Con la lettera in allegato, firmata dalle associazioni femministe, abbiamo segnalato agli uffici competenti della Regione Campania il bando di assegnazione del servizio antiviolenza, a causa delle palesi difformità rispetto ai protocolli raccomandati e alla Convenzione di Istanbul.
La lettera vuole portare all’attenzione delle istituzioni l’aggravamento delle già precarie condizioni nelle quali i CAV (Centri Anti Violenza) delle donne si adoperano per indirizzare ai soggetti propri, le vittime della violenza maschile, i fondi a loro destinati.

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Al Presidente della Regione Campania On. Vincenzo De Luca

All’assessora alle Pp. Op. Della Regione Campania Dott. Chiara Marciani

Alla Presidente del Consiglio Regionale della Campania Dott. Rosa D’Amelio

E p. c.   Alla Presidente della Consulta femminile della Campania Prof. Simona Ricciardelli e  Alla Presidente dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne dott. Rosaria Bruno

 

 

Oggetto: bando per l’assegnazione e la gestione del centro antiviolenza del comune di Napoli- CIG 7672158112

La formulazione del bando con il quale il Comune di Napoli ha indetto la gara per individuare il soggetto gestore del centro antiviolenza del Comune, ha segnato una svolta in negativo dei criteri cui l’amministrazione si ispira nell’impiego dei fondi destinati a contrastare la violenza maschile sulle donne.

Già nei precedenti bandi si evidenziavano delle criticità nella rispondenza ai protocolli internazionali ed Europei, il che ha sempre rese precarie le condizioni operative delle volontarie dedite al contrasto alla violenza maschile: tanto da rendere unilateralmente, a carico delle associazioni femministe, onerosa la convenzione col su nominato Comune di Napoli. Tuttavia, l’irrinunciabilità del servizio svolto con caratteristiche rispondenti alla Convenzione di Istanbul, ha sempre indotto a ricercare e trovare faticosamente le vie che hanno portato l’ARCIDONNA a protrarre l’esperienza del centro AURORA fino al bando di cui all’oggetto.

Il bando ha praticamente escluso a priori la prevalenza dei criteri essenziali e peculiari del contrasto alla violenza maschile, cui sono indirizzati i fondi Europei assegnati dalla Regione Campania ai comuni, allargando l’impiego degli stessi fondi ad altre forme di violenza che vanno e sono altrimenti affrontate, confermando inopportunamente ancora una volta ( ma anche accettando per la prima volta  un ribasso al 10 %, per il valore di 20 punti, definito anomalo dalla stessa amministrazione comunale) un principio di convenienza commerciale del tutto estranea all’ambito dei protocolli indicati. Un principio che ha precluso in generale ogni possibilità ad altre associazioni femminili e femministe come le cooperative Xenia, Bee free e Quadrifoglio.

Il Comune di Napoli, come la Regione Campania, ha ratificato in seduta solenne la Convenzione di Istanbul, ma ha mostrato una totale incomprensione dei suoi fondamenti.

La condotta tenuta nell’occasione, benché già discutibile sul piano etico, ci pare illegittima rispetto alla destinazione dei fondi che vuole impiegare per l’immissione, tra i destinatari del progetto, delle ‘famiglie’ quali soggetti  da tutelare   pretendendo probabilmente di risolvere, con il ricorso alla pacificazione/ mediazione familiare (il che è esplicitamente escluso dalla CdI e da tutti i protocolli internazionali di intervento a sostegno delle vittime), i rapporti diseguali di potere tra vittime e carnefici, tra donne ed uomini violenti.

Crediamo perciò che la malintesa trasparenza che il bando agita negli intenti, sia una pericolosa battuta d’arresto nelle politiche che la Regione ha mostrato di voler perseguire, e chiediamo un attento esame del bando e dei suoi esiti. 

UDI di Napoli, Arcidonna, Ass. Salute Donna, Xenia Cooperativa sociale, Bee Free Cooperativa sociale, Quadrifoglio Cooperativa sociale  (Napoli 9 gennaio  ‘19)