Lo spazio profondo che il MyES, grazie alla sensibilità dei suoi dirigenti, ha da quest’anno dedicato all’Arte. A creare la magia sono le opere  di Teresa Mangiacapra, la ninfa Niobe, la madre sfortunata descritta dal Mito, alimento surreale del gruppo storico delle Nemesiache fondato dalla poliedrica artista Lina Mangiacapre, regista e poetessa, Nemesi appunto.

Tra la recente produzione pittorica dedicata agli angeli, oltre sessanta dipinti in acrilico e cartoncino, Teresa sceglie per l’esposizione una serie ristretta, neppure quaranta, di misure varie che vanno dai 18×48 cm. ai 23×80, di larghezza massima 25 cm.; ogni opera è incorniciata in semplice legno naturale, quindi l’una all’altra unite usando materiali diversi, tra viti e fili, seguendo un progetto compositivo che è esso stesso parte della resa visiva dell’immagine da esibire al pubblico.

È un progetto costante, quello della ricerca sulla dimensione “ Angelo”– tiene a sottolineare l’artista- come dimensione di armonia e insieme lotta per raggiungerla. Una esigenza per Teresa: Niobe diventa il fiato della sua stessa vita, la linfa che le apre i luoghi della magia con la quale rende visionaria la stessa materia delle opere che crea. Posizionati in maniera aderente alla poetica dell’artista che interpreta sempre la realtà attraverso la plurivarietà dell’apparenza, gli angeli dipinti muovono le ali e le vesti connotandosi di luce riflessa tra griglie.  Trappole stese come ragnatele a trattenerli, mentre dal fondo, dietro la rete costruita, si intravedono immagini stampate su tela. Sono reali scatti fotografici che hanno ripreso e fissato sulla pellicola accadimenti drammatici impressi sulla tela con occhi d’artista, in tutto sei e di grande misura, 150×150, di cui due portano indietro nel tempo, nella segheria paterna devastata dal fuoco.

La figura del padre compare rapida come un’ombra in una di esse, inghiottita dalla magia del luogo, un’area di notevole estensione situata nel cuore di una Napoli solitaria e antica, un tòpos arcano dunque fermo ormai nel tempo del ricordo. Da lì, frugando tra le macerie, Teresa ha recuperato i ceppi combusti e li ha riportati a nuova luce, creando oggetti nuovi attraverso la sua arte che emigra la materia e come soffiando sulla legna-mater, soffocata dal fuoco e dal fumo, fa nascere le forme simboliche della sua creatività, i suoi Angeli, una serie pregressa tuttavia sempre attuale di figurine alate nel colore argento brunito, abbarbicate ai legni contorti, che  elevano le ali per vibrare alla luce.

L’angelo di Niobe

Sono pochi gli esemplari di questa serie tettonica che entrano a far parte dell’arricchimento espositivo, piccole sculture che si fermano al piano di calpestio, discrete vestali del dopo. La produzione completa spazia con un corredo interessante di opere a tutto tondo, realizzate in tempi diversi e in materiali vari: in ferro, legno, tufo, creta e legno, legno e stampa su forex; opere che riflettono esperimenti compositivi dell’ immaginario dell’artista, rimandando agli elementi dei quali si compone la vita: terra, acqua, aria, fuoco. Sono poi gli eventi, naturali come i terremoti- e la mente va ora ad Amatrice- o innaturali come i disastri provocati dalle guerre in atto- es. la tragedia di Aleppo-  ad essere il suo racconto sommesso. Messaggio che Niobe, Teresa, affida all’opera ultima, che emerge tra le altre, L’Angelo dell’accoglienza, realizzato in ferro e neon.

La stessa artista spiega che la istallazione creata per l’esposizione, complessa ed elaborata, rimanda alla precarietà della vita, in pace e in guerra, per ragioni naturali e per ragioni umane, o meglio dis-umane. Nel colto e delicato scritto a firma di Donatella Trotta, dedicato agli Angeli di Niobe, si citano in apertura i versi di Wallace Stevens…Io sono l’Angelo della reltà,…//. Sono uno come voi, e ciò che sono e so/ per me come per voi è la stessa cosa…

L’acuta penna della giornalista e scrittrice napoletana coglie un dato essenziale della produzione di Teresa Mangiacapra dedicata indissolubilmente agli angeli: essi sono… Una passione dominante…una magnifica ossessione…a sottolineare ancora che le figure alate non sono riferite dall’artista a una vita futura, alla visione mistica che la religione (ogni religione) crea come visioni del trapasso, aspirazione a una vita non più terrena, da vivere immaterialmente nell’al di là dopo la morte. Gli angeli di Teresa sono qui, …baluginano. Lampeggiano. E fluttuano…, scrive Donatella Trotta. È così che vuole mostrarli Teresa Mangiacapra, come guerrieri-guardiani di armonia, quella che è la sua ricerca perenne attraverso il suo fare artistico.

A creare una più magica atmosfera, nella serata inaugurale si svolge la performance Bellezza dell’Accoglienza, che riprende il tema di sottofondo e ne sottolinea il titolo: Della stessa materia del sogno. Interpreti la stessa Teresa- Niobe e Clara Bocchino, sulle note della musica di Fabio Giuliano. Le due donne si muoveranno su un telo azzurro che sia mare non si sa, forse è l’Immenso- suggerendo, con movimenti leggeri di danza, la bellezza della condivisione di emozioni fino a stringersi in un abbraccio tenero, suggestiva estrinsecazione del fascino dell’empatia.

La mostra resterà in esposizione nelle due sale fino alla metà del prossimo luglio, emozionando sicuramente coloro che si avvicineranno, attratti dalle delicate e suggestive opere.

—————————————————————-

La mostra è programmata dal 25 maggio ( vernissage ore 18,30) al 15 luglio 2017.

La personale, preparata in collaborazione con l’Associazione Tre Ghinee/Nemesiache, gode del patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e Turismo, ed è inserita tra le manifestazioni del Maggio Monumenti, ha il sostegno della Fiorillo Arte.

Testi di Mimma Sardella e di Donatella Trotta

Con questo progetto Niobe continua la sua ricerca sulla dimensione ‘angelo’ come dimensione di armonia e insieme lotta per raggiungerla ,esigenza per lei indissolubile nell’arte come nella vita.

Dipinti: circa 40 opere in acrilico su cartoncino, racchiuse in semplici  cornici di legno naturale,  con un  intervento diverso per ciascuna opera, fatto di  viti e fili differenti .

Scultura:  Angelo dell’Accoglienza –  in ferro,neon e poliestere.

Installazione :  realizzata con  foto e strutture in  rete  che rimandano alla precarietà della vita in pace e in guerra, per ragioni naturali e per  ragioni ‘umane’

 Performance:  LA BELLEZZA DELL’ACCOGLIENZA  con Niobe e Clara Bocchino – Musica di Fabio Giuliano – Videoriprese di Bruno Aimone – durata 10’

Un incontro simbolico tra due donne per un evento tragico ,si aiutano e contano l’una sull’altra  amplificando la portata del loro agire insieme . L’abbraccio e l’invito all’abbraccio è il finale quasi naturale all’incontro avvenuto .

In esposizione sculture di periodi precedenti  in ferro, neon, tufo, creta e legno e in legno e stampa su forex .

Info: 3394967950