?.

“Attraverso un lavoro sinergico si è voluta garantire all’utenza una prevedibilità di trattamento, assicurando linee di intervento comuni e condivise per gli accertamenti di particolare delicatezza che coinvolgono le relazioni familiari ed i minori, con l’obiettivo di dettare regole uniformi di condotta per Giudici, Avvocati, Consulenti, nell’ambito dei procedimenti che coinvolgono le persone di minore età”.

Inviamo questo nostro comunicato al presidente del Tribunale di Roma, al CSM, e alla stampa per rendere pubbliche operazioni che si prefigurano opache, e per accendere un riflettore su questo convegno e sui suoi partecipanti  che si fanno scudo di una location prestigiosa  come la Corte di Cassazione ( sala degli avvocati specificata non nel frontespizio) , mettendo a rischio la credibilità di quelle istituzioni che si vanno simbolicamente ad occupare per proporre regole anti-democratiche, irrispettose delle Convenzioni Internazionali ed in primis della Convezione di Istanbul (che parla della  violenza domestica come  abuso di potere degli uomini sulle donne e non certo di profili di personalità pregiudizievoli) e condizionanti il procedimento civile e giudiziario ed il l libero convincimento del giudice.

 Elvira Reale, Associazione Salute Donna

Stefania Cantatore, Udi

Enza Tempone, avvocata