Sarebbe un errore ritenere che siano soltanto le due grandi religioni ad affermare i diritti della storia immodificabile. Ci sono sottili pensieri filosofici che circolano in ambiti insospettabili. E’ una notizia di questi giorni: da quando la Turchia ha smesso le attenuanti per i delitti d’onore, sono aumentati i suicidi tra le giovani donne.
{{Sono le stesse famiglie a indurre le donne al suicidio}} per evitare che il proprio congiunto, preposto a intervenire in modo cruento per salvare l’onore della famiglia macchiato a causa della trasgressione voluta o subita dalla donna, finisca all’ergastolo.

Un’altra notizia è l’allarme che ha suscitato tra le afgane la {{volontà del Presidente Obama di dialogare con i Talebani “moderati”}}.
_ I leader talebani “moderati” hanno già indicato i tre punti per loro irrinunciabili: i soldati stranieri devono lasciare il Paese; devono cessare le ingerenze negli affari politici interni; che sia applicata la sharia (legge islamica).

Ora si sa che la sharia dei talebani, tra l’altro, dove fin d’ora hanno ripristinato il loro potere, significa la {{fine della scolarizzazione delle bambine e del lavoro per le donne}}. Per non parlare dei {{matrimoni forzati magari tra una bambina e un uomo}} anche avanzato in età.

Non va dimenticato quanto è accaduto di recente in Congo dove, ha intitolato il Corriere della Sera del 9 febbraio, “la donna è un campo di battaglia” con lo stupro come strategia di guerra.
_ E’ dal 1998 che da quelle parti si combatte e, scriveva appunto il Corriere della Sera in febbraio, “annientare le donne è un metodo veloce e sicuro per riuscire a mutilare intere comunità, spaccandole in un’invincibile vergogna”.

“Donne torturate con bastoni, coltelli, baionette esplose dentro i loro corpi rimasti senza vagina, vescica, retto”, racconta un medico.
Violenza preferibilmente compiuta davanti a figli e mariti e non importa se si tratta di una donna anziana, anzi, vuole dire che porterà ricchezza; mentre violentare una vergine rende immortali.

Altri Paesi, altre culture che favoriscono la nostra indignazione mentre fatichiamo a vedere e prendere posizione se queste culture agiscono in “casa nostra”.

Una sedicenne di una città del Nord, portata a forza nel Paese asiatico dei suoi genitori per sposarla con un matrimonio combinato, ha scritto alla sua professoressa chiedendole aiuto.
_ La stessa cosa è accaduta a Sidra pachistana del Veneto che si ribella al suo destino di sposa promessa a un uomo di quarant’anni.
_ Ai primi di marzo è stata scoperta un’organizzazione bulgara che portava in Italia ragazze minorenni per venderle come mogli a clan di nomadi per poi impiegarle nella microcriminalità.
_ I matrimoni imposti a ragazzine nell’ambito delle comunità di immigrati, pare siano dovute anche al timore che, influenzate dalla cultura occidentale, possano perdere la verginità.

E’ anche passato inosservato un incontro a Roma il 18 febbraio, presso la sede nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, per iniziativa del Coordinamento (e associazione) delle teologhe italiane, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede.

In quell’occasione Fariba Allasvand ha affermato alcuni principi islamici che meritano una sottolineatura. Per il Corano la donna ha la stessa dignità dell’uomo e se ci sono differenze, riguardano il fatto che la natura impone ruoli diversi.
_ L’Islam “è un sistema fondato sulla giustizia equilibrata tra i sessi in rapporto alla loro natura”.
_ I problemi tra uomo e donna sarebbero causati dalla “economia moderna che ha bisogno della donna come individuo e non come moglie e madre”.
_ La Repubblica iraniana sarebbe invece assai rispettosa del ruolo di madre della donna.

Non è difficile fare il confronto con l’articolo di {{Lucetta Scaraffia}} pubblicato l’8 marzo sull’Osservatore Romano (La Chiesa e la rivoluzione femminile. Uguaglianza nella differenza) .
Scrive Scaraffia: “Oggi, a un inedito intervento artificiale nell’ambito della procreazione corrisponde un abbandono della concezione dell’umanità come sessuata, divisa fra donne e uomini: se il concepimento può essere opera di uno scienziato in laboratorio, la differenza tra maschile e femminile sembra perdere rilievo. E si afferma di conseguenza il principio del {gender} che, nel tentativo di assicurare la tanto sospirata uguaglianza fra i sessi, ne nega la differenza. La Chiesa cattolica, che ha reinterpretato il rapporto della creazione con fondatezza e con ragione alla teoria artificiosa del gender –come ha fatto nel 2004 la Congregazione per la Dottrina della Fede nella lettera sulla collaborazione fra donne e uomini- e difende la possibilità di una uguaglianza nella differenza, considerando questa differenza come dono di Dio all’umanità”.

{{Chiara Saraceno}} intervistata da “{La Repubblica}” dell’8 marzo 2009 denuncia questa ottica come una visione di tipo biologistico: un’ipostizzazione della natura. “Così si cancellano la storia, i cambiamenti, si preferisce ignorare che gli esseri umani si costruiscono, sperimentano inventano e ciò che viene attribuito al femminile e al maschile è anche frutto di un’autocostruzione sociale.”

Le due grandi religioni hanno paura dei mutamenti storici concreti, forse, come nell’ambito dello stesso articolo ha dichiarato {{Lidia Menapace}}, anche perché “temono che il patriarcato sia a rischio, che la politica dei generi metta in discussione alla fine, l’autorità unica, il Dio monoteista”.

Sarebbe però un errore ritenere che siano soltanto le due grandi religioni ad affermare i diritti della storia immodificabile. Ci sono sottili pensieri filosofici che circolano in ambiti insospettabili.

Il filosofo {{Umberto Galimberti}} nel corso di una relazione ({“L’amore può durare? La vita della coppia tra passione, conflitto e creatività”}) tenuta a Brescia nel mese di marzo per iniziativa del Consultorio Familiare Onlus di via Volturno, ha sostenuto che {{la donna è funzionaria della specie}}.
_ La donna non vive il conflitto tra l’io e la specie; la sua è una doppia soggettività rendendola strutturalmente relazionale.

Sono concetti affascinanti ma pericolosi perché colludono con la “teologia” coranica presentata dall’iraniana e con la posizione espressa dalla Scaraffia.

Né si può pensare di rimediare appellandosi (sempre Galimberti) alla visione junghiana della “parte femminile dell’uomo” che, se assunta consciamente, muterebbe la sua visione del mondo e i suoi comportamenti.

Le conseguenze politiche si conoscano: i dati italiani sulla suddivisione dei compiti tra marito e moglie continuano ad essere tra i peggiori d’Europa.
_ Daniela Del Boca (Economia politica , università di Torino) ha dimostrato che gli uomini italiani dedicano 95 minuti al giorno ai lavori domestici, mentre la donna vi dedica ben 320 minuti.

Ha ricordato, nell’introduzione alla relazione del prof. Galimberti, {{Elisabetta Donati}} dell’Università di Torino, che negli anni ’70 quando le donne cominciarono a mettere in discussione l’ovvietà del peso della cura totale della casa, gli uomini reagirono accusandole di “sottrarsi” a un dovere costitutivo del patto amoroso.
_ Ma non è forse un pensiero più o meno segreto del tutto scomparso.