Giovedì 15 febbraio 2018 ore 19.00 a Lìbrati in Via di Barbarigo, 91 – verrà proietaato  Il giardino delle vergini suicide (The Virgin Suicides). Un film del 1999 diretto da Sofia Coppola, con Kirsten Dunst e Kathleen Turner. Il film è tratto dal romanzo Le vergini suicide di Jeffrey Eugenides.

Il film è ambientato nel 1974 in un quartiere di periferia di Detroit (Michigan), a Grosse Pointe, in un’America borghese che sta uscendo dalla vecchia cultura, rigidamente religiosa, per entrare nell’età moderna, manifestando i freni socio-culturali che ancora la legano a un perbenismo di facciata. Un vicinato che vede ma non interviene di fronte ad una famiglia ostaggio di una madre che controlla cinque bellissime figlie tra i 13 e 17 anni nel pieno della loro adolescenza. Il loro segreto, malcelato nella vita sociale, sono le catene invisibili di una madre bigotta e un dolore sopportato in silenzio e mai gridato in tutto il film.

La Warner e Parlophone ha pubblicato una versione deluxe della colonna sonora realizzata dagli Air.

Trama

Detroit, Michigan, anno 1974. In un ridente quartiere di periferia risiede la famiglia Lisbon, composta da due genitori molto severi e da cinque figlie bionde e bellissime: Therese (17 anni), Mary (16 anni), Bonnie (15 anni), Lux (14 anni) e Cecilia (13 anni). La madre, acida e bigotta, irradia la propria autorità tenendo sotto stretta sorveglianza le cinque figlie, impedendo loro di godere della propria adolescenza, mentre il padre, un professore di matematica, non interviene mai nelle decisioni familiari.

È estate: in città imperversa una malattia che attacca gli alberi. Cecilia, la più giovane delle sorelle, tenta il suicidio tagliandosi le vene nella vasca da bagno con l’immaginetta di un santino. I genitori vengono invitati dagli assistenti sociali a permettere alla loro figlioletta di avere una vita sociale più attiva. La signora Lisbon organizza allora una festa, ma durante questa, l’atmosfera imbarazzante è palese. La ragazzina chiede di assentarsi e, recatasi al piano superiore, si getta dalla finestra della sua camera, cadendo sulla ringhiera acuminata del giardino e morendo sul colpo. Il parroco dichiara però che si tratta di un incidente, con l’appoggio dalla signora Lisbon. Il padre continua a mostrarsi apatico e i vicini danno tutta la colpa alla ringhiera, che viene sradicata il giorno dopo. Invece i ragazzi del vicinato, nonché compagni di scuola delle ragazze, sono gli unici a prendere coscienza del problema. Essi tentano in ogni modo di mettersi in contatto con le ragazze, ma con scarso successo. La storia è infatti narrata dal punto di vista di due di questi giovani. Le sorelle Lisbon rientrano a scuola per l’inizio del nuovo anno, ma non sembrano per nulla sconvolte dal suicidio della sorellina. Ormai a scuola, in città, in tv, nel Paese è emergenza suicidi giovanili, come l’emergenza virus che attacca gli alberi in città.

Nonostante le barriere culturali e religiose imposte dai genitori, a Lux, la sorella più intraprendente, viene concesso di frequentarsi con un ragazzo, Trip Fontaine, il bello della scuola, con cui comincia un corteggiamento serrato e imperterrito. La ragazza riesce quindi, nonostante l’isolamento, a farsi invitare al ballo della scuola e Trip addirittura scova altri tre amici impazienti di accompagnare le sorelle.

Il ballo sarà qualcosa di magico e assolutamente nuovo per le sorelle. Trip e Lux vengono incoronati re e reginetta della festa, ed i due fanno l’amore sul campo da football. Le altre sorelle li aspettano invano davanti alla porta di casa, già certe che verranno punite l’indomani, e salutano i loro cavalieri in un’atmosfera irreale di imbarazzo e freddezza.

Lux si risveglia sola nel campo da football, Trip l’ha lasciata sola e addormentata, per ragioni che forse non saprà spiegarsi nemmeno da adulto. Le misure prese dai genitori contro le ragazze sono drastiche: esse vengono segregate in casa, viene loro proibita la scuola e l’ascolto della musica Rock. I ragazzi tentano con loro un ultimo estremo e disperato contatto, prima via telescopio, grazie al quale vengono spiati anche gli incontri intimi sul tetto di casa tra Lux e i suoi svariati partner, poi via posta e ancora via telefono. Quando la madre viene a scoprirlo, taglia loro l’ultima via d’uscita. Rimane solo la lampada, con cui le quattro inviano segnali luminosi ai ragazzi.

L’ultimo segnale invita a presentarsi nella notte a casa loro, in macchina. Vogliono fuggire tutti insieme. Tuttavia nel salotto c’è solo Lux ad attenderli: li invita a entrare mentre lei scompare alla loro vista. I ragazzi vagano per la casa buia e giungono infine nel seminterrato in cui incredibilmente a distanza di mesi ancora languono i resti della festicciola durante la quale Cecilia si era uccisa. Da una trave del soffitto pende il corpo senza vita di Bonnie. I ragazzi spaventati fuggono e inciampano nel cadavere di Mary, che giace con la testa ancora nel forno. Therese è al piano di sopra imbottita di sonniferi. Lux, “l’ultima ad andarsene”, si è uccisa con il gas di scarico dell’auto del padre. Ancora tra le dita, l’immancabile sigaretta.

La festa di ingresso in società di un’altra ragazza, dal passato e dal futuro diverso e più felice, prende il posto delle sfortunate sorelle Lisbon. Casa Lisbon invece, la quale versa in uno stato di disordine e incuria totale, viene messa in vendita con tutto ciò che contiene, mentre i coniugi Lisbon se ne vanno dalla città.

L’ingresso è riservato alle socie e ai soci dell’Associazione culturale Virginia Woolf.