Corporea, I Corpi delle Donne: Letture di poesie scelte dall’antologia, opera collettiva “sul corpo” nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese, con testo a fronte, è quello che si dice “un volume che mancava”. Presentato il 3 dicembre a Firenze, presso la Biblioteca delle Oblate, presenti le curatrici (Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster, Anna Maria Robustelli), su proposta del Laboratorio nuovo Buonarroti e del Gruppo Quinto Alto (coordinava Andrea Sirotti), il volume ha suscitato molto interesse perché nasce dal piacere condiviso di colmare una lacuna.Tranne eccezioni, la poesia femminile e femminista inglese degli ultimi decenni non è mai stata tradotta e darle visibilità significa riportarla al centro di una discussione sull’intreccio politica e poesia rifiutato o guardato con sospetto finché il femminismo lo ha reso inscindibile.

I testi “esprimono la differenza femminile non tanto e non solo per combattere il mondo tradizionale, quanto per arricchirlo” spiegano le curatrici interessate a “non fare perdere il valore di una riflessione collettiva di grandi proporzioni scaturita dalla riscoperta del corpo in ambito femminista”.

Non bisogna che siano archiviati come vecchi reperti di un momento eclatante che fu.
Aggiungono le curatrici: “Paradossalmente, proprio l’uso politico del corpo come grimaldello per scardinare al visione del mondo e il linguaggio tradizionalmente conformati sull’ottica maschile ne ha legato le sorti all’effimera fortuna del movimento, facendo sì che oggi in buona parte della cultura dominante la semplice menzione del corpo rimandi a qualcosa di percepito fastidiosamente come risentito e superato.”

Parole chiarissime a sostegno in un impegno importante. {{Cercate, raccolte e tradotte con amore da altre poete, le pagine accostano le voci di poete maggiori o minori dello scenario inglese contemporanee}} – da Dorothy Molloy, a Lucille Clifton, Dorianne Laux, Anne Stivenson, Alice Wlker, Marge Piercy, Joan Larkin – di cui quattro decedute da poco, 9 nate negli anni Trenta, 8 negli anni Quaranta e 7 negli anni Cinquanta del Novecento.

Divisi in sette capitoli – {{metafore e miti rivisitati, immagini del sé, desiderio, nascite e dintorni, invecchiamento e malattia, violenza e separazioni, sguardo critico}} – queste poete, come dice {{Liana Borghi}} nella prefazione “Stagioni del corpo in poesia” esprimono {{la loro prima, la nostra prima, polis: il corpo.}}

Negli anni Settanta del Novecento, il femminismo ha portato con sé anche un’esplosione della scrittura, diaristica, romanza, novellistica e poetica delle donne che da sola ha aperto porte da sempre chiuse alle firme femminili e avviato un intero filone d’editoria, prima sconosciuto.

Giustamente Liana Borghi suggerisce quanto sarebbe interessante fare {{un paragone tra l’autobiografismo di allora e quello odierno,}} considerate anche le possibilità di trasformismo che il digitale consente. “La poesia è, e lo è sempre stata, anche uno strumento per dirsi collettivamente, corrispondendosi in un discorso sulla libertà di essere.”

{{Magazzeni L., Mormile F., Porster B., Robustelli A. M}}.,{ Corporea. I Corpi delle Donne: Letture di poesie scelte dall’antologia}. – Le Voci della Luna Poesia, 2009; Isbn 88-9604809.