La Casa internazionale delle donne e l’ Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico (AAMOD) in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà propone una rassegna di film sul colognalismo italiano raccontato dalle donne il  16,17,18 LUGLIO 2018 ore 20.30

 

Non ci fu una Norimberga italiana sui crimini di guerra in Etiopia, il passato coloniale venne sepolto. Fu riscoperto, ma non divenne memoria collettiva. Ora le donne lo fanno riemergere e ne colgono nuovi elementi: le imprese coloniali propagandate per rigenerare la mascolinità italiana videro varie figure di uomini: ufficiali e soldati, tra virilità ed esotismo, coloni tra sogni e sfiducia. E videro uomini bianchi e donne nere, la nazione e la colonia, dal madamato alla convivenza, al proibizionismo razziale.

La ricerca delle registe della rassegna si inserisce negli studi post coloniali e femministi che elaborano la memoria per capire il presente, anche partendo da vicende personali e familiari. Oggi il passato bussa alle nostre porte attraverso le migliaia di persone che, in fuga da miseria e persecuzioni , dall’Africa tentano di raggiungere le nostre coste.

 

16 luglio – PAGINE NASCOSTE (2017, 67′) di Sabrina Varani, ispirato al libro ‘Sangue giusto’ di Francesca Melandri.

All’origine del nuovo romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, “Sangue giusto”, vi è l’urgenza personale di fare luce sulla generazione di suo padre, quei ‘nativi fascisti’ la cui giovinezza si svolse interamente dopo la Marcia su Roma e che poi, dopo il 25 aprile 1945, della propria adesione al regime non parlarono più. Francesca sa che suo padre da giovane è stato fascista ma sa anche che Franco, sopravvissuto alla tragica campagna di Russia, ha poi subito come molti reduci una profonda conversione anti fascista.

Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la sua firma rivela però alla figlia una realtà diversa. La scrittrice si avventura così in altre leggende, più collettive e pubbliche e non collegate alla biografia del padre, quelle legate alla guerra d’Abissinia (dove Franco non è mai stato), e la successiva occupazione così poco raccontata alla generazione post-bellica, tradizionalmente rappresentata come bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso viaggi in Etiopia, ascolto di testimonianze e studio delle fonti storiche, racconta invece un’altra storia, fatta di stragi e violenze.

Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione articolata, che intreccia il nostro passato coloniale con l’Italia razzista del nostro presente, riscoprendo i legami culturali dell’Italia contemporanea con quella mentalità intollerante mai realmente debellata alla radice e che oggi riemerge con prepotenza. Allo stesso tempo, molti dei testimoni che incontra, come Massimo Rendina (a lungo vicepresidente del’ANPI) che salvò suo padre dalle epurazioni sommarie di fine guerra mettendogli al collo il suo fazzoletto da partigiano, le rivelano come la realtà storica, quando s’incarna nelle persone, sia ben più interessante e viva sia dei silenzi che dei giudizi sommari.

Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, ambivalenze e contraddizioni, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in quella restituzione della complessità che è la letteratura.

Intervengono dopo la proiezione Francesca Koch, storica e Presidente della Casa Internazionale delle Donne ,  e  la regista Sabrina Varani

—–

17 luglio – OLTREMARE di Loredana Bianconi (2017, 83′)

Nell’Italia degli anni ’30, il piccolo paese di Borgo Tossignano, non lontano da Imola, vede una parte dei suoi abitanti emigrare nelle Colonie dell’«Impero Italiano d’Africa», spinti dalla miseria o dallo spirito di avventura. Convinti dalla propaganda fascista del mito della terra promessa, vanno a prendersi il loro «posto al sole». Ma il sogno si spezza dopo qualche anno soltanto di duro lavoro. La guerra provoca la perdita delle Colonie, obbligandoli a ritornare a Borgo, malvisti e senza più nulla.

La loro epopea ci è svelata dalle parole, dalle memorie scritte e dalle centinaia di fotografie di alcuni abitanti. Il film ci porta a esplorare quel pezzetto d’Italia che questi uomini e queste donne hanno portato con sé in Africa, le tracce che vi hanno lasciato. Piccole vicende personali si intrecciano con gli eventi drammatici della grande Storia, che emerge puntualmente attraverso le immagini d’archivio.

Intervengono dopo la proiezione la regista Loredana Bianconi, lo storico Alessandro Triulzi e la scrittrice Igiaba Scego

——

18 luglio – 2000 ERITREI A ROMA – A TESTIMONIANZA DI UNA CONDIZIONE (1977, 20′) di Federico Bruno, Giovanni Gervasi, Ali Reza Movahed, Paolo Rossato, Johannes Yemane

La dura condizione delle colf eritree a Roma in quegli anni e le attività del Fronte popolare di liberazione dell’Eritrea.

 GOOD MORNING ABISSINIA di Chiara Ronchini e Lucia Sgueglia (2005, 40′)

Un percorso nello spazio e nel tempo dell’immigrazione a Roma da Eritrea ed Etiopia, due delle ex colonie italiane d’oltremare. Da Piazza dei Cinquecento (ricordo dei morti italiani a Dogali), proseguendo per via Volturno (dove un negozio di souvenir etiopi espone immagini di Hailé Salassié), via Montebello e dintorni (con i ristoranti Massaua e Asmara, l’Alimentari Etnico), passando per la discoteca Freetime, fino a chiudere l’anello in via Milazzo con il ristorante etiopico Aduliss.

Intervengono dopo la proiezione dei documentari la regista Chiara Ronchini, rappresentanti della comunità eritrea ed etiope, Paola Scarnati (Archivio Audivisivo del Movimento operaio e democratico) , Leonardo De Franceschi (docente universitario) Caterina Romeo (docente universitaria), Giuliana Sgrena (giornalista), Mario Boccia (fotografo).

—–

Ideazione e organizzazione a cura di Isabella Peretti, Nadia Pizzuti e Stefania Vulterini.

Nelle tre serate sarà presente con il suo stand la libreria Griot