La nostra adesione al Comitato NO PILLON punta a fronteggiare non solo un singolo aspetto (punta di un iceberg) ma anche tutti gli altri aspetti (più sotterranei) dell’attacco alle donne che in questo governo si articolano in modo sempre più mirato e complesso.

Condividiamo (ed abbiamo anche attivamente contestato il disegno di legge, anche con proposte legislative alternative) lo STOP alla bi-genitorialità che colpisce le vittime di violenza (in barba alla Convenzione di Istanbul) in tutti quei modi che i No al decreto Pillon hanno condiviso finora, ma non basta!

Bisogna aprire un focus e fronte di lotta anche su:

– lo stop ai congedi parentali per i padri (maxi emendamento al DEF manovra finanziaria 2018);

– la penalizzazione delle donne nel sistema pensionistico, tra l’altro inducendole ad un pensionamento anticipato (testualmente il pentastellato Sodano: per essere libere di seguire le proprie inclinazioni alla cura dei nipoti”) per liberare posti per gli uomini;

–  la reiterazione delle penalizzazioni nei permessi di soggiorno alle donne, contravvenendo miratamente alla legge Merlin, alla convenzione di Istanbul (art. 60 e 61) e alla legge sull’immigrazione;

– la legittima di difesa che salva la ‘difesa’ maschile e penalizza quella femminile

– il reddito di cittadinanza/ formazione/ inserimento lavorativo che non fa menzione dell’emergenza povertà delle donne e non tara la sua azione sulle ultime del nostro paese (vedi il gender gap).

Ma non solo.

Siamo preoccupate anche di un’azione del movimento che si plasma solo su alcune proposte di legge, cieca ai diritti del genere femminile (female gender blind) per quanto riguarda altre proposte che ledono la libertà e la dignità delle donne. E ci riferiamo all’ultimo disegno di legge (dicembre 2017) della Spadoni, 5 stelle, sulla regolamentazione della prostituzione, nonché alle intenzioni manifeste del ministro dell’interno di riaprire le case chiuse! E ci riferiamo agli accordi trasversali del mondo maschile che, in contrasto anche con le posizioni del mondo femminile omosessuale (Arcilesbica), propongono lo sdoganamento in Italia della pratica dell’utero in affitto (vietata per altro in Europa) in nome anche qui di quel diritto superiore del minore che il movimento NO PILLON chiarisce essere solo strumento per asseverare il diritto (naturale o meno) dei padri contro le madri.

Intendiamo quindi portare nel comitato le nostre istanze di allargamento del dibattito e di contrasto su questi (ma anche altri temi) che rivelano un progetto di normalizzazione dell’oppressione femminile e una presenza di pressioni delle lobby maschili dentro e fuori dal governo. (Napoli, 6/11/18)

Stefania Cantatore (UDI Napoli) – Elvira Reale, Annamaria Raimondi (Associazione Salute Donna)