L’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ha disposto la ridenominazione  il 27 ottobre 2018, dell’Istituto Comprensivo Statale di Via F. Ferraironi a Roma, intitolandolo alla persona di Simonetta Salacone, recentemente scomparsa, riconoscendone la figura di grande protagonista nel mondo dell’educazione a Roma, “distintasi per l’impegno, l’operatività, la ricerca ed il grande apporto culturale e pedagogico, al servizio della Scuola Pubblica italiana e della Democrazia” (come recita la motivazione ufficiale), impegnata a costruire una Scuola di tutt* e per tutt*.

Nel buio feroce e antidemocratico da cui è avvolta la società attuale esistono dei punti luce, delle roccaforti di etica, delle stelle che ancora fanno brillare i valori della Costituzione: sono le scuole pubbliche italiane. Portate alla ribalta, perlopiù, dalle cronache solo per atti di violenza; in realtà è proprio, in questi luoghi che si fa la più forte resistenza culturale all’avvento dei nuovi fascismi.

Una tra le stelle più luminose di questo firmamento democratico è, senz’altro, l’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone, alla periferia di Roma.

Nella scuola di Simonetta (così informalmente chiamata) si studiano ben oltre la grammatica e le tabelline. Si studia la vita. Si insegna ai bambini e alle bambine a rispettarsi l’un l’altro, senza distinzioni di razza o di genere. Qui gli alunni non sono teste da riempire, ma intelligenze da accendere. In questo luogo, lontano dal mondo della mediocrità, i genitori e gli insegnanti non si insultano, ma si confrontano e si ascoltano.

Nel plesso di formazione primaria Iqbal Masih (facente parte dell’I.C. Salacone) attualmente anche gli studenti più giovani vengono chiamati a confrontarsi con i principi della Costituzione. E’ allestita (fino alla fine di Gennaio), infatti, nei locali del bibliopoint Alessandra Tarducci (all’interno della scuola), in collaborazione con l’associazione Libriribelli, la mostra itinerante Le Costituenti nella Memoria, storie, luoghi e politiche.

Una mostra che racconta quale peso e quale importanza le donne abbiano ricoperto all’interno dei lavori della Costituzione. All’interno dello spazio espositivo, oltre ai profili delle costituenti, come Adele Bei, Angelina Merlin e tante altre, vengono illustrati gli articoli più importanti e le tematiche più accese su cui, in fase di stesura della Costituzione, si è discusso.

Oltre alla bibliotecaria Paola Bacosi e l’associazione LibRibelli; questa mostra è stata fortemente voluta da tutto il plesso, da sempre sensibile alla trasmissione dei valori democratici alle nuove generazioni anche attraverso rappresentazioni teatrali ed altro.

Una protagonista su tutte di questa sensibilità è la signora Franca Raponi, esponente dell’associazione  LibriRibelli ed autrice del libro “ Scintilla nella Resistenza Romana” con cui ha voluto raccontare la storia quotidiana di chi faceva la resistenza a Roma, come suo padre che era un partigiano.

Il suo libro punta a preservare la memoria di quegli anni che si sta cercando di cancellare. “Anche l’abolizione del tema di Storia alle prove di Italiano è qualcosa di grave,- sottolinea la Raponi – la maggior parte dei ragazzi non hanno memoria storica e cancellarla del tutto è un modo per consentire il ritorno al fascismo. Come le invettive nel dibattito politico. Oggi la società non si esprime su dialogo e confronto, ma sulla prevaricazione. Eliminare il rapporto fra presente e passato, è qualcosa di disastroso per l’umanità. 

La signora Raponi ha posto, poi,  l’accento su come certe tematiche quali la Resistenza e la Costituzione debbano essere raccontate a scuola. “I ragazzi sono nuovi e non sempre, oramai, vengono da famiglie che la Storia la conoscono. Quindi l’istituzione scolastica deve farsi portatrice dei valori democratici e antifascisti. Perché i ragazzi devono sapere che nel quartiere dove hanno vissuto, nel banco dove si siedono ogni giorno, magari, si è seduto un ragazzo che nel ‘45 ha dato la vita per gli ideali giustizia, libertà e uguaglianza”.

La Raponi, conclude, evidenziando come “Raccontare la storia della Resistenza è un poco anche raccontare la storia della solidarietà  che vi era fra le persone che ne facevano parte. La solidarietà una prassi che si è persa. Oggi si percepisce la volontà di non parlare più di solidarietà, di farla dimenticare, di non raccontarla. La maggior parte del mondo dell’informazioni ci informa e ci educa alla paura, a vedere le bruttezze del mondo. Generalmente si tratta una distrazione di massa. In questo quadro le scuole pubbliche possono invertire la rotta. La scuola può insegnare la bellezza del mondo, la bellezza della nostra Costituzione.