Pier Isa della Rupe vive davanti al colle di Montecchio, estrema propaggine dei Monti Cimini, popolato dalle “figlie della luna”, dette anche “le selvatiche”, secondo i racconti degli anziani. Non tutte le streghe sono uguali, e “le selvatiche” sono bellissime; praticano la magia bianca e l’Autrice mostra “a chi crede” tracce del loro esistere, passato e presente, anche con una passeggiata sul colle.

Da anni di appassionata ricerca e d’interpretazione di segni, Pier Isa della Rupe ha tratto numeroso materiale che, da “donna sensibile” come si definisce, da artista e scrittrice, ha elaborato in varia forma, facendone una raccolta di racconti che mescolano il vero al verosimile, realtà e fantasia.

Il libro, con prefazione di Giuseppe Fioroni (nel 2006 Ministro della Pubblica Istruzione), in cui si parla di una “prova d’artista, d’espressione minuta del genio creativo”, di una “messe di visioni, sensazioni, tradizioni, luoghi, paure, desideri e speranze”, è aperto da un brano dell’Autrice che riassume il bimillenario scontro tra cristianesimo e stregoneria e la condanna sia di quella bianca che di quella nera, nonché la confusione tra soggetti stregoneschi diversi.

Che la linea di confine tra il vero e il falso sia sottile e che quella che divide le streghe dalle fate sia incerta, “perché entrambe sono dentro di noi”, è qualcosa in cui non solo Pier Isa della Rupe crede pienamente, ma che informa la sua esistenza, alla ricerca di una leggenda: “Mi proverò a raccontare, cercando di fissare i ricordi e le forti emozioni che mi condussero sopra la montagna sacra, iniziando quell’incredibile avventura, quel fantastico viaggio a ritroso nel tempo. Sì, proverò, prima che il grande polverone rosso avvolga tutto nuovamente nel mistero e la mente possa dimenticare”.

Seguono racconti frutto di anni d’indagini sul campo, ricerche documentarie e interviste a persone lungamente reticenti su “quello che sapevano del Montecchio: Isotta la Regina delle streghe, Matassunta, Atala, Manù, Uri; molti avevano ancora una strana paura”. Dall’anno Mille, dalla costruzione di Bagnaia, l’abitato aveva volto le spalle alla rupe di Montecchio, “comportandosi come se la tribù esoterica delle bellissime streghe Figlie della Luna, che volavano sulla catena dei Monti Cimini, cavalcando il vento, non esistesse”.

Mille anni d’incontri, di deliri, di rincorse, di eventi che il momento e il ricordo rendevano sempre più straordinari che una buona qualità letteraria e una scrittura avvincente, fanno divorare, pagina dopo pagina, tutti d’un fiato.

{{Pier Isa della Rupe}} – {Le Streghe di Montecchio. Le selvatiche sono sempre tra noi}.
_ Fefè Editore, Roma, 2007; Isbn 978-88-902061-3-9.