A Roma questa mattina, Federica Angeli  è tornata in Tribunale come testimone nel processo per duplice omicidio in cui sono imputati Carmine Spada e il nipote di questi, Ottavio. Per tutta la mattinata molte associazioni hanno dato tutto il loro appoggio alla giornalista. Federica, lo ricordiamo, è sotto scorta da luglio 2013 “soltanto” per aver fatto bene il suo mestiere di cronista in una terra pericolosa come Ostia dominata dal potente clan Spada.  Appena un mese fa la Angeli era stata sentita sempre in Tribunale a Roma ma come parte offesa e dove l’imputato principale è Armando Spada, accusato di minacce, insieme a Paolo Papagni che deve rispondere di tentata violenza privata nei confronti, appunto, della giornalista. Papagni anche in aula, ha avuto un atteggiamento sprezzante, denigratorio e provocatorio, confermando esplicitamente di aver intimato o secondo il pregiudicato, consigliato  alla Angeli di non pubblicare l’intervista perché… “c’aveva famiglia”.

A Olbia  la giornalista Tiziana Simula è stata iscritta nel registro degli indagati in base all’articolo 326 del Codice Penale. Nel pomeriggio del 27 marzo, sono stati perquisiti la redazione, l’abitazione, l’autovettura, la cartella, la borsa e la sua stessa persona… Questo perché, il 24 marzo su La Nuova Sardegna,  esce un suo articolo di cronaca giudiziaria  su due magistrati del tribunale di Tempio Pausania, ultimo d’una serie di servizi con cui il quotidiano sta dando conto d’un’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma su presunti reati commessi da magistrati e avvocati del Tribunale della stessa città di Tempio.  L’Ordine e il Sindacato dei giornalisti hanno pubblicato una lettera  “La libertà di stampa non si perquisisce” inviata al presidente Mattarella, al  ministro Andrea Orlando e alla procuratrice generale presso la corte d’Appello di Cagliari