Mentre a palazzo Chigi Minniti non si presenta al consiglio dei ministri per potestare contro le dichiarazioni del ministro Delrio, in Campidoglio  alcune centinaia di  persone si sono radunate   sotto le finestre di palazzo Senatorio per chiedere l’apertura di un centro di prima accoglienza. La protesta, organizzata dai volontari del Baobab Experience, prende le mosse dalla risposta scritta ricevuta dalla dirigenza delle Ferrovie delle stato, che avrebbe acconsentito alla richiesta, supportata da 17.301 firme dei romani, di approntare un presidio umanitario in piazzale Maslax, sul retro della stazione Tiburtina.

I volontari della rete Baobab experience in piazza ieri a Roma. “Abbiamo chiesto di poter utilizzare un parcheggio abbandonato per garantire un minimo di accoglienza ai migranti abbandonati a se stessi nella nostra citta’. Ferrovie ci ha risposto che la disponibilita’ c’e’,  Ora sono  le istituzioni del territorio che si devono muovere! Si devono muovere la sindaca Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti,la prefetta Paola Basilone. Devono scegliere da che parte stare. Possono decidere di raccogliere l’invito e garantire un presidio umanitario ai migranti di Roma oppure possono voltarsi dall’altra parte e far finta di non aver  visto ne’ ascoltato la situazione in cui queste donne e uomini sono costretti a vivere”.

Il presidio “potrebbe nascere a piazzale Maslax” e coinvolgerebbe “diverse associazioni umanitarie e sarebbe a costo zero per le casse pubbliche. Diventerebbe – si legge nel post di Baobab experience- un posto aperto alla cittadinanza: un luogo dove migranti e residenti possano incontrarsi, conoscersi e aiutarsi, come da sempre succede tra esseri umani”.

“I dirigenti di Rfi – spiega Andrea Costa, il coordinatore dei volontari del Baobab – dopo la nostra richiesta, si sono detti disponibili ad aprire un tavolo inter-istituzionale per attivare un presidio umanitario. Adesso vogliamo risposte dall’amministrazione”.

I volontari hanno srotolato un enorme striscione con i nomi delle 17.301 persone che hanno sottoscritto la petizione alle Ferrovie, numero che coincide con quello delle vittime annegate finora nel canale di Sicilia. “Siamo in emergenza – attacca Costa- le istituzioni non possono voltare lo sguardo, facendo finta di nulla”.